Intervistiamo

Ciardiello: «Credo nella rimonta del Catanzaro»

Un esempio di lavoro e dedizione. Calciatore che avrebbe fatto la differenza nel Catanzaro di oggi, sia in campo che nello spogliatoio. Stiamo parlando dell’ex giallorosso Marco Ciardiello
 

Continua l’appuntamento con le interviste di Puntonet. Il nostro viaggio fa tappa a Salerno dove vive un “Vecchio Capitano” giallorosso. 

 

Formazione del Catanzaro 2002/2003Cosa fa oggi Marco Ciardiello dopo aver appeso le scarpette al chiodo?

«Il Ciardiello di oggi vive come sempre su un campo di calcio 7 giorni su 7, sono il responsabile e naturalmente allenatore da 7 anni presso la Scuola Calcio Polisportiva Nikè di Salerno».

 

La tua ultima intervista sul nostro portale risale al 2002, precisamente alla vigilia del match tra Giugliano e Catanzaro. Dopo gli undici punti conquistati nelle prime 10 partite, il Catanzaro di mister Delli Santi era alla ricerca della classica vittoria scaccia crisi. I tre punti non arrivarono nella trasferta campana, ma la nostra intervista portò fortuna e il Catanzaro riuscì a risollevarsi chiudendo il campionato al quarto posto in classifica. Quale fu la svolta decisiva?

«Ma a dire la verità non ci fu una vera e propria svolta, eravamo una squadra quasi completamente nuova che con il tempo diventò veramente forte, quell’anno ci fu anche il passaggio societario tra Mancuso e il duo Poggi-Parente con l’intermezzo di alcune cordate poco affidabili, quindi non fu un anno tranquillo diciamo, ma comunque fu una fantastica cavalcata, arrivammo fino in fondo a disputarci la finale con l’Acireale».

 

Ads336x280

Ciardiello capitano del CatanzaroProblemi tecnici e mentali hanno portato il Catanzaro a lottare nei bassifondi della classifica. Come si esce da queste situazioni?

«Sono sicuro che con l’arrivo del mio amico Alessandro Erra le cose si sistemeranno.  Abitiamo a meno di un Km di distanza e ci conosciamo da tempo, abbiamo lavorato insieme a Nocera con la Nocerina dove lui era l’allenatore ed io il suo secondo, molto concreto dal punto di vista tattico e grande motivatore, con qualche innesto di qualità e con l’aiuto dell’entusiasmo, che bisogna ritrovare, credo in un Catanzaro in rimonta».

 

Il Catanzaro vive un momento di difficoltà anche in società. Il presidente Cosentino ha deciso di gettare la spugna e probabilmente lascerà la squadra a fine campionato. Quanto influisce una situazione del genere sul rendimento dei calciatori?

«Io ho vissuto sempre anni difficili a livello societario, ma lo spirito di gruppo e l’alchimia che avevamo creato con i tifosi ci portò a coronare il sogno in due anni dalla C2 alla serie B, quindi bisogna fare quadrato intorno alla squadra ed evitare che i problemi societari entrino a far parte del lavoro quotidiano della squadra».

 

Quale calciatore ricordi con più simpatia e quale ti ha impressionato maggiormente nelle stagioni disputate sui Tre Colli ?

«A Catanzaro ho un’enciclopedia di ricordi, dal primo anno con Morrone in panchina dove con Babuin, Bonacci, Di Napoli eravamo praticamente inseparabili, all’ultimo anno con Giovanni Caterino amico storico dai tempi del Palermo».

 

I tifosi giallorossiDa quanto tempo non torni a Catanzaro? Ti piacerebbe vivere un’altra esperienza in Calabria da allenatore o dirigente?

«A Catanzaro sono tornato quest’estate solo per un paio di giorni,  sono stato con mia moglie a Soverato dove ho ritrovato vecchi amici e fatto due giorni di mare fantastici. E allora, giusto per essere ottimisti, quest’anno il Catanzaro con una grande rimonta vince i play-off e approda in serie B e Ciardiello diventa responsabile del settore giovanile ed entra a far parte dello staff di Alessandro Erra».

 

Com’è cambiato il calcio e cosa rimpiangi rispetto a quando lo vivevi da calciatore?

«Ho avuto la fortuna di giocare nel periodo in cui c’era poca televisione e internet e quindi gli stadi erano sempre pieni di tifosi, poi mettiamoci che da quando ho smesso, le scommesse hanno inquinato e non poco il calcio moderno, e mi fermo qui…».

 

Il calcio spezzatino e la Pay TV. Un argomento delicato che innesca discussioni, svuota gli stadi e troppo spesso calpesta la dignità dei tifosi. Qual è la tua visione al riguardo?

«La televisione e la Pay tv hanno reso ormai il tifoso pigro, poi metti che spesso si gioca anche quando la gente lavora. È vero anche che gli stadi italiani non sono modernissimi, ma quando si giocava tutti la domenica pomeriggio dalla seria A alla serie D, era un rito ed un piacere andare allo stadio, quindi la dignità di ogni tifoso era sacra perché c’era più senso di appartenenza verso la squadra della propria città».

 

Ciardiello durante la finale play-off contro l'AcirealeCalcioscommesse: problema diffuso o causato da poche mele marce?

«Le scommesse in sé sono il vero marcio del calcio moderno. Lo Stato ci guadagna una marea di soldi, le Leghe sono sponsorizzate da agenzie di scommesse, molte società sono anch’esse sponsorizzate da agenzie di scommesse, molte società non pagano giocatori e dirigenti e quindi, senza  fare la solita retorica o il falso perbenismo, si sentono quasi autorizzati ad organizzarsi per portare a casa soldi apparentemente facili. Personalmente non capisco chi autorizza a quotare anche la serie D e il campionato Primavera, quindi penso che sia proprio un problema diffuso; anche le mele mature possono diventare marce».

«Io vi saluto e vi ringrazio per la considerazione e come sempre da quando ho messo piede al Ceravolo,   Forza Catanzaro. Un vecchio Capitano. Marco Ciardiello».

 

 Red

Autore

Arturo Ferraro Pelle

10 Commenti

Scrivi un commento