Intervistiamo

Incendio nel ghetto di San Ferdinando

Scritto da Redazione
Alle 5 del mattino le fiamme nel ghetto di tende e capanne che ospita i braccianti che arrivano in Calabria per la raccolta delle arance. Una donna bruciata viva, diversi ustionati
 

Il Prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, ha attivato l’unità di crisi per monitorare la situazione all’interno della tendopoli di San Ferdinando, a seguito dell’incendio che ha coinvolto diverse strutture abusive.

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Per constatare la situazione, il Prefetto ha effettuato un sopralluogosul sito interessato dal rogo, insieme ai Vertici delle Forze di Polizia e con il Capo del Dipartimento di Protezione civile regionale. E nel corso del sopralluogo sono stati distribuiti pasti preparati nella cucina da campo, ne sono stati consegnati brandine e sacchi a pelo su autorizzazione del Ministero dell’Interno. E per impedire eventuali disordini ha predisposto servizi di vigilanza fissa h 24.

Al tavolo era inoltre presente il Capo della Protezione civile regionale che è stato delegato a svolgere tutte le attività ed, in particolare, ad approntare una tensostruttura, idonea ad ospitare parte degli sfollati, nel rispetto delle forme di legge e della normativa vigente in materia.

Una donna di soli 26 anni è morta e altre due ragazze sono rimaste ferite nel vasto incendio scoppiato questa notte alla tendopoli di San Ferdinando, vero e proprio ghetto di tende e capanne che d’inverno ospita i braccianti che arrivano nella Piana di Gioia Tauro per la stagione delle arance.

L’allarme è scattato attorno alle 2, ma quando i vigili del fuoco sono arrivati, per la donna non c’era più nulla da fare. Becky Moses è morta imprigionata nella tenda in cui da soli tre giorni aveva trovato riparo. Secondo quanto racconta chi dalle fiamme si è salvato, l’incendio sarebbe scoppiato poco lontano dalla tenda in cui la ragazza dormiva, ma quando se ne è resa conto era già troppo tardi per tentare di uscire.Altre due ragazze sono rimaste gravemente ferite.

Una di loro, una ventisettenne nigeriana, in mattinata è stata trasferita al centro grandi ustioni di Catania a causa delle gravi ferite riportate. Diverse persone invece sono state smistate fra gli ospedali calabresi per trattare ustioni più o meno gravi e per intossicazione da fumo. Le fiamme hanno consumato oltre 200 ripari di fortuna e i pochi averi che i braccianti vi conservavano.

Al momento, non si sa cosa abbia scatenato l’incendio, scoppiato nella parte centrale del campo e rapidamente propagatosi alle altre tende e baracche, che attualmente ospitano circa mille migranti. Secondo le prime ipotesi però, non sarebbe di natura dolosa.

 

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