La Striscia

Sconfitta pesante, ora serve lucidità

Sanderra inerme davanti a una squadra costruita male dal duo Ortoli-Moriero. La società chiamata scelte delicate in vista del mercato di gennaio

curvastadioSeconda sconfitta interna per il Catanzaro, la prima in assoluto dell’era Sanderra. Una sconfitta che fa davvero male perché allontana il Catanzaro dalle posizioni di vertice e da quel sogno cullato in estate.

Il “Ceravolo”, malgrado l’orario comodo domenicale, non ha un bel colpo d’occhio. La curva stranamente ha ampi spazi vuoti: fra abbonati, paganti e tifosi ospiti si arriva a stento a tremila unità. Gli Ultras espongono uno striscione ricordando la telenovela sullo stadio. Arriva anche un centinaio di tifosi da Caserta che intonano qualche coro pro-Cosenza (le due tifoserie sono gemellate) tra l’indifferenza di quelli giallorossi che, in trasferta, sono abituati a sostenere solo la loro squadra. Per le tifoserie amiche i cori si fanno solo quando ci si confronta.

La tifoseria giallorossa, quella più appassionata, aspettava questa partita quasi come una finale. Inutile sottolineare che la sconfitta subita ieri è una vera mazzata. Bisognava racimolare più punti possibile prima del giro di boa e in vista del mercato invernale, sia per dare fiducia e autostima alla squadra, sia per scuotere un ambiente che vivendo giustamente d’entusiasmo, aveva bisogno di un’iniezione di fiducia dopo le delusioni avute. 

E’ giustissimo criticare le scelte fatte in modo civile. Il tifoso e gli addetti ai lavori non possono nascondersi dietro un dito. Allo stesso tempo, però, bisogna essere lucidi, perché proprio in questi momenti occorre affrontare tutti insieme le difficoltà, bisogna essere presenti come quando si festeggiano le vittorie. Gli errori nella costruzione della squadra sono evidentissimi. Uno dei responsabili è stato esonerato (Moriero), mentre Ortoli è ancora al suo posto. Toccherà alla società valutare  l’operato del direttore sportivo e prendere gli opportuni provvedimenti. 

560kamaraPurtroppo è andata male, la sconfitta di ieri è figlia di errori tecnici estivi. Lo abbiamo detto ieri a caldo e lo ribadiamo adesso. I campanelli d’allarme erano iniziati già nella partita in casa con il Martina, sono proseguiti nel secondo di tempo di Melfi e poi sono stati accentuati nelle altre partite che è inutile elencare. Sono errori che nel calcio ci stanno. Chi opera è normale sbagli, ma allo stesso tempo è giustissimo che ognuno si assuma le proprie responsabilità perché il tifoso non può conoscere a fondo le caratteristiche tecniche o l’integrità fisica di tutti i calciatori e le capacità dell’allenatore da scegliere. Chi è pagato per costruire la squadra invece sì.

Noi, come tifosi e addetti ai lavori, dobbiamo mantenere la lucidità necessaria. La società va aiutata proprio in questi momenti, quando c’è da uscire dai momenti di difficoltà, allo stesso modo in cui si è presenti quando c’è da festeggiare una vittoria o una promozione. Siamo tutti tifosi del Catanzaro e allo stesso tempo non crediamo affatto che il presidente Cosentino sia contento di ciò che sta accadendo. Cerchiamo di essere lucidi nei giudizi. Apostrofare questo o quel calciatore, o lo stesso direttore, non porta a nulla: la decisione finale spetta solo a chi è il proprietario del Catanzaro Calcio. La società non confonda chi critica, guardando quello che succede in campo, con chi aspetta la proprietà al varco sperando che getti la spugna e abbandoni il Catanzaro al suo destino. Un destino che abbiamo già vissuto nei 20 anni pre-Cosentino.

Per capirci, chi ieri prima della partita ha applaudito il Presidente con scroscianti battimani, a fine partita era il primo a imprecare contro Ortoli e contro chi in campo ha giocato male. Questo è l’essere puro del tifoso, quello che al 90esimo ha in corpo rabbia e delusione. Una delusione che è identica alla sua, caro Presidente.

cosentombrelloSappiamo benissimo che questa società deve crescere in termini di organigramma e di competenza. Perché conosciamo le difficoltà che ci sono nel mondo del calcio e gli ostacoli che la parte malata della città ha alzato nei confronti di questa proprietà. Non bisogna abbattersi, bisogna cercare di guardarsi attorno, individuare le giusta risoluzione dei problemi, confrontarsi con chi vive nell’ambiente del calcio, perché ogni consiglio può essere un valore aggiunto. La scelta dell’esonero di Moriero è un segnale forte, perché ha fatto comprendere che questa società vuole rinascere, vuole vincere e non sprecare gli investimenti di questi quattro anni. C’è una base importante da cui ripartire, una base che può crescere attraverso i risultati: è la tifoseria giallorossa ed è dalla parte di Cosentino.

Per quanto riguarda la partita, poco da dire. Sanderra si affida alla difesa vista a Messina con l’unica variante di Ricci al posto di Daffara. Nel mezzo Vacca, Maiorano e Ilari supportano Barraco, Fofana e Kamara che nel tridente offensivo si cambiano spesso di posizione. Russotto parte dalla panchina, probabilmente per via della contrattura muscolare che gli aveva fatta saltare Messina.

L’inizio è subito traumatico. La Casertana sa che l’unica fonte di gioco del Catanzaro è Vacca, così la prima punta Diakite e il piccolo Cunzi hanno, oltre al compito di offendere, quello di contrastare l’ex beneventano. Bloccata la fonte di gioco, nessuno degli altri elementi in casacca rossa ha la capacità d’impostare. Ilari vaga nel campo in una posizione ibrida e Maiorano cerca di contrastare i suoi dirimpettai, che lo sovrastano perché oltre ad avere più cattiveria rispetto ai nostri, sono in superiorità numerica nel mezzo.

Il goal dei falchetti è meritato. Il calcio è un gioco semplice: riconquista del pallone e ripartenza rapida. La squadra di Campilongo lo fa benissimo. Peccato che la prima marcatura nasca dalla solita disattenzione difensiva: un goal frutto degli errori che ci portiamo dietro da inizio campionato. Basta riguardare il goal di Scognamiglio preso a Benevento. Scambi sulla lunetta del corner, traversone al centro e goal del centrale difensivo.

Pur giocando male il Catanzaro crea almeno due palle goal nel primo tempo. Clamoroso è il palo d’Ilari, che forse poteva cambiare il corso della partita. Peccato perché è evidente che pur essendo una squadra assemblata male, tecnicamente le giocate ci sono. Mettendo palla a terra gli avversari vanno in palese difficoltà, ma il  calcio è un gioco di squadra e se una squadra è stata costruita con elementi costretti a giocare in ruoli non consoni alle proprie caratteristiche tecniche, è evidente che le responsabilità di chi ha costruito questo gruppo (Moriero-Ortoli), sono chiare.

Catanzaro_JuveStabia_29A tutto questo bisogna aggiungere la condizione carente di alcuni elementi che l’anno scorso facevano la differenza. La difesa che non riesce mai a giocare d’anticipo, a prendere un pallone di testa nella propria trequarti. E poi la questione-Kamara, che doveva essere il nostro “Palanca” dell’anno di Tobia, e invece appare l’ombra di se stesso. Ma è inutile soffermarsi sui singoli. Lo facciamo solo perché è inspiegabile che calciatori dal passato importante o che da avversari del Catanzaro sembravano Maradona, oggi sembrino dei brocchi. Mettere il dito nella piaga non serve, semmai conferma che se un collettivo gira, anche un calciatore con capacità tecniche non eccezionali può essere utile alla causa. Senza, anche un campione troverebbe difficoltà.

Nella ripresa il Catanzaro non brilla. Paradossalmente l’entrata di Russotto fa emergere ancor di più i problemi di un collettivo che non c’è. Il suo ingresso scuote il Catanzaro e i suoi assoli mettono in difficoltà la difesa rossoblu sulla fascia destra. Una traversa dello stesso attaccante e un altro paio d’occasioni potrebbero portare il Catanzaro al pareggio, ma quando Campilongo capisce (dopo aver fermato Vacca nel primo tempo) che basta triplicare la marcatura su Russotto, la partita è in cassaforte per i falchetti. Nessuno ha la forza, ma soprattutto le caratteristiche per inventare qualcosa. La manovra è improvvisata e affidata al povero Maiorano che non ha di certo l’indole per fare il regista.

Le soluzioni in panca per Sanderra non ci sono. Servirebbe un centrocampista dai piedi buoni. Ci sarebbe Morosini, ma evidentemente o non sta bene o durante gli allenamenti non ha convinto il tecnico. Di attaccanti neanche a parlarne. Uscito Fofana (come al solito per infortunio) entra Reis che, oltre ad essere stato fermo per lungo tempo, non è un bomber e lo dimostra quando sui piedi ha la palla del pareggio.

Inutile ribadire che tutto ciò è frutto di una rosa costruita male. D’altronde Sanderra l’ha detto dal primo giorno che ha messo piede a Catanzaro: questa è una squadra basata su canoni diversi rispetto al mio modo di fare calcio. Adesso bisogna solo lavorare e trovare le giuste soluzioni nel mercato di riparazione. Il torneo è ancora lungo e potrebbe riservare sorprese sia positive che negative. Proprio per questo chiediamo alla tifoseria tutta, agli addetti ai lavori e alla società, la lucidità necessaria per uscire fuori dal tunnel.

Forza Giallorossi, nelle vittorie e nelle sconfitte.

Salvatore Ferragina

Autore

Salvatore Ferragina

Scrivi un commento