Rassegna stampa

Toledo sulle orme di Kamara. È nel mirino dell’Udinese

da Gazzetta dello Sport

CATANZARO – Robson Machado Toledo, brasiliano di 23 anni a luglio, è il nuovo gioiello del Catanzaro. E’ da una settimana in comproprietà con l’Udinese, dove passerà a fine stagione. Per accordo preteso dal presidente Claudio Parente, se il Catanzaro fosse promosso in B e Toledo non fosse utilizzato in A, rientrerà in Calabria. Dopo l’esperienza di Diomansy Kamara, ceduto al Chievo due anni fa, la società giallorossa ha diversamente tutelato il suo nuovo capitale. E’ calciatore per combinazione Robson, che, sino a 18 anni, faceva faville nel calcio a 5 della Juventus della sua San Paolo, dopo aver incantato i bagnanti delle spiagge brasiliane. Il pallone è nel sangue della famiglia, in quanto Rodini, uno dei 4 fratelli più grandi, aveva giocato nel San Paolo. Il rampollo di casa era il nuovo orgoglio del papà, distributore di elettrodomestici, e della fidanza Nubia, ora moglie, conosciuta a 10 anni. A condurlo in un campo di 100 metri, fu l’ex napoletano Careca, presidente del Campinas, dove giocò per tre mesi. Lo stesso Careca lo segnalò, tramite Pieroni, al Perugia e Toledo arrivò in Umbria: due anni nella primavera e sei mesi nella prima squadra di Cosmi. Era ancora troppo acerbo per reggere la concorrenza di Ahn, Baiocco, Guinazu, Robbiati e Saudati. Fu così spedito a fare esperienza in Grecia, nella B del Kavalla, dove disputò 15 gare, realizzando 4 reti. “Mi trovai benissimo –racconta- però non mi pagavano. Ritornai così a Perugia, dove mi rimproverarono di aver lasciato la Grecia. Mi volevano mandare in Cina, ma rifiutai, rescissi il contratto e, per non lasciare l’Italia, andai nel Rieti.” Nell’interregionale, il brasiliano disputò 26 gare e fu notato da Massimo Procopio, un osservatore del Catanzaro. Il brasiliano colse a volo l’offerta e fu la sua fortuna. Dopo tanta panchina, Dellisanti lo promosse, nel trascorso campionato di C2, titolare delle ultime 22 gare (un gol all’attivo), dopo aver sudato a migliorarne il comportamento tattico. Al termine di tanta fatica e tensione (nella finale playoff andò in tilt, facendosi ingenuamente espellere), Toledo è ritornato in Brasile, prolungando la permanenza per l’instabile salute della mamma. Il tecnico Braglia, più che dalla mediazione del direttore generale Improta, è stato convinto dalle evidenti qualità a perdonargli il ritardo e dargli sin qui fiducia 17 volte in C1. A fronte di tante sollecitazioni ad affondare guizzi e colpi, Toledo ha realizzato tre gol, dando l’impressione di poterne realizzare molti di più. La serenità che gli mancava, l’ha quest’anno ricevuta dall’arrivo dal Brasile della moglie e della piccola Yasmì, una bambola color cioccolato di un anno. Braglia, ora, non gli concede tregua, la società non gli fa mancar niente, la città gli chiede una fetta di B, Spalletti gli manda a dire di credere in lui, il suo procuratore Gianni Prete vigilia sulla sua carriera. “La piazza di Catanzaro –conclude- prima mi spaventava, ora m’infonde coraggio. Prima di andare ad Udine, vorrei la B per questi stupendi tifosi. Credo nelle mie possibilità, ma so di dover migliorare.”

Fabio Blasco – Pagina nazionale

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