La Striscia

«Entusiasmo giocano le aquile»

Mentre il campionato sta per volgere al termine, è inevitabile guardare al futuro. Programmi, organizzazione, passione. Bisogna ripartire da qui

Sono poche le indicazioni date dal punto di vista tecnico in merito al match fra Catanzaro e Paganese svoltosi al “Ceravolo” domenica scorsa.
Un pareggio che aiuta i campani ad avvicinarsi quasi matematicamente alla salvezza e un risultato che conferma i giallorossi all’ottavo posto, che comporterebbe il diritto alla partecipazione alla Coppa Tim e al primato nell’effimera classifica regionale fra le calabresi che disputano lo stesso torneo.
Troppo poco, se pensiamo a quelle che erano le attese d’inizio stagione.
La partita di domenica non passerà certo alla storia, si è disputata al cospetto di uno scarsissimo pubblico, rumoroso solo per la presenza di tanti bambini che dovrebbero essere i futuri tifosi delle aquile.

Il ricordo di Pietro Rubino con un minuto di raccoglimento ha commosso tutti, un esempio del vero tifoso del Catanzaro nel bene e nel male.
Un buon primo tempo del Catanzaro, schierato con una sorta di 3-1-4-1-1 con una formazione inedita che ha visto l’esordio di Migani e D’Orsi.

Il goal del Catanzaro è stato davvero di pregevole fattura. Un’azione molto bella realizzata sull’asse RussottoSquillace che tanti problemi stava creando alla retroguardia della Paganese, terminata poi con un colpo di tacco di Ilari che ha imitato, con quel gesto tecnico, i campioni che hanno fatto la storia del calcio.
Un giusto premio per un ragazzo spesso bistrattato, che però rispetto a tanti suoi colleghi molto più amati, si è distinto sempre per l’impegno e la serietà dimostrata in campo e fuori dal terreno di gioco e di questi tempi non è poco.

Il goal della Paganese è rocambolesco. Le due squadre erano ferme per via di una segnalazione del collaboratore di linea che invece ha fatto continuare il gioco, senza fra l’altro farsi capire dai ventidue in campo, consentendo così a Calamai di mettere una palla al centro che Badara Sarr deviava infilando alle spalle dell’incolpevole Migani.
La ripresa ha visto un Catanzaro sulle gambe e una Paganese che non ha brillato per particolari iniziative degne di nota. Sanderra non si è accorto che il suo centrocampo era in riserva d’ossigeno, sia Giandonato sia Badara Sarr erano palesemente stanchi e quella dinamicità (Zappacosta)che poteva supportare meglio gli avanti giallorossi è mancata.

Pareggio alla fine sostanzialmente giusto anche se si recrimina su come il Catanzaro ha subito il goal ma che fortunatamente non pregiudica nulla per le sorti delle aquile.
Dopo aver discusso marginalmente della partita, è necessario adesso parlare del contorno, di tutto quello che sta accadendo attorno alla squadra di calcio e della speranza di rivedere il nostro Catanzaro non accontentarsi di un torneo anonimo come questo che finalmente sta per terminare.
Il “Ceravolo” è vuoto, anche gli abbonati preferiscono disertare. Noi non ci sentiamo di biasimare nessuno perché bisogna rendersi conto che la mentalità anglosassone, quella in cui la presenza del tifoso c’è a prescindere dai risultati sul campo, non ci appartiene. 

Noi calabresi, noi italiani, non siamo come loro e questa caratteristica sarà difficile cambiarla, allora è necessario intervenire su altro.
E’ inutile riaffermare quello che ormai è stato sbandierato da tutti e in tutte le forme. Sappiamo bene quali sono stati gli errori commessi ed è inutile pure ostentare soluzioni tecniche e organizzative che spettano solo ed esclusivamente a chi è proprietario dell’azienda calcio Catanzaro.

Sicuramente ci sarà sa analizzare gli errori commessi e colmare le lacune in seno all’organigramma societario, con l’unico fine di tutelare il patrimonio messo faticosamente in piedi negli ultimi quattro anni, inteso come parco giocatori, settore giovanile e tifoseria, compreso il nome della società di cui stiamo parlando che, pur fra tante peripezie, porta sempre una denominazione che ha scritto pagine epiche nella storia del calcio italiano.

Un dato è certo: il Catanzaro non può accontentarsi di una tranquilla salvezza in Lega Pro.
Sia chiaro, è un grande merito quello di Cosentino di aver ridato una dignità per quanto attiene la gestione economica.

In un calcio dove le classifiche sono stravolte da penalizzazioni per mancati pagamenti o dove anche l’iscrizione a un campionato è diventata un’impresa, sicuramente, rapportandoci a quella che è la nostra realtà, è davvero un grande merito di Cosentino essere riuscito a garantire tranquillità segnando una profonda discontinuità rispetto alle gestione dell’ultimo ventennio.

Gli spalti vuoti come abbiamo suddetto però, sono una sconfitta per tutti, ma qualcosa di positivo domenica c’è stata, noi ce ne siamo accorti e speriamo anche la società.
Ciò che scrivono gli Ultras sul loro giornalino che è distribuito le domeniche allo stadio, è un vero e proprio atto d’amore. Gli Ultras ci sono e ci saranno sempre. Sappiamo bene quanto possano essere trainanti per una piazza che vive di calcio ma che ora per svariati motivi sembra essersi distaccata.
C’è fermento anche nella tifoseria, c’è voglia di vedersi, incontrarsi e parlarsi, c’è voglia di riprendersi il Catanzaro e dimostrare la vicinanza a questa società facendo quadrato, sapendo a priori che si può contare solo sulla tifoseria, giacché sul contorno che ci circonda (politici, imprenditori e questione stadio) è meglio stendere un velo pietoso.

Una scossa in questo senso, cogliendo questo primo assist iniziale della tifoseria, deve per forza di cosa darlo anche la proprietà, che è l’unica da cui poter ripartire per ridare speranza senza precludere alcun sogno.
Catanzaro, la sua tifoseria, la stessa società, devono dimostrare di avere ancora fame e voglia di calcio in una città dove poche sono le scelte e per questo bisognerà fare tutti quadrato attorno all’unico obiettivo comune che si chiama Catanzaro.

«Entusiasmo giocano le aquile» era un vecchio striscione che si esponeva nella “Massimo Capraro”.
Noi vorremmo che quell’entusiasmo ritornasse e solo in un modo può accadere, con il connubio che da sempre è quello vincente: società-tifosi insieme per tornare grandi.

Salvatore Ferragina

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Salvatore Ferragina

11 Commenti

  • SEMPLICEMENTE PERFETTO!!!<br />
    SE FOSSI COSENTINO TI ASSUMEREI COME TEAM LEADER DELLA COMUNICAZIONE IN SENO ALLA SOCIETA'<br />
    <br />
    ECCELLENTE E IMMENAMENTE CONCRETO.<br />
    <br />
    uzuturi

  • Vi spiego una cosa. Io sono convinto che cosentino da grande imprenditore qual’e’ appena ha capito che non sarebbe potuto arrivare nei primi due ha azzerato la squadra in modo da chiudere l’anno almeno in pareggio. E’ un grande. La mia proposta per il 2016 e’ di proporre la camoagna abbonamenti appena finisce questo campionato, al buio, e costruire la squadra adattandola al tenore di compartecipazione che mostreranno i tifosi. Fino a 3000 abbonamenti obiettivo sakvezza tranquilla, fino a 5000 obiettivo serie B da programmare in due anni,oltre 5000 Squadrone da B immediata.

    • Non è una cattiva idea, però non la vedo adatta al pubblico catanzarese: dare soldi vedere cammello. <br />
      Io torno a dire che a campionato iniziato andrebbero proposti i mini abbonamenti da 3 partite per incrementare la campagna abbonamenti. <br />
      Cmq complimenti per la proposta

    • Lo capisci o no che per la serie B serve lo stadio? Senza strutture idonee non vai da nessuna parte. Cosentino da grande imprenditore qual’è l’errore di fare il passo più lungo della gamba non lo commettera’ più. Catanzaro per cosentino purtroppo si e’ rivelata una scommessa persa. Salutami la piazza 😉

    • Stadio? Mini abbonamenti?? Ma avete visto in che condizioni giocano in serie b squadre come il carpi(capolista), entella, pro Vercelli (7 scudetti) e Frosinone. Prima di tutto lo stadio come si deve ci vuole in serie A, anzi per essere sinceri chi gioca in coppa. Poi volete gente allo stadio? Allora cominciamo a promuovere l’iniziativa di sottoscrivere l’abbonamento in qualsiasi giornata della stagione. Far tornare le scuole gratis in curva est, regalare la maglietta ufficiale a chi si abbona e no quella cacata di portachiavi. Agevolare chi è abbonato da più anni, prezzi stracciati per studenti universitari e anziani. Quando si faranno discorsi del genere potremmo parlare di serie B, altrimenti continuiamo a stare in C con la nostra mentalità da C. Forza Magico

  • Stefchenco io non ho parlato di stadio. Di nuovo stadio di proprietà parla solo stranieronellanotte, perchè ha una mentalità nuova, aperta, quella che serve per un salto di categoria. E sai perchè? perchè in Italia gli stadi di proprietà li hanno solo 3 squadre, Sassuolo, Juventus e Udinese. Il presidente dell’Udinese sta faticosamente ristrutturando lo stadio Friuli. La juventus …beh direi che i soldi li ha. Il sassuolo…ti allego uno stralcio di un articolo"Lo stadio è rimasto così all’asta fallimentare sino allo scorso 5 dicembre, quando è stato rilevato da Giorgio Squinzi, patron del Sassuolo, che per acquistarlo ha sborsato 3 milioni e 750 mila euro. Squinzi lo ha acquistato come gruppo Mapei e, pur essendo Mapei proprietaria del 95% del Sassuolo, non si può dire che il club neroverde abbia uno stadio di proprietà. Perché il modello di business è diverso rispetto a quello di Juventus e Udinese: la proprietà è dell’azienda del patron, anche se a tutti gli effetti il Sassuolo vi gioca ora senza sborsare un euro di affitto, dopo averlo pagato per anni a Modena". Ora Straniero si chiede" ma perchè Cosentino non spende i soldi per un bello stadio nuovo di proprietà. Domanda legittimissima per chi come lui ha passato una vita solo a vedere cavalli correre all’ippodromo<br />

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