Rassegna stampa

Re Giorgio salva il Catanzaro

Gol lampo di Biancone, ma quando il Benevento va in vantaggio ecco Corona.
da Il Quotidiano

BENEVENTO ­ Re Giorgio ha fatto tredici. Un guizzo di Giorgio Corona, lesto in avvio di ripresa a bruciare Voria e Tchangai sul tempo per raccogliere l’invito al bacio di Ferrigno, è servito a scrivere il definitivo 2-2 in calce ad una partita, quella fra Benevento e Catanzaro, che non è stata avara di emozioni e che alla fine si è conclusa col risultato più giusto, anche se questo pareggio allontana la formazione di Braglia dalla vetta nella domenica in cui le rivali vincono in blocco.
Non è stata una gara bellissima sul piano tecnico-tattico: molto furore agonistico, poca lucidità da entrambe le parti. Troppo alta la posta in palio perché la contesa non si tramutasse ben presto in una battaglia. Non si è visto neppure il miglior Catanzaro della stagione, ma non era al “Santa Colomba” che i giallorossi potevano invertire la rotta di un rendimento esterno balbettante (solo due successi fuori casa, a fronte del ruolino di marcia stratosferico al “Ceravolo”), non nel giorno in cui il tecnico faceva la conta degli assenti: Zattarin, Alfieri e Zappella a casa, il nuovo acquisto Luiso non disponibile, il furetto Toledo bloccato da un inghippo burocratico (ceduto in comproprietà all’Udinese, deve aspettare un nuovo tesseramento per essere utilizzabile: tornerà contro il Foggia). Braglia ha schierato la formazione annunciata, con Ascoli a chiudere la linea difensiva, il debuttante Pierotti preferito a centrocampo a Caterino, De Simone in tandem centrale con Briano e Biancone rispolverato titolare per sostituire Toledo. E proprio Biancone, dopo soli 38 secondi, ha fatto esplodere la gioia dei mille tifosi catanzaresi al seguito: cross comodo di Tommaso Dei per lo stacco vincente dell’attaccante. Lotti ha provato a metterci una pezza ma la palla è entrata lo stesso.
Tutto facile? Macché. Il Benevento ha subito trovato il pareggio: Di Nardo si è guadagnato una punizione al limite dell’area, Riccio l’ha toccata piano per Voria che ha sparato un destro violento a radere l’erba e ad infilarsi nell’angolino basso alla destra di Lafuenti. Dopo aver rimesso le cose a posto, il Benevento ha preso l’iniziativa, il Catanzaro è stato bravo a chiudere gli spazi. E così, a parte un paio di ammonizioni (De Simone per fallo, Di Nardo per proteste), il taccuino è rimasto deserto fino al 38′, quando una punizione di Colletto dalla destra ha messo in affanno Lafuenti, che ha smanacciato: sulla respinta, Vanacore ha cercato la conclusione vincente al volo ma ha sbagliato mira e centrato la schiena di un difensore. Quando l’intervallo era alle porte, un passaggio sbagliato da Milone ha innescato la ripartenza del Benevento: Vanin ha recuperato palla, ha guardato la posizione di compagni e portiere, poi ha sfoderato un destro imprendibile che ha scavalcato Lafuenti lasciandolo di stucco. Due a uno.
Il Catanzaro è tornato in campo rabbioso e ha trovato il pareggio nel giro di sette minuti. Lampo di Ferrigno sulla fascia, cross in mezzo per Corona che si è infilato in mezzo a Voria e Tchangai ed ha superato Lotti. Un minuto dopo, Braglia ha tolto dalla mischia Pierotti e inserito Caterino, quarto ex del pomeriggio dopo Dei, De Simone e Ferrigno. Al 17′, il Benevento ha avuto la palla per il 3-2: cross di Riccio per Vanin che da due passi ha fatto da torre per Di Nardo. A due metri dalla linea di porta, l’attaccante di Mugnano si è avvitato in rovesciata ed ha ciccato la palla, sulla quale neppure Molino è riuscito ad arrivare.
Al 20′ una punizione velenosa di Ferrigno dalla sinistra ha tagliato tutta l’area piccola, con Tchangai che in tuffo ha messo in corner. Un minuto dopo, miglior sorte poteva avere il contropiede innescato da Molino per Bruno, che ha trovato un tiro debole, facile preda di Lafuenti. Braglia ha inserito Rodrigo Machado per Biancone, ma il brasiliano è stato evanescente, tanto da essere sostituito allo scadere da Cunzi.
La gara si è addormentata così, senza risvegliarsi né alla punizione di Caterino alta alla mezzora, né su quella di Vanacore che all’ultimo granello di clessidra non ha trovato nessuna anima buona puntuale all’appuntamento.

Gianluca Romano

Autore

Paolo Spinoso

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