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Svimez, rapporto devastante: la Calabria è in coma

Scritto da Redazione

calabriaDesertificazione produttiva, spopolamento, invecchiamento e povertà. Questo il quadro tragico che traccia lo Svimez (importante associazione che si occupa di studi sul Mezzogiorno) sul futuro prossimo del sud Italia e della Calabria in particolare. Secondo gli analisti, da qui al 2065 le regioni meridionali dovranno fare i conti con un peggioramento del quadro economico che avrà ripercussioni anche sulla demografia dei territori. Specie in Calabria.

In dieci anni, secondo gli esperti la ricchezza prodotta nella regione è scesa di oltre 4 punti percentuali. Quarto peggior dato dietro a Basilicata (-8,8%), Molise (-7,2%) e Puglia anche se in termini assoluti la nostra regione si conferma la più povera con 16.460,30 euro quale reddito pro capite. Un dato anch’esso in peggioramento rispetto al 2011 (-0,3 punti) segno che la crisi pesante su tutta l’Europa ha colpito particolarmente la Calabria.

Ovviamente a risentirne è innanzitutto il tasso di disoccupazione: tra il 2009 e il 2012 la nostra regione ha perso circa 29mila occupati il 4,9 per cento in meno. Nel resto del Paese la media si è fermata a -2,2 per cento. 

E un tasso del genere non ha potuto non ripercuotersi anche sui tassi migratori. In particolare tra il 2000 e il 2011, si legge nel rapporto, i calabresi in possesso di una laurea e in fuga dalla propria terra sono notevolmente cresciuti. Se tredici anni addietro oltre 17 laureati su cento hanno fatto la valigia, nel 2011 a scappare sono stato il 27,1%, una quota al di sopra della media del sud Italia (25%). Il dato è particolarmente grave perché lascia immaginare una Regione priva di risorse intellettuali.

Ma l’indice più chiaro dello stato di malessere che vivono le famiglie calabresi emerge dal rapporto per quanto attiene la povertà. Dai dati elaborati dagli analisti dello Svimez, infatti, quasi tredici famiglie su 100 devono vivere con meno di mille euro al mese e circa 5 hanno meno di 6mila euro all’anno. Un dato quest’ultimo molto al di sotto della media nazionale (2%), ma anche dello stesso meridione (3,8%) e dimostra lo stato di profonda difficoltà che si trovano a vivere i calabresi.

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