La Striscia

Se De Lucia avesse parato

Quando un episodio cambia una partita e forse un’intera stagione. Considerazioni sparse sul Catanzaro dopo Melfi
 

Partiamo da una domanda, se domenica De Lucia avesse parato l’innocuo calcio di punizione di Vicente, sarebbe cambiato qualcosa?

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Non c’è dubbio che un punto in più in classifica avrebbe fatto comodo, ma la sostanza è che i giudizi su quanto visto all’Arturo Valerio sarebbero rimasti immutati rispetto a quelli espressi a fine gara.

Il Catanzaro, secondo le intenzioni del mister, avrebbe dovuto giocare la sfida come fosse l’ultima di campionato.

Sin dall’inizio, invece, è sembrato di rivivere le ultime due trasferte, quelle di Messina e Taranto. Una prestazione fotocopia condita dal convulso finale che ha esasperato persino gli animi dei tifosi da trasferta più pacati, i quali a fine partita hanno lanciato dagli spalti il più classico dei cori “andate a lavorare”.

La squadra è apparsa remissiva, baricentro arretrato, terzini inchiodati a guardia degli attaccanti gialloverdi, calciatori in ritardo su ogni pallone.

Per non parlare della leggerezza nei contrasti, della palese difficoltà a imbastire una sola azione d’attacco, dei cambi non appropriati durante lo svolgimento della partita. Tutto si è tradotto in novanta minuti di nulla. Il Catanzaro ha impegnato Gragnaniello, estremo difensore avversario, una sola volta con un tiro nello specchio della porta.

Poco, troppo poco per uno scontro salvezza che avrebbe imposto quantomeno l’impegno e la grinta visti una settimana prima contro il Matera.

La realtà è che così non si va da nessuna parte. Non è questo lo spirito per salvarsi, specialmente alla luce dei proclami della vigilia ripetuti come un mantra da giocatori, staff e dirigenti. 

Conquistare la salvezza, direttamente o con i play-out, sarà davvero un’impresa ardua se si continuerà con quest’approccio.

È altresì inspiegabile come una squadra appaia trasformata dopo la brillante prestazione con il Matera, durante la quale, però, occorre ricordare che proprio senza il giovanissimo De Lucia dei primi venti minuti, forse si sarebbe parlato di un’altra partita.

Senza contare lo spirito messo in atto per un’ora dagli stessi elementi che poi hanno dato il peggio di sè in Lucania. Qualcosa non torna.

Perché vogliamo citare De Lucia? Perché è vero, la società in questa stagione ha avviato un progetto, nato male sin dall’inizio, ormai fallito, ma le intenzioni erano chiare per tutti gli addetti ai lavori: una squadra giovane e di prospettiva per il futuro con una base di esperienza. Non è andata secondo i programmi, ma adesso è troppo tardi per porre rimedio e troppo presto per le sentenze inappellabili. Siamo nel bel bel mezzo della tempesta e bisogna uscirne a tutti i costi.

Con il mercato chiuso, l’impresa della salvezza spetta per il secondo anno consecutivo a mister Erra, il quale è tornato al capezzale giallorosso consapevole dei rischi e delle insidie di quest’avventura.  Basta tentennamenti, basta esperimenti. 

La situazione impone di cambiare registro sin da subito. Tensione alta e scendere in campo per vincere contro qualsiasi avversario. Questa l’unica ricetta possibile. Fare tabelle sarebbe inutile e rischioso. 

Se è vero che il Catanzaro pecca d’esperienza allora si passi a quella spregiudicatezza nei fatti e non nelle parole di facciata. Aver temuto un Melfi che non vinceva in casa dall’anno scorso, che veniva da undici sconfitte consecutive prima del colpo di Catania, che aveva incassato 56 gol, è  inammissibile.

La convinzione nei propri mezzi, pur se limitati, dev’essere da oggi un ingrediente necessario da inserire fra le norme comportamentali da qui alla fine del torneo. Delle classiche frasi fatte, di quei discorsi che puntualmente sono ripetuti dai vari attori nelle conferenze stampa, ne possiamo fare a meno.

L’unico giudice insindacabile è il campo e su questo non c’è margine di discussione.

Da quanto suddetto è chiaro che è tutto frutto di scelte sbagliate che non ci stancheremo mai di ripetere. Ormai siamo ben oltre il ridicolo. Basta contare il numero di allenatori che si sono succeduti sulla panchina del Catanzaro per farsi un’idea della pochezza di idee che ha caratterizzato l’agire della società.

Scelte cervellotiche che hanno entità ben definite, le cosiddette due P: Proprietà e Preiti.

Partiamo dal direttore sportivo. Dopo il mercato estivo, le incomprensibili scelte di mercato e il valzer di allenatori, la possibilità di riscatto era arrivata con l’opportunità di sistemare la squadra nel mercato di riparazione. Se è vero che la squadra non si è indebolita è verissimo che non è uscita rinforzata.

Senza entrare nel merito del valore dei singoli che magari diventeranno fenomeni (Mancuso docet), è palese che il vuoto in attacco e la mancanza di un goleador che toglie le castagne dal fuoco non è stato colmato.

A centrocampo, al classico incontrista ruba palloni, sono stati preferiti giocatori con altre caratteristiche che per il momento hanno dato davvero pochissimo alla causa giallorossa. 

La difesa è probabilmente l’unico reparto uscito rinforzato, anche se le prestazioni al di sotto della media dei terzini e l’avvicendamento dei portieri, lasciano il dubbio che anche lì si sarebbe potuto intervenire prima e meglio. 

Sentenziare che il lavoro di Preiti dal punto di vista tecnico (tralasciamo quello economico-gestionale) sia sonoramente bocciato, non è un’eresia. A questo si aggiunge l’assoluta inconsistenza nei momenti topici della stagione.

Non appare in conferenza stampa per strigliare e richiamare all’ordine i suoi calciatori, con qualcuno che addirittura sogna altre squadre e altri che esultano gesticolando verso i tifosi o con quelli che partono per visite mediche per poi fotografarsi e apparire sui social stile vacanziero.

È vero, si tratta di ragazzi. Non vogliamo insegnare il mestiere a nessuno, ma alle troppe carote ogni tanto metaforicamente una società che rispetta gli impegni, dovrebbe anche dare il bastone.

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Una società normale da domenica sera avrebbe badato a “tutelare” i propri calciatori. Come?

Isolandoli dall’ambiente che li circonda, portandoli in ritiro, vietando permessi per tenere alta la concentrazione su un obiettivo da conquistare.

Non è il calcio di una volta, ne siamo consapevoli, ma è altrettanto evidente che pur trattandosi di metodi antiquati, è un dovere tenere tutti in riga alzando la voce nei confronti di chi forse non comprende il valore della maglia che indossa, i sacrifici di chi segue le domeniche il Catanzaro e della stessa società che per quanto limitata, rispetta puntualmente gli impegni economici con i tesserati.

Detto questo, è necessario che la proprietà si svegli. Paradossalmente un Cosentino “incazzato” e presente forse avrebbe raggiunto qualche risultato facendo meglio di chi sta vicino alla squadra. 

Saranno bastati i tanti errori commessi in queste ultime stagioni a capire che per fare calcio, oltre agli impegni economici, serve anche un’organizzazione capillare che controlli i vari processi e che abbia un filo conduttore con la città, con i suoi tifosi e con tutto l’organigramma societario?

Tutelare il Catanzaro significa tutelare anche la propria azienda, i propri investimenti. Occorre comprendere che tornei così non portano alcun beneficio, anzi finiscono per acuire la distanza già marcata rispetto alla tifoseria e alla città.

 

Salvatore Ferragina

NOTIZIARIO DAL SITO UFFICIALE

Sono ripresi nel pomeriggio gli allenamenti della formazione giallorossa sul rettangolo verde del Ceravolo.

La seduta si è svolta a porte chiuse ed è stata caratterizzata da un lavoro aerobico, da una serie di esercitazioni su situazioni tattiche con partitella finale.

Il gruppo si è allenato al completo, eccezion fatta Campagna e Pagano che hanno fatto del differenziato e Zanini che è stato sottoposto a cure mediche.

Per quanto concerne le condizioni dello stesso Zanini, un primo accertamento strumentale ecografico ha confermato il trauma distorsivo al ginocchio destro. Il calciatore continuerà a fare terapia e sarà sottoposto ad  un ulteriore esame strumentale (risonanza magnetica) in settimana.

Domani è in programma una sola seduta, al mattino, alle ore 10.30 al Ceravolo a porte aperte. I tifosi potranno accedere all’impianto sportivo solo dagli ingressi della tribuna coperta. Si specifica altresì come le Aquile, per tutta la settimana, si alleneranno al Ceravolo per un problema all’impianto idrico che sta interessando il PoliGiovino. La società sta già provvedendo ai lavori necessari per risolvere, nell’arco della settimana, tale problematica.

Autore

Salvatore Ferragina

27 Commenti

  • buongiorno tutto vero se non c’è la volonta di dare tutto in una partita non c’è allenatore che venga <br />
    in campo ci vanno i giocatori e se sono svogliati poveri noi.un’abbraccio giallorosso

      • Hai perfettamente ragione. e poi smettiamola di fargli fare conferenze stampa a calciatori e allenatore. Comunque ogni volta che il presidente va a vedere gli allenamenti si ottiene l’effetto contrario, cioè impegno zero e sicura sconfitta.

  • Straniero ieri ha scritto che bisogna chiudere la curva. L altro giorno che meglio se retrocediamo. I suo amico del cuore palancaforever e’ d’accordo con lui?

  • La disamina di Salvatore è perfetta. Io aggiungerei, come già detto in precedenti date, che c’è la matematica certezza che il Catanzaro bene che vada disputerà i playoff, retrocedendo poi in serie D perchè perderà tutti gli scontri diretti. La sentenza di Melfi è TOMBALE, non tanto per la sconfitta ma per il modo di giocare con un lassismo pazzesco. La certezza matematica della retrocessione mi deriva dal semplice paragone con il campionato dell’anno scorso. Allora ci fu una reazione grintosa che ci portò in breve tempo a 5 vittorie consecutive, poi pur avendo perso per varie settimane due pilastri come Moi e Maita, non mancarono i risultati positivi grazie alla grinta, abnegazione e voglia di giocare per non retrocedere. Oggi non è così per cui il risultato non può che essere uno: RETROCESSIONE.

  • In questa squadra manca un leader che la trascini nei momenti topici. Manca l’animus pugnandi, la voglia di combattere col coltello fra i denti. Certo che la società latitante è la prima a mostrare segni di apatia ed indifferenza, figuriamoci quindi i calciatori. Cosentino, secondo me, ha già fatto troppo e tira a sopravvivere. Spero di sbagliarmi ma, prescindendo da una possibile salvezza, non vedo chi e come possa risollevare le sorti del calcio catanzarese.

  • Anche se avesse parato, quel tiro il "bravo" e Lucia non sarebbe cambiato niente. Le partite dei confronti diretti non vanno perse o magari vanno anche vinte, ma per arrivare a ciò bisogna sudare in campo. Se si rimane nelle retroguardie prima o poi o sbagli qualcosa o te lo fanno comunque dopo vari tentativi. In questo caso abbiamo nuovamente sbagliato noi quindi regalato, ma se non si prova a combattere la battaglia viene sempre persa. Purtroppo non abbiamo giocatori abituati in questo senso, e quindi a rompere le azioni e ripartire. Mentre l’anno scorso c’erano e ricordiamo Giampà, Agnello, e dei buoni terzini che crossavano in area dove c’era un certo Razzitti che sgomitava. <br />
    Ormai la vedo nera, se arriviamo a fare i play-out sarà difficile con questa squadra salvarci, l’unica speranza sarà il ripescaggio. <br />
    Questo è il momento più brutto della storia gloriosa del Catanzaro Calcio.

    • Io credo che sarebbe cambiato qualcosa …..un punticino comodo per affrontare il Monopoli …..magari vincere e scavalcarlo in classifica……purtroppo non nel gioco …..stendiamo un velo pietoso!<br />
      In campo come hai detto tu la maglia bisogna sudarla.saluti.

  • Troppo bello esaltarsi per una vittoria vedi Matera e per poi cadere nel baratro vedi Melfi, questo campionato come oramai molti di voi hanno sentenziato più di una volta è iniziato male, ma vi ricordo che lo scorso campionato eravamo alle stesse condizioni e poi la squadra a rifilato alla fine del campionato un successo di fila e come la storia ci ricorda ci siamo salvati.<br />
    Dobbiamo crederci guardate il Palermo nessuno crede nella sua salvezza rincorre l’Empoli che infila una sconfitta dietro l’altra e anche il Palermo ma vi dico che si salverà, perché la classifica non ci vede perdenti, siamo ancora in corsa per salvarsi direttamente, dobbiamo fare la competizione con il Monopoli e poi si faranno i conti. Ancora ci sarà da soffrire vedrete il Catanzaro con il Monopoli si rimetterà in gioco, il calcio è bello per questo si perde e si vince.<br />
    Mio padre mi diceva sempre che i conti si fanno all’ultimo quando andavo male a scuola ora sono grande e lui da grande Calabrese che era mi ha lasciato questa semplice frase Credici sempre<br />
    Forza Catanzaro

  • Kirkenes 63….belle parole di incoraggiamento….purtroppo come a scritto Pereira (io sono d’accordo con lui ) c’e nell’aria uno spirito di rassegnazione ,da parte solo della societa’?Non solo ….ma anche di una parte della tifoseria (vedi aggressione del dopo partita)che ha aggravato la situazione…..e di alcuni post scritti in questa home….le parole avvolte possono essere ancora più violente.saluti

    • Grazie, ma tutte le parole come dici tu feriscono di più di molte altre cose, ma ti dico che adesso come mai serve serenità da parte di tutti noi e proprio nei momenti difficili come questi e nella vita di tutti i giorni che serve, nelle difficoltà molto più serie di queste, essere vicini alla squadra, ma dobbiamo essere i primi a crederci e vedrai che c’è sempre una luce in fondo al tunnel un abbraccio Francesco sempre Forza Catanzaro

  • Però se aggiungiamo i due punti persi con la reggina a seguito della papera di grandi, penso proprio che saremmo in altra condizione mentale.

    • La vittoria scoppiettante contro il Matera mi aveva illuso…"questa e la volta buona"di poter entrare in una buona condizione mentale….la partita di Melfi sappiamo come è andata…..Erra secondo me ha sbagliato quasi tutto, un buon 80%…..I punti persi con la Reggina lasciano il tempo che trovano.Saluti.

  • domenica questo altro fenomeno di allenatore metterà in campo gomez e sarao e se recupera. anche quello che vuole giocare dove dice lui zanini e Basrak sta in panchina……… erra sei tornato per ordine di scuderia ma si vede un miglio che sei come quello che ti ha preceduto prima sei senza grinta tu figurati se puoi trasmetterla ai giocatori.

  • se de lucia ha fatto una papera cose che nel calcio succedono…cosa dovreste dire quando Palanca sbagliò il calcio di rigore contro la triestina ed non andammo in seri A qualcuno qul giorno lo ha criticato…rispondete per favore…

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