Intervistiamo

Dimissioni protette dei pazienti cardiovascolari, protocollo tra Asp e S. Anna Hospital

 Il collegamento tra ospedale e servizi territoriali è uno degli elementi fondamentali per dare qualità ed efficacia ai percorsi di cura, specie se essi riguardano pazienti fragili, per lo più anziani
 

È il primo esempio di intesa tra l’ASP di Catanzaro e una struttura ospedaliera accreditata, con sede nell’ambito di competenza dell’Azienda, finalizzato a dare concretezza a una delle previsioni più significative del Patto per la Salute e cioè mettere il paziente al centro del sistema attraverso la continuità della cura e dunque la cosiddetta “presa in carico” del paziente stesso.

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Da questo punto di vista, il collegamento tra ospedale e servizi territoriali è uno degli elementi fondamentali per dare qualità ed efficacia ai percorsi di cura, specie se essi riguardano pazienti fragili, per lo più anziani. In tale ambito, un ruolo cruciale è affidato alle cosiddette “dimissioni protette”, strumento in grado di garantire al paziente che ha problemi sanitari o sociosanitari l’assistenza più appropriatauna volta che avrà lasciato l’ospedale.

Per realizzarle è necessaria l’accurata valutazione dell’effettivo fabbisogno assistenziale dei singoli, attraverso un’azione congiunta tra la struttura ospedaliera e i servizi territoriali.

È da queste premesse che parte il protocollo d’intesa sottoscritto tra ASP di Catanzaro e S. Anna Hospital, al fine di garantire l’assistenza ai pazienti che si accingono a lasciare il Centro regionale di alta specialità del cuore.

Saranno i medici del S. Anna ad effettuare la prima valutazione e ad attivare i servizi territorialidell’Azienda Sanitaria e in particolare il Distretto di appartenenza del paziente. È a questo punto che si si realizza la sinergia Ospedale-Territorio, mediante una valutazione congiunta per definire il bisogno assistenziale del paziente e pianificare gli interventi sanitari o sociosanitari più appropriati.

Il passo successivo è, appunto, la totale presa in carico del paziente stesso da parte dei servizi distrettuali che assicureranno, in tal modo, la continuità di cure in ambito extra ospedaliero.

Le ricadute positive di tale percorso – che è auspicabile possa estendersi presto ad altre strutture – riguardano sicuramente il sistema sanitario, che vede migliorare complessivamente la sua efficacia ma riguardano soprattutto il paziente e la sua qualità di vita.

Al rientro a casa, infatti, in un ambiente familiare egli potrà continuare il suo piano di cura, beneficiando al contempo del monitoraggio costante delle sue condizioni di salute. E tutto questo potrà contribuire a garantirgli tutela e serenità.

Autore

Redazione

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