La Striscia

Un bel Catanzaro, ora serve il suo popolo

Grosseto battuto a due minuti dalla fine da un goal di Sabatino al termine di un’ottima prestazione

Un’ora prima della partita, come al solito, ci piace assaporare l’aria dello stadio. Ci sistemiamo nel piazzale del tempio e la sensazione è strana: il Catanzaro è in corsa per la serie B, eppure non c’è quell’entusiasmo coinvolgente di quando la tua squadra del cuore è in corsa per un obiettivo importante.

I motivi per cui l’entusiasmo stenta a decollare vanno necessariamente ricercati. Non possono essere solo quelli classici, le leggi per gli stadi o il calcio in tv, che hanno contribuito a un calo corposo di presenze in tutta Italia. C’è dell’altro.

A Catanzaro a causa di questi elementi, aggiunti ai due fallimenti nell’arco di pochi anni, le presenze sono diminuite, ma sarebbe riduttivo, conoscendo la passione per i giallorossi (vedi presenze in trasferte), indirizzare lo scarso entusiasmo solo alle situazioni di cui sopra. Allora, tutti insieme, tifosi e società bisognerà trovare soluzioni affinché quella passione che da sempre ci contraddistingue si riaccenda, per far sì che la squadra senta il calore del “Ceravolo”. Non esistono bacchette magiche, ma in questi casi sia i tifosi che la società necessariamente devono sforzarsi per riprendere insieme il loro cammino.

Come? Innanzi tutto dovrà essere la società a coinvolgere quanta più gente possibile: bisogna facilitare l’ingresso allo stadio, favorire le donne e i ragazzi delle scuole, pensare a delle giornate giallorosse per il tifoso. La gente va riportata allo stadio e per farlo servono iniziative di marketing, anche guardando agli esempi di altre piazze. Bisogna saper crescere e imparare dagli altri anche in questo campo. Avere oggi un sostenitore in più, portandolo allo stadio, significa fidelizzarlo al Catanzaro per il futuro.

Poi c’è la tifoseria, intesa come piazza calcistica. Criticare costruttivamente alcune scelte della società non è un reato e questo Cosentino crediamo l’abbia capito. Giudicare e parlare di ciò che avviene sul campo è il sale del calcio, ed è uno dei motivi per cui questo sport è amato e seguito. Ciò che invece fa male è sindacare su questioni che non riguardano il campo. Il Catanzaro ha una proprietà solida. Non riconoscere gli sforzi economici fatti da Cosentino non è bello, perché ferisce chi questi sforzi li ha compiuti. Siamo in corsa per un obiettivo importantissimo. Il fatto che questa società ti dia la certezza di poterci riprovare l’anno successivo, nel caso non si raggiunga l’obiettivo quest’anno, è un grande successo. Vale forse più di un’eventuale promozione.

Pensare con fiducia anche agli anni successivi non avveniva dai tempi ormai lontani delle società di Ceravolo, Merlo e Albano, le ultime vere società che ha avuto Catanzaro. Bisogna ritrovare quel magico connubio che ha fatto grande il Catanzaro, la società da una parte e il tifoso dall’altra. Affinché questo avvenga sono necessari sforzi da ambo le parti per non creare malintesi e tensioni nocive.

La società faccia la società, cresca sempre di più puntando all’organizzazione ed eviti di esternare malcontenti che per volontà o per malintesi possono essere fraintesi e fare il gioco di quei pochi abituati a compagini societarie costruite sul nulla. Una società forte si arma di corazza, accetta le critiche costruttive, programma, progetta e guarda avanti. Se questo avverrà, il tifoso non può fare altro, gioire per le vittorie, arrabbiarsi per le sconfitte e sostenere sempre e comunque il Catanzaro.

Ora la partita. Alla fine sugli spalti si conteranno tremila spettatori e ci riempe di piacere il fatto che ci sono anche i tifosi venuti dalla provincia e non solo. Questa volta la curva si è fatta sentire. La squadra è stata sostenuta verso la vittoria.

Brevi ripresenta il Catanzaro che avevamo visto nell’ultima in casa contro il Perugia. E’ lo stesso modulo e le uniche varianti sono Rigione per Bacchetti e Fioretti per lo squalificato Germinale. Sul “Ceravolo” soffia il vento, nel primo tempo alle spalle del Catanzaro. Qualcuno potrebbe pensare che tale fattore influisca sul fatto che il Catanzaro si riversi nella metà campo avversaria ma non è così. La squadra di Brevi gioca un buon calcio, la difesa è alta e i due esterni aiutano il centrocampo, guidato da un Vacca veramente bravo nello smistare palloni per i compagni. Alla conclusione verso la porta grossetana ci arrivano quasi tutti, ci provano Russotto, Fioretti, Marchi, Benedetti e Madonia.

Già tutto questo dovrebbe bastare per capire che parliamo di un’altra squadra, rispetto a quella vista in precedenti occasioni. E’ un Catanzaro che diverte e gli applausi dei presenti lo confermano. L’unica vera pecca è quella di sempre: non essere cinici sotto porta. Un’altra pecca invece è quella che i nostri uomini offensivi cerchino spesso il fraseggio e poco le conclusioni da fuori. Su questo Brevi dovrà lavorare, senza dimenticare che Madonia, in netta ripresa, deve ancora trovare la giusta intesa con i suoi compagni.

Quando termina la prima frazione c’è l’amarezza di non essere in vantaggio. Il Grosseto, pur senza fare barricate gioca una buona partita e con l’ottimo Ferretti colpisce un palo con un tiro da fuori. Quando inizia la ripresa non ci sono cambi ma c’è una novità tattica significativa. Vitiello (altra grande prestazione) è spostato sulla linea dei centrocampisti, con Russotto largo a destra sulla linea degli attaccanti. Questa variante tattica, a nostro avviso, è stata fatta dal mister per fare rendere meglio il calciatore che ha più talento fra le fila giallorosse.

Parliamo di Russotto. A prescindere dal ruolo ieri l’ex under 21 non è apparso in gran giornata e può capitare. E’ importante adesso recuperarlo soprattutto dal punto di vista morale perché uno come lui (vedi assist sul corner vincente) può decidere le partite da solo.

Anche nella ripresa il Catanzaro continua ad essere arrembante ma non passa. Con il passare dei minuti le squadre per la stanchezza cominciano ad allungarsi, Brevi richiama Benedetti e lo cambia per Martignago; due minuti dopo esce Vacca perché in settimana non si era allenato per qualche problemino ed entra Morosini.

Il Catanzaro adesso è più offensivo con quattro attaccanti, ma avendo un uomo in meno a centrocampo il Grosseto trova spazi per ripartire e prima un contropiede di Ricci e poi un tiro da fuori di Onescu per poco non castigano i calciatori in maglia rossa. Il merito dei ragazzi di Brevi però è quello di crederci fino alla fine. Non c’è più il gioco fluido della prima ora di gioco, ma il Catanzaro si riversa in avanti. Ci prova Madonia con un tiro dei suoi.

Quando lo 0-0 immeritato per i giallorossi sembra scritto, un corner di Russotto trova pronto Sabatino a colpire di testa e fare esplodere il “Ceravolo”. Mancano pochi minuti alla fine e il Grosseto prova a pareggiare ma Bindi è attento sulla conclusione di Onescu. Tre punti importantissimi e vitali per la classifica.

Domenica ci attende l’Arechi e la Salernitana di Lotito. Ci sarà un grande pubblico perché la piazza granata per certi versi ricorda quella del Catanzaro di una volta. Questa squadra e questa società adesso come non mai hanno bisogno del nostro sostegno. “Tutti a Salerno” non è una frase fatta: è un dovere.

Forza Giallorossi

Salvatore Ferragina

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Salvatore Ferragina

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