La Striscia

Rimediare prima che sia troppo tardi

La sconfitta con la Casertana è più di un campanello d’allarme. Bastano tre minuti ai falchetti per evidenziare tutti gli errori di una squadra costruita male
 

La prima di campionato provoca sempre emozioni particolari. L’attesa di un’estate intera, il gusto di vedere la propria squadra del cuore esordire fra le mura amiche e il sogno che ogni tifoso ha riposto nella propria mente, di vivere un campionato da protagonista. Sogno accentuato pure dalla voglia di rivalsa e di smentire quelli che sono i pronostici della vigilia. Purtroppo questo genere di sogni raramente si avverano e ieri ne abbiamo avuto la conferma.

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Il Catanzaro odierno è una squadra asfittica, senza qualità e nonostante l’impegno, l’ardore e l’intensità che provano a mettere i calciatori schierati in campo, gli effetti sono sotto gli occhi di tutti.
L’estate pallonara catanzarese è trascorsa fra preparazione, calciomercato, calcioscommesse e solite diatribe “silenti” (una sorta di guerra fredda) che oscilla tra stadio, politica e società.
Nel mezzo i tifosi frastornati, che vorrebbero solo parlare di calcio, pur essendo la stragrande maggioranza consapevoli che il contorno, inteso come istituzioni e imprenditoria, è latitante su tanti aspetti.

Il non parlare di calcio da un po’ di tempo e già un fatto grave che dovrebbe fare riflettere tutti su quello che sta accadendo. I mesi di luglio e agosto si sono consumati con la piccola illusione della partita di Coppa a Lecce, ma la cruda realtà sono state le amichevoli con compagini di una o due categorie inferiori che ci avevano fatto soffrire. La speranza che a un corposo organigramma tecnico corrispondesse una campagna acquisti di pari livello si è affievolita giorno dopo giorno. Nessuno chiedeva la luna. Tanti sono consapevoli che in questo calcio è necessario tenere sempre uno sguardo attento al bilancio per evitare spiacevoli e amare sorprese, specie se non arrivano i risultati. Chi è tifoso e chi ha seguito negli ultimi venticinque anni il Catanzaro ne è consapevole.

La vittoria di un campionato porterebbe a nuovi orizzonti dal punto di vista degli introiti, ma oggi ci sono dati inesorabili: l’entusiasmo della gente, unito a quello del presidente, rasenta lo zero, la crisi tecnica e di gioco è evidente e quella che sta per prospettarsi è una stagione con il rischio che le classiche “messe di Palermiti” siano dette anticipatamente. Ognuno si assuma le proprie responsabilità e corra ai ripari. Dovrebbe essere questo il monito da qui in avanti e quando parliamo di responsabilità, non ci riferiamo a quei 2500 di ieri presenti allo stadio fra abbonati e paganti che hanno sostenuto i ragazzi in campo e che solo alla fine hanno manifestato il proprio disappunto, “caricati” anche dalle dichiarazioni della vigilia del presidente ed esternati nei classici capannelli che si formano prima della partita nel piazzale antistante allo stadio. 

In tale situazione ci piace sempre ricordare la frase di Nicola Ceravolo“I giocatori e gli allenatori vanno e vengono, le società restano”. Ora il grande punto interrogativo è se davvero questa società rimarrà dopo le dichiarazioni della vigilia del suo massimo esponente, che ha mandato un messaggio di una resa quasi annunciata e un disimpegno alla fine dell’anno.

E allora com’è possibile porre rimedio? Gli errori tecnici possono essere corretti ma se le premesse sono quelle di un Catanzaro contrassegnato da una data di scadenza, come fosse uno yogurt, salvare il salvabile diventerà sempre più complicato e il rischio di una terribile annata, che annulli quanto di buono è stato fatto in questi anni, è concreto.

Oggi è giunto il momento di scoprire le carte e capire se quegli innamorati del Catanzaro ancora rimasti, che fra l’altro non sono pochi (vedi applausi al consueto giro di campo del presidente), quelli che momentaneamente hanno abbandonato per sfiducia e depressione, possano ritrovare l’entusiasmo che in primis deve trasmettere chi sta al timone della società.

Oggi non c’è solo una salvezza da conquistare ma la continuità del calcio a Catanzaro. Per non darla vinta a quel sistema che vuole che le nostre domeniche si riducano a una sfilata in qualche centro commerciale, a qualche mostra futuristica o a convegni di una Catanzaro che rinasce ma solo per i soliti noti. Senza aggiungere “quei tavoli” con il guru di turno che per avere consensi è pronto a dirti “tranquillo stiamo lavorando per voi”.

Da tutto questo non possono però esimersi dalle responsabilità il direttore generale e l’allenatore, Donnarumma e D’Urso. Tutte le concause di questo stato di cose prescindono dal fatto che sia stato costruito un organico che ha limiti evidenti e la giustificazione del budget limitato non può reggere, perché se volessimo mettere il dito nella piaga, basterebbe guardare quante “squadrette” hanno regalato soddisfazioni ai propri tifosi. L’esempio del Carpi in serie cadetta l’anno scorso, e nella passata stagione, per rimanere in tema, anche del Foggia, del Lamezia, del Cosenza e del Melfi, dovrebbe fare riflettere.

Tatticamente questo è un Catanzaro sbagliato e il modulo che non si addice ai suoi interpreti è la logica conseguenza di un gioco che non potrà mai esserci. Ha impiegato solo tre minuti la Casertana per capirlo ieri.

De Angelis ha castigato la nostra retroguardia nello stesso modo in cui stavano facendo il Sersale e la Vibonese nelle amichevoli estive e nell’identico modo che fece la Palmese nel test del “Poligiovino”.
Una difesa quasi obbligata ad alcuni movimenti innaturali che non possiede, nei tre elementi, quella fisicità necessaria per garantire protezione centrale che è inefficace perché in prima battuta i nostri difensori non hanno la forza di contrastare efficacemente gli avanti avversari. Le corsie esterne, che dovrebbero essere presidiate nella fase di non possesso (difesa a cinque), diventano così facilmente attaccabili.

I due esterni costretti, per i movimenti errati dei centrali, a improvvise diagonali, lasciano così praterie alle ali avversarie e il goal di De Angelis e le altre azioni in fotocopia del primo tempo, dove si è rischiata la seconda capitolazione nei primi trenta minuti di gioco, ne sono l’esempio lampante.
Se poi aggiungiamo i movimenti errati sul fuorigioco, i passaggi in orizzontale al cardiopalma e quelli in fase d’impostazione, quando Selvatico era sorvegliato sulla mediana, possiamo tranquillamente affermare che la soluzione più logica è quella di giocare uomo contro uomo.

Dunque, dire che oggi la difesa a tre è bocciata proprio nei suoi attori è poco. Difendere a quattro sarebbe una soluzione? Non sappiamo con quali risultati ma un dato è certo: si soffrirà sempre nell’impostare il gioco ma almeno ammucchiandoti difendi meglio.

Passando agli altri reparti c’è poco d’aggiungere a quello che i nostri occhi vedono. Dalla gara di domenica è emersa ancora una volta la mancanza di qualità in mezzo al campo: per giocare bene, oltre all’organizzazione, è fondamentale, infatti, avere a centrocampo gente con i piedi buoni e che sia in grado di dare qualche idea alla manovra della squadra e che sia un grado di assistere le due punte, una della quale (Mancuso) non lo è.

Con Agnello e Giampà, vale a dire due giocatori più di contenimento che d’impostazione, il solo Selvatico non può bastare. E’ molto complicato riuscire ad avere un gioco veloce e fluido, specie se gli avversari rimangono coperti dietro e non ti danno possibilità di ripartire (un classico del 3-5-2) perché tengono basso il baricentro senza accompagnare l’azione. Ecco perché bastano le sole frecce offensive dello scacchiere avversario di turno a mettere in difficoltà la nostra intera retroguardia.  

Infine un discorso a parte merita tutta la nostra preoccupazione quando parlavamo della mancanza di qualità in questa squadra. La risposta? Taddei, calciatore con dieci minuti nelle gambe ha creato da solo quello che nessuno era riuscito a fare nei novanta minuti di ieri e in tutte le amichevoli estive.

La considerazione finale sul campionato ci dice che all’inizio le squadre meno attrezzate, perché le corazzate devono ancora amalgamarsi, possono fare punti importanti. Tante ieri sono state le sorprese e fra queste non c’è stato il Catanzaro.

Il mercato è chiuso ma quello degli svincolati è aperto, speriamo in qualche segnale positivo per non continuare a farci del male. Vorremmo gridare “Tutti a Foggia”, qualcuno ci andrà sicuramente perché difficilmente si abbandona il Catanzaro.

Aiutateci a non abbandonarlo.

 

Salvatore Ferragina

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Salvatore Ferragina

28 Commenti

  • Analisi corretta Salvatore, squadra allestita male, difesa a tre che rischia di farsi infilare verticalmente nelle scorribande avversarie i due sulle fasce che nella fase offensiva dovrebbero offendere non ne hanno le capacita ed in fase difensiva vanno in confusione con i tre centrali <br />
    Nonostante Selvatico abbia compiti di impostazione del gioco manca il collante con il reparto offensivo e Mancuso parliamoci chiaro non puo’ fare la seconda punta, lui ama partire da dietro per bucare le difese non puo’ fare da spalla a Razzitti.<br />
    A tutto questo aggiungo che ho la vaga impressione (spero di sbagliarmi) che mister D Urso nonostante le sie dichiarazioni sia un integralista di questo CAZZO di MODULO e quando un allenatore non e’ in grado di cambiare assetto durante una partita o anche in base alle caratteristiche dell avversario direi che e’ BELLO che FRITTO.<br />
    E per ultimo ci metterei la ciliegina sulla torta <br />
    IL PRESIDENTE COSENTINO SI E’ ROTTO LE PALLE ed a fine anno lascera’ la societa’ magari per andare a riprendersi quello che era il suo PRIMO AMORE….LA REGGINA!!!!!

  • Rimembro ancora il Sig. Moriero (non lo chiamo allenatore perche’ lui non viveva di calcio), quando si era fissato con quel cavolo di modulo, centrocampo a due e NON SI CAMBIAVA mancu dopo chi u poveru Maiorano u ricoglianu cu u cucchiainu

  • Realistico e spietato!<br />
    Ieri in via Paglia, si è perso il mio cuoricino.<br />
    Taglia piccola e pelo giallorosso.<br />
    Aiutatemi a ritrovarlo.

  • Giampà non è un giocatore di contenimento…evidentemente non lo conoscete, fate parlare chi lo conosce davvero fin dall’inizio… quello è nato come trequartista nelle giovanili, non avrebbe mai fatto l’interno di centrocampo perchè non è cosa sua difendere e pressare, e l’hanno costretto…ha cambiato diversi ruoli, ma era un trequartista che ti poteva dare qualcosa in più in attacco, perchè se non lasciato solo a sfiancarsi inutilmente qualche giocata la può avere…quindi avete scritto una fesseria… l’unica cosa certa è che non possa giocare ora in un 3-5-2 se non come mezzapunta dietro Razzitti.. quindi un 3-5-1-1 cioè una cosa dell’altro mondo…Giampà non può assolutamente fare quel ruolo che gli stanno attribuendo nelle sue condizioni attuali (vedi età), ha paura pure di tentare di saltare un uomo e lui lo faceva…non ha la libertà di farlo in quel ruolo attuale e purtroppo Taddei gli è superiore…

      • no, purtroppo io non lo vorrei vedere, e mi spiace ammetterlo perchè il giocatore l’hanno rovinato…ma se proprio dovessero farlo giocare, potrebbe subentrare SOLTANTO in quel ruolo a partita in corso…ultimi 20 min al massimo

  • credo che il primo passo lo deve fare la società con una conferenza stampa con la quale ci dicono che intenzioni hanno e come vogliono agire, oltre alle scuse a quei coglioni (2500) che ieri hanno assiepato i gradoni del Ceravolo (partita alle 15 del pomeriggio con la gente ancora amare). <br />
    Credo che Cosentino non lo farà mai, ma noi innamorati ci passiamo sopra, chiedere scusa è un atto di grande intelligenza quando si sbaglia, quindi ci accontentiamo di sapere di che morte dobbiamo morire.

  • Giampà era uno che svariando si accentrava, dribblava, vedeva la porta e tirava… e spesso anche a giro… come fa a tirare in porta con questo modulo? Non si avvicina neanche alla porta… Come si fanno a scrivere queste cose? Giampà ed il contenimento = 2 mondi opposti… per favore! Quando uno è proprio scarso (D’Urso) col calcio non dovrebbe avere a che fare… …mettere a 38 anni uno a fare contenimento (che non è cosa sua dall’inizio ed è nato a Girifalco e giocava qui da piccolo…)…basta con queste baggianate!

  • un allenatore che manco li prova nel loro ruolo… la scelta più sbagliata non è manco Donnarumma… dove li ha provati a questi? Vi risultano amichevoli con 4-4-2 …4-3-1-2<br />
    un allenatore che vorrebbe tentare di difendersi con gli esterni che se arrivano in fondo a crossare (e se ce la fanno a crossare) è un MIRACOLO…<br />
    E’ SCARSO LUI IN PRIMIS<br />
    devo continuare? o cangia capu o ala casa…VOTO SOTTO ZERO, altro che 4… MULO

  • @aquiladelnord non è modesto, altrimenti avrebbe capito (vediamo se capisce ora)… è scarso e si intestardisce, non prova quello che deve provare…è convinto di poter adattare il modulo del piffero, con gli esterni che saltano gli uomini e crossano… (li ha visti solo lui)…ah, poi se lo farà Bernardi non lo so… vediamolo…<br />
    <br />
    come dovrebbe metterla dentro questa squadra? Non l’ha messa dentro con squadrette di periferia… bisogna guardare in faccia alla realtà…

  • Spero di poter chiarire una volta per tutte tutti i vostri dubbi: gicos si decise a rilevare la squadra del catanzaro solo dopo aver ottenuto promesse sia da parte delle istituzioni che avrebbero dovuto garantire per le infrastrutture si da parte della classe imprenditoriale che avrebbe dovuto garantire aiuti economici sottoforma di sponsor. Tutti sapete che le promesse non sono mai state mantenute e oggi cosentino giustamente, come ha già lasciato trapelare in un intervista, sta meditando di lasciare il calcio. Lo fa senza però regalarci l’ennesima onta del fallimento. Lo fa cercando di arrivare a fine campionato con i conti in ordine per facilitare un nuovo eventuale acquirente. Cos’altro dovrebbe fare questo signore? I conti saranno in ordine e se l’acquirente c’è allora va bene contrariamente Gabriele ci saprà suggerire a chi bisogna consegnare le chiavi. La pacchia è finita!

  • Straniero, purtroppo molto di quello che dici è verità oggettiva. Io mi sento come quello che aspetta l’ SMS dell’addio per sempre amore mio. Il ciclo di Mister Gicos sembra essere giunto al tramonto e la nottata che seguirà potrebbe essere lunga. La speranza che qualche personaggio serio venga a prendere il timone della società è molto remota per cui non mi resta che confidare nella professionalità dei tesserati e pregare che ci sia sempre qualcuno messo peggio di noi.

    • Un presidente cosi’ andava assecondato su tutto. Invece è stato preso a pesci in faccia. È stato contestato fin dal primo giorno. La cosa che mi perplime di più è la stampa che gli sta voltando le spalle. Ma dico ieri qualcuno si è accorto del campo di patate? È questo che merita il Catanzaro? Mai, mai una contestazione nei confronti di chi ha ostacolato la rinascita del calcio a Catanzaro. In questi quattro anni nei confronti di gicos ne hanno combinate di cotte e di crude. Concordo con il presidente quando dice che a Catanzaro non ci sono più le condizioni per fare calcio. La piazza non è più quella di una volta e traguardi come la serie B saranno pura utopia.

  • Sono l’unico a pensare che sia troppo presto per mettersi angosce del genere e specialmente metterle ai giocatori?(specialmente ora cje il mercato è chiuso?) tirare le somme a dicembre non sarebbe meglio?

  • Sei proprio un ignorante puro e genuino, ma non pagante, quindi taci che è meglio. Tanto per renderti meno ignorante leggiti la storia del Catanzaro visto che più di una volta hai affermato che che non siamo mai stati in IV serie (n.b. IV vuol dire quarta).

  • Una piazza che si scandalizza se parli di stadio. Di infrastrutture in generale. Una piazza rassegnata ed incapace di vedere al di là del proprio naso. Incapace di capire che innovare è necessario per stare al passo con i tempi. Che piazza signori… che piazza…

  • E chiaro che quando dico che andremo dove non siamo mai stati, intendo da quando siamo retrocessi dalla serie A. Caro MANITU’, ricorda e non te lo scordare che il vero IGNORANTE è quello che da dell’ignorante agli altri. AUG.

  • Tutti allenatori….ma Catanzaro …i tifosi catanzaresi…gli amici imprenditori….io nel mio piccolo ho due abbonamenti…e neanche posso andare allo stadio …ma è il mio piccolo…piccolissimo contributo, per dare una mano per far crescere il Catanzaro senza aspettarmi nulla in cambio….ma solo un piccolo attimo di felicità …

    • magari fossero tutti allenatori…a cominciare da chi scrive che Giampà sia un giocatore "più di contenimento"… a 38 anni poi…questo strafalcione se lo deve ricordare…chiedete a Giampà se lui preferisce giocare mezz’ala nel 3-5-2 a rincorrere gli avversari senza mai vedere la porta (é dura alla sua età se spende troppe energie) oppure dietro le punte con libertà per tentare assist e tiro in porta…lasciando perfino perdere il discorso che un altro potrebbe oppure no far meglio di lui al suo posto

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