Bergamini, per la Procura non ci sono colpevoli

Bergamini, per la Procura non ci sono colpevoliLa Procura di Castrovillari ha chiesto l’archiviazione per i due indagati nell’ambito dell’inchiesta per la morte dell’ex calciatore Donato Bergamini. Si tratta dell’ex fidanzata del calciatore, Isabella Internò, accusata di concorso in omicidio e del camionista, Raffaele Pisano, per favoreggiamento e false dichiarazioni.
Il calciatore del Cosenza Donato “Denis” Bergamini morì il 18 novembre 1989 investito da un camion. A 24 anni dalla morte la Procura di Castrovillari, il 16 maggio 2013, aveva notificato un avviso di garanzia per concorso in omicidio nei confronti dell’ex fidanzata di Bergamini.

L’avviso di garanzia era scaturito dalle indagini avviate dalla Procura di Castrovillari e una serie di perizie realizzate dai Ris e dal medico legale dopo la riapertura dell’inchiesta su richiesta della famiglia Bergamini.
Le indagini erano state riaperte proprio dalla Procura di Castrovillari nel luglio del 2011, alla luce di nuove risultanze investigative che sembravano aver ribaltato le conclusioni a cui era giunta la Corte d’Appello di Catanzaro nel 1992, quando il camionista fu assolto dall’accusa di omicidio colposo e si stabilì, anche alla luce delle dichiarazioni della ex fidanzata, che si trattava di suicidio.
La nuova inchiesta, dopo le ripetute insistenze dei familiari di Bergamini, era stata avviata dopo una perizia dei Ris di Messina dalla quale era emerso che il calciatore non si suicidò lanciandosi sotto un camion, ma era già morto quando fu investito. Isabella Internò è l’unica testimone oculare di quel presunto incidente stradale.
La versione del suicidio non ha mai convinto i familiari, tant’è che nell’ottobre scorso questi avevano inviato alla Gazzetta dello Sport una foto, poi pubblicata, scattata due mesi dopo la morte, che ritraeva Denis con il volto completamente intatto, senza nemmeno un graffio.

Il che lasciava aperti molti dubbi sul presunto trascinamento del corpo. Sono stati la sorella di Denis, Donata, e suo padre, Domizio, a decidere di rendere pubblica la foto, proprio per ribadire quanto fosse poco credibile ai loro occhi la tesi secondo cui l’ex calciatore si fosse lanciato sotto il camion che avrebbe finito per schiacciarlo.

corrieredellacalabria

Autore

Salvatore Ferragina

Scrivi un commento