Intervistiamo

La cardiochirurgia del Sant’Anna Hospital ha raggiunto alti livelli di valutazio

Scritto da Redazione

Il Sant’Anna Hospital ha presentato i risultati della propria Unità operativa di cardiochirurgia, ricavati da un sistema di raccolta dai, analisi e controllo della qualità, in linea con gli standard internazionali. “Gli standard a cui abbiamo fatto riferimento – ha detto il direttore generale Giuseppe Failla – sono i più elevati a livello internazionale. Da anni cerchiamo di portare in Calabria una Sanità in linea con i tempi e questo passa necessariamente attraverso una valutazione del proprio operato molto più critica”.

Lo strumento utilizzato per migliorare le prestazioni è quello di Audit, introdotto dal Ministero della Salute alcuni anni fa, mentre il parametro utilizzato come riferimento per la mortalità è Sts, Society of thoracic surgons Usa. Gli interventi che sono stati studiati per la statistica del 2014 sono 707, fra questi il 34% ha riguardato casi di pazienti arrivati, anche da altre province, in regime di emergenza ed urgenza. La mortalità globale a 30 giorni dall’intervento è stata del 3,68%, una percentuale inferiore rispetto a quella prevista. “Il Sant’Anna – ha continuato Failla – non utilizza più parametri per la valutazione autoreferenziali, ma oggettivi.

Questo per garantire una maggiore trasparenza. Da quest’anno la nostra valutazione avviene correlando il resoconto delle attività con il loro esito. Per farlo abbiamo utilizzato il sistema statunitense che consente di valutare il lavoro sotto svariati profili senza dimenticare, però, che il dialogo con il paziente sta alla base del nostro operato. Così siamo riusciti a fornire tanto garanzia quanto trasparenza. Ci aspettiamo che a livello istituzionale si prenda atto dei nostri risultati e che questi siano da stimolo per indurre altre realtà a muoversi nella nostra direzione”. La clinica Sant’Anna per ciascun criterio di valutazione per la mortalità effettivamente osservata è al disotto della percentuale attesa. “I risultati ottenuti – ha sottolineato Daniele Maselli, direttore dell’unità di cardiochirurgia – dipendono sì da un intervento chirurgico ben fatto, ma questo incide con una percentuale inferiore rispetto al lavoro di insieme di tutte le componenti dell’equipe”.

Maselli ha illustrato anche i dati Agenas sull’emigrazione sanitaria calabrese per questo tipo di intervento. In totale i pazienti inviati fuori regione sono stati 961 fino al 2013. Per un intervento valvolare che potrebbero sostenere in Calabria il numero dei pazienti è di 667; Cosenza con 295 e Reggio Calabria con 206 sono le province con una percentuale più alta. “Tutto questo – ha spiegato Maselli – genera Drg per oltre 10 milioni di euro che potrebbero essere risparmiati e investiti nella nostra regione”.

L’obiettivo del Sant’Anna è quello di riuscire ad attivare un sistema di ricerca scientifica. Questo passa attraverso collaborazioni che la clinica ha già avviato in vari settori. Per la chirurgia endoscopica, la clinica si è avvalsa della collaborazione del dottor Hugo Vanermen, esperto mondiale in questa metodologia. Il Sant’Anna Hospital ha ripreso le Tavi, operazioni che prevedono l’inserimento di valvole a cuore battente.

“Quest’anno – ha concluso Maselli – quello che ci rende particolarmente soddisfatti è, però, l’attivazione di convenzioni con altre eccellenze nazionali ed internazionali. Per quanto riguarda lo scompenso cardiaco abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa con il Monaldi di Napoli i nostri pazienti che necessitino di trapianto cardiaco. Inoltre per quanto concerne la cardiochirurgia pediatrica, c’è la convenzione stipulata con il San Donato di Milano. Massimo Chessa e Alessandro Giamberti, dottori di fama internazionale, metteranno a disposizione dei nostri piccoli pazienti le loro competenze venendo qui a fare la visita. Il bambino dovrà effettuare solo l’intervento a Milano e poi il decorso ospedaliero sarà nella loro regione.

La sfida per il futuro, infine, è quella di associare all’attività clinica quella di ricerca e questo potrà avvenire sia attraverso l’E-Carb, un gruppo di ricerca multicentrico che coinvolge dodici tra i migliori centri europei, sia grazie alla convenzione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma che ha scelto il Sant’Anna per la condivisione di programmi di ricerca e per la formazione post laurea dei suoi specializzandi in cardiochirurgia”.

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