Catanzaro, il Comune nel mirino dell’anticorruzione

A destare i sospetti dell’Autorità è stato l’eccessivo ricorso alla cosiddetta procedura negoziata

Il palazzo che ospita il Comune di CatanzaroL’Autorità nazionale anticorruzione guidata dal magistrato Raffaele Cantone ha puntato i suoi occhi sull’amministrazione comunale di Catanzaro. A sollevare la questione, tre consiglieri di centrosinistra: Vincenzo Capellupo (Pd), Antonio Giglio e Roberto Guerriero (Psi) che hanno ottenuto copia del documento inviato al Comune in seguito a specifica richiesta.
Nella lettera inviata dall’Anac a Palazzo de Nobili, si comunica di aver posto sotto osservazione il comparto degli appalti pubblici dal 2011 al 2014 – sei mesi di amministrazione Traversa e due di amministrazione Abramo – affidati sul territorio comunale nell’ambito dei servizi e delle forniture con importi superiori a 40mila euro. A destare i sospetti dell’Autorità è stato l’eccessivo ricorso alla cosiddetta procedura negoziata, un istituto giuridico regolato dal comma 40 dell’art. 3 del decreto legislativo 163/2006 che recita:

«Le procedure negoziate sono le procedure in cui le stazioni appaltanti consultano gli operatori economici da loro scelti e negoziano con uno o più di essi le condizioni dell’appalto».
Inoltre, il ricorso a tale procedura ha carattere eccezionale e può avvenire soltanto se sussistono determinati presupposti predeterminati dalla legge (se, alla chiusura di una gara d’appalto, non sia stata presentata alcuna offerta, ad esempio, o sussistano motivazioni di natura tecnico-artistica o in casi di estrema urgenza).
Preoccupanti, in effetti, i dati rilevati dall’autorità che sottolinea come il ricorso alla procedura negoziata sia stato, complessivamente, pari al 58,48%.

Ancora più seri i dati disaggregati: per il comparto servizi, il Comune ha pubblicato bandi in procedura negoziata per il 78,76%, mentre per le forniture, vi ha fatto ricorso per oltre il 97%. Il confronto che la stessa autorità fa nel documento con i dati rilevati nel periodo di osservazione antecedente, quello dal 2007 al 2011 in cui a governare era Rosario Olivo, è impietoso: 12,10% per i lavori e 15,8% per i servizi.
Così, le poche righe a firma di Cantone, si concludono con un monito ben preciso: «Al fine di effettuare le verifiche necessarie sugli affidamenti in corso, nonché per accertare che nelle future procedure attivate dalle articolazioni territoriali e funzionali del comune da Lei presieduto vengano rispettati pienamente i principi di concorrenza ed economicità sanciti dal Codice dei contratti pubblici e scongiurati potenziali fenomeni distorsivi, si ritiene utile rappresentare la necessità di una puntale e costante sorveglianza sia per i contratti in corso sia per gli affidamenti futuri».

In soldoni, le procedure relative a bandi e concorsi, è come se siano state commissariate dall’Anac.

Alessandro Tarantino

corrierecalabria

Autore

Ivan Pugliese

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