Sedriano, il primo comune della Lombardia sciolto per ‘ndrangheta

sedrianoSedriano, è un comune di 11mila abitanti alle porte di Milano. Uno di quei posti in cui si vive, se non ci si è nati, proprio per la vicinanza al capoluogo e per il costo degli affitti decisamente più basso.

Da oggi però Sedriano è anche altro: il primo comune lombardo sciolto per mafia, meglio, per ‘ndrangheta.

La decisione del Consiglio dei ministri arriva a poco più di un anno dall’arresto del sindaco per corruzione e di personaggi vicini all’amministrazione comunale  (legati anche da vicoli parentali) per associazione di stampo mafioso.

A corrompere il sindaco Alfredo Celeste, sarebbero stati in particolare due uomini della ndrangheta. Il primo, Eugenio Costantino, presunto boss operativo al nord, titolare di alcuni “compro oro” e padre della giovane consigliera 27enne Teresa. Il secondo, un chirurgo, Silvio Marco Scalambra, marito della consigliera comunale del Pdl Silvia Stella Fagnani, accusato di essere un potente collettore di voti delle cosche.

I due avrebbero influenzato profondamente l’attività del sindaco in cambio, oltre che di vari “favori”, di un presunto sostegno allo stesso primo cittadino che mirava a un seggio in Parlamento. In questi  giorni si stanno svolgendo peraltro le udienze preliminari del processo a carico del sindaco Celeste, di Costantino e Scalambra che vede coinvolto anche l’ex assessore Regionale Domenico Zambetti, protagonista di alcune esilaranti intercettazioni telefoniche che lo vedono interlocutore di boss della ndrangheta stabilmente operativi in Lombardia.

Il pm Alessandra Dolci ha chiesto tre anni di misura di sorveglianza speciale per il sindaco, giustificando la richiesta con la “evidente pericolosità sociale del soggetto”. Da notare che Celeste, fino all’attuale provvedimento di scioglimento, non si è dimesso dal  suo incarico.

Ma insieme a Sedriano, c’è un altro comune sciolto per ndrangheta per volontà del Consiglio dei ministri di ieri, è il comune di una comunità a noi molto più vicina e familiare, quella di Cirò

Lo scioglimento contemporaneo di due comuni così distanti, dà la visione plastica di come la ndrangheta riesca a muoversi ormai sul territorio. Di quanto il suo modello di “sottosviluppo” prosperi in un contesto di generale crisi economica e sociale.

Nei tempi difficili, anche in quelli difficilissimi, c’è sempre qualcuno più furbo e attrezzato degli altri  che fa i soldi. Anzi, più il momento è difficile, maggiori e più ricche sono le opportunità.

La ndrangheta questo lo sa bene ed è impegnata come mai prima ad allargare e convertire il proprio business, ad inquinare l’economia legale con i soldi freschi dei propri affari illeciti.

Tutto con la complicità di una zona grigia, per dirla con Rocco Sciarrone, sempre più larga. Colletti bianchi, professionisti, amministratori e imprenditori insospettabili che  per mille ragioni (dalla disperazione all’avidità) rendono possibile ogni operazione. 

Fabrizio Scarfone

@fabriscar

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