Intervistiamo

L’Università di Catanzaro, prima nel Sud

Scritto da Redazione
A decretarlo,è l’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario, secondo cui l’ateneo catanzarese, “è la prima nel meridione  per la qualità delle pubblicazioni scientifiche valutate
 

La qualità della ricerca scientifica è molto alta all’Università Magna Graecia di Catanzaro. A decretarlo, secondo quanto riferisce un comunicato dell’ateneo, è l’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario, secondo cui l’Università catanzarese, “è la prima del Sud per la qualità delle pubblicazioni scientifiche valutate.

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Risultato grazie al quale il Ministero della Ricerca scientifica ha assegnato un premio in termini di finanziamento pari a più di 4 milioni di euro”.

“Il gruppo di ricerca della Medicina interna, coordinato dai professori Giorgio Sesti e Francesco Perticone e di cui fanno parte anche i docenti Francesco Andreozzi, Franco Arturi, Angela Sciacqua e Elena Succurro – é detto ancora nella nota – si è collocato al primo posto nella graduatoria nazionale dei Dipartimenti per il settore scientifico disciplinare. Si tratta di una conferma: lo stesso gruppo di Internisti, infatti, si era classificato già al primo posto in Italia nella valutazione che aveva preso in considerazione il periodo 2004-2010.

La qualità della ricerca del gruppo degli internisti è risultata superiore del 40% rispetto alla media nazionale e addirittura del 53% per quanto riguarda le pubblicazioni di eccellenza, quelle cioè che si collocano al top 10% della produzione mondiale della ricerca”. “Si tratta di un risultato eccezionale – ha commentato Giorgio Sesti, ordinario di Medicina Interna nell’Ateneo catanzarese – e pressoché unico nelle discipline mediche nella recente storia della valutazione della qualità della ricerca.

Mantenere la prima posizione nella valutazione della qualità della ricerca nell’arco di un decennio non è impresa facile, in considerazione della forte competizione messa in campo dagli altri Atenei italiani che hanno cercato di colmare le distanze. Tali risultati sono un meritato premio di gruppo non solo per i docenti valutati, ma anche per i giovani ricercatori che lavorano con noi quotidianamente e che non hanno ancora una posizione di ricercatore all’interno del nostro Ateneo. Speriamo che, coi fondi aggiuntivi che il nostro Dipartimento avrà assegnati dal Ministero, possano essere reclutati i nostri giovani collaboratori, ancora precari”.

 

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