Rassegna stampa

Catanzaro, visita ai detenuti

Grande emozione ieri al carcere di Siano. La squadra ha ripreso a lavorare

da Il Giornale di Calabria

CATANZARO. Si sono allenati ieri i calciatori del Catanzaro in vista della gara di domenica prossima ad Arezzo per la Supercoppa di Lega. Ma prima ancora di tornare sul campo per una sgambatura i calciatori e la società si sono resi protagonisti di una splendida iniziativa. Lafuenti, Gentili, Dei, Ascoli, De Simone, Zattarin, il Dg Improta e il socio dell’Uesse Mirante si sono, infatti, recati in visita all’istituto penitenziario di Siano. Alle 17 la delegazione giallorossa è entrata nel campo da calcio del supercarcere catanzarese. Subito il calore dei detenuti in campo e di quelli, tantissimi, affacciati dalle finestrelle delle celle, si è fatto sentire con forza. Ovazioni a non finire, incitamenti e tante urla del tipo… “SERIE A, SERIE A!!”. Commossi i giocatori e i dirigenti del Catanzaro che hanno premiato i mitici verdi della squadra detenuti i quali hanno battuto una formazione catanzarese “Vecchie Aquile” col punteggio di 3-1. Dopo aver firmato autografi e consegnato sciarpe, calendari, poster, gagliardetti e maglie ufficiali ai ragazzi detenuti, i vincitori del campionato hanno visitato le sale dedicate all’artigianato della ceramica, della lavorazione del legno e gli altri spazi di recente ammodernati dagli stessi detenuti. Intanto quando una squadra vince e lo fa come ha fatto il Catanzaro, sbaragliando ogni concorrenza e ricacciando indietro anche un Crotone agguerrito e forte, il merito è di tutti. E’ stata brava la società e tutti quelli che ruotano intorno al sodalizio giallorosso, è stato bravo il tecnico, sono stati bravi i calciatori ed il pubblico. Ma in questa vittoria delle “aquile”, in questo ritorno in serie B atteso da quattordici anni ed arrivato nel momento meno atteso, c’è una figura sulla quale sarebbe bene puntare l’indice: il presidente Parente. Il numero uno del Catanzaro, infatti, uomo schivo ai proclami ed alle lusinghe degli organi di informazione, ha sempre lavorato in silenzio e con competenza. Quante volte Claudio Parente è apparso in tv? Quante volte il presidente dell’Us Catanzaro 1929 ha cercato le luci della ribalta?. Mai, o quasi. E non lo ha fatto neppure domenica sera allorquando la sua “creatura”, quella squadra che lui ha costruito con saggezza e parsimonia, ha vinto ad Ascoli una gara difficile contro il Chieti ottenendo la serie B, la categoria che nel calcio nazionale è seconda solo alla serie A. Solo poche parole per dire che la sua felicità era nell’avere regalato ai suoi tifosi la cadetteria “perché i presidenti passano, ha detto, ma il Catanzaro rimane ed è patrimonio di tutta una collettività che va aldilà dei confini urbani della città capoluogo di regione”. Nel complesso di un sodalizio che ha funzionato alla perfezione, allora, la figura di Claudio Parente, silenzioso capitano di una nave che stava andando alla deriva appena un anno fa, è stata, è e sarà per il futuro, quella che più di ogni altra merita rispetto ed ammirazione.

A.N.

Autore

God

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