Intervistiamo

«Perché indagare un cittadino che ha chiesto chiarezza sui lavori del Ceravolo?»

Scritto da Redazione
Riceviamo e pubblichiamo la nota dei consiglieri Capellupo e Giglio in merito alla vicenda giudiziaria del tifoso Paolo Ranieri
 

Riportiamo di seguito la la dichiarazione dei Consiglieri comunali di Catanzaro, Vincenzo Capellupo ed Antonio Giglio, in merito alla vicenda giudiziaria del tifoso Paolo Raneri, indagato per gli striscioni di protesta rispetto ai lavori dello stadio Ceravolo:

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Leggiamo con molto sconforto la notizia pubblicata stamane a firma del giornalista Francesco Panza sulla vostra testata circa la protesta pacifica e garbata di alcuni tifosi sui lavori dello stadio Ceravolo nel corso del Ranieri day. Una giornata di festa per il calcio catanzarese che, giustamente, ha sollevato nella cittadinanza interrogativi
rispetto ai lunghi lavori dello stadio Nicola Ceravolo, lavori oggetto di molte polemiche in questi anni e che ammontano a 5 milioni di euro di risorse pubbliche.

Tra lungaggini, annunci, sopralluoghi elettorali, apertura di spogliatoi allagati solo pochi giorni dopo, sintetico finanziato e poi non realizzato, bruttezza e costo di un progetto che ha fatto ridere l’Italia, riteniamo fosse il minimo un po’ di indignazione.

Gli interrogativi posti in quella sede da molti cittadini sono legittimi e sono gli interrogativi che più volte e formalmente nelle sedi istituzionali abbiamo posto noi nelle funzioni di Consiglieri comunali.

Non ci convince proprio nulla di questi lavori quindi probabilmente siamo anche noi colpevoli insieme alla quasi totalità della cittadinanza catanzarese di buon senso.

Aggiungiamo, inoltre, pur avendo sempre rispetto e fiducia nella magistratura, che non è giusto processare un’opinione espressa per altro in modo pacifico, anzi forse il male di questa comunità è proprio l’indifferenza ed il silenzio che hanno addormentato il senso di civico, la partecipazione e l’essere cittadini attivi.

A Catanzaro serve secondo noi più dignità e nei volti fuori da Palazzo De Nobili di quel 30 giugno onestamente lo spirito sembrava proprio di corretta partecipazione civica“.

Red

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Redazione

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