Le autobotti a casa degli amici

Agli atti dell’indagine che sta squassando il Comune anche le raccomandazioni per avere la fornitura quando tutti gli altri erano a secco

Ciò che riportano oggi i vari organi di stampa era già emerso tempo addietro. Ci riferiamo a quando, durante le giornate post alluvione, con l’acquedotto saltato, alcuni cittadini avevano denunciato di avere visto  (con tanto di foto allegate che hanno fatto il giro di vari social network) che alcune autobotti della Protezione Civile e di ditte private, raggiungevano le abitazioni di alcuni concittadini ritenuti importanti.

Sul portale della Gazzetta del Sud online oggi è riportato il seguente articolo che riportiamo integralmente.

 

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È facile definirlo un “verminaio”, molto meno raccapezzarsi tra ipotesi di reato messe nero su bianco, intercettazioni borderline e comportamenti eticamente censurabili. Ma di sicuro l’inchiesta che sta scuotendo il Comune di Catanzaro è soltanto all’inizio. Dalle informative della Digos saltano fuori spaccati tutti da approfondire, a cominciare da quello captato dagli inquirenti lo scorso novembre quando la città era senz’acqua a causa della rottura della condotta di Santa Domenica.

Ebbene, è cominciato un giro vorticoso di telefonate con tanto di politici che hanno chiesto corsie preferenziali per le autobotti destinate ad amici e parenti.

La Magistratura sta valutando eventuali ipotesi di reato, così come per altri mille rivoli dell’inchiesta. Intanto il sindaco Sergio Abramo e l’assessore regionale Mimmo Tallini, con una serie di comunicati stampa, sono entrambi intervenuti «per chiarire alcuni aspetti del fascicolo e difendere la legittimità del loro operato». Da parte sua l’opposizione continua a sparare a zero. Il Pd chiede al ministro Alfano di verificare se vi sono gli estremi affinché il prefetto invii una commissione d’accesso al Comune.

Autore

Redazione

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