CATANZARO-PERUGIA 1-3:La cronaca.

Splendida coreografia per ricordare la memoria di Massimo Capraro

CATANZARO- Il Catanzaro affrontava il fortissimo Perugia nell’ultima gara di quest’anno al Ceravolo. Ci si aspettava da tutta la squadra una prestazione tutta grinta e cuore per salutare al meglio i propri tifosi e far dimenticare le ultime brutte figure. Ed invece le Aquile hanno fornito l’ennesima brutta prestazione di questo campionato e si sono dovuti arrendere al cospetto di un Perugia cinico e spietato con un umiliante tre ad uno. Neanche il rientro di Benny Carbone ha scosso i calabresi. Il copione è sempre lo stesso per le Aquile: Manitta insicuro sulle uscite (a proposito, ancora gravi errori tra i pali e fuori per il portiere giallorosso, mentre ricordiamo che in panchina c’è un certo Silvio Lafuenti, che l’anno scorso fu uno dei maggiori artefici della promozione in serie B e che quest’anno è stato retrocesso in panchina per un solo errore, senza aver avuto altre possibilità per dimostrare il suo valore), solita difesa “colabrodo” che è andata in difficoltà dal primo minuto di gioco, subendo e non poco la velocità di Do Prado e Mascara, centrocampo sterile e privo di idee e attacco inconsistente, con Corona che non ha quasi mai impensierito i centrali perugini. Ma nel buio pesto del Ceravolo l’unica stella che ha brillato è stata quella di Benito Carbone. Infatti “Magic Goblin” è stato l’ultimo ad arrendersi, combattendo fino all’ultimo e realizzando uno dei gol più belli della sua carriera. Ma si sa, un solo giocatore contro undici non è può cambiare le sorti di un incontro. Un discorso a parte meritano i tifosi giallorossi. Già perché sono sempre loro a vincere ed anche nella sfida contro i “grifoni” hanno mostrato tutto il loro grande affetto verso i propri colori, incitando fino al 94’ i propri calciatori. Un pensiero va anche all’indimenticato Massimo Capraro. Domenica infatti l’ultras catanzarese avrebbe compiuto trentasette anni e la curva ha messo in piedi una coreografia da serie A per tributare il suo perpetuo ricordo.
Tornando al match il Perugia è partito subito all’attacco, dimostrando di non essere sceso in Calabria per prendersi il punto. Ma almeno le prime occasioni sono di marca giallorossa. Al 5’ Corona pesca Morello in area di rigore, ma il “folletto” di Bagnara, complice anche un intervento di mestiere di Milanese, colpisce male la palla e la spedisce a lato. Al 12’ errore di Di Loreto che rinvia su Corona, ma l’attaccante catanzarese cincischia troppo col pallone e alla fine conclude fuori. Ma al 23’ il Perugia colpisce: Del Vecchio con un lancio perfetto innesca sulla fascia Do Prado, Dal Canto e Vanacore dormono e il colored ospite batte Manitta con un tiro rasoterra da posizione defilata. Il Catanzaro non reagisce e il Perugia è il solo padrone del campo e quattro minuti dopo trova il raddoppio con un bellissimo gol di Delvecchio che con una sventola imprendibile da fuori area chiude i giochi della partita. Già perché, le Aquile si scoraggiano e non pungono più di tanto. Al 33’ Kalac è sicuro su un tiro da fuori di Leon. Al 44’ è ancora il gigante portiere australiano a neutralizzare un tiro debole di De Simone. Nella ripresa Cagni sostituisce il fischiatissimo Leon (sarà stata questa per lui l’ultima partita al Ceravolo?) per Arcadio. Ma la musica non cambia. Anzi il Perugia trova addirittura il terzo gol. Del Vecchio trova solo in area Do Prado, Manitta non esce e così si crea una mini-mischia, risolta con successo da Mascara. Il Catanzaro però trova subito la magia di Carbone: al 64’ infatti Morello serve al centro Magic Goblin che, senza guardare scarica un sinistro che sbatte all’incrocio e finisce nel set. Un numero d’alta scuola che sembra incoraggiare le Aquile, che spingono un po’ di più senza trovare però il secondo gol. A dire il vero la squadra di Cagni ha rischiato più volte di trovarsi scoperta in difesa e di subire il quarto gol: al 70’ pasticcio tra Grava e Manitta, con Mascara che, a porta vuota ma sbilanciato, spara alto. E’ l’ultima azione della gara. A fine partita gli applausi sono tutti (e solo) per Benny Carbone e per Gennaro Delvecchio, quest’ultimo ex indimenticato, mentre per Corona e compagni ci sono solo fischi.

Pier Santo Gallo

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Redazione

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