OSPEDALE MILITARE: “Il 30 marzo tutti i catanzaresi in piazza”

Il 30 marzo invitiamo i Catanzaresi a scendere in piazza a difesa dell’Ospedale militare, e di riflesso, a sostegno del ruolo che Catanzaro riveste nel contesto regionale. In questi ultimi giorni, ne abbiamo lette e sentite di tutti i colori, ma l’apice del ridicolo si è raggiunto con le dichiarazioni del ministro Martino. Secondo il politico messinese i catanzaresi dovrebbero stare tranquilli, perché i 30 posti di lavoro dei dipendenti civili (quindi non appartenenti all’esercito) del nosocomio militare non sono in discussione! Dopo queste infelici dichiarazioni possiamo affermare che: o Martino non si rende conto delle cose che dice, oppure crede che i catanzaresi abbiano il classico anello al naso! A questo punto, come mai vengono rimodulate solo le strutture militari della regione Calabria? In Sicilia regione di appartenenza di Martino, i nosocomi militari sono tre: Palermo, Messina, e l’ospedale militare della marina ad Augusta. Nessuna di queste strutture rischia la chiusura, anzi per Messina, città natale di Martino, si prospetta un potenziamento. Ma il ministro, in una sua recente nota, oltre al danno, serve anche l’ennesima beffa ai catanzaresi. Se sono queste le rassicurazioni o meglio i contentini, del ministro della Difesa Martino, potremmo senza ombra di dubbio affermare, che sono contraddittorie. Secondo quale logica si apre un nuovo battaglione in Calabria e si chiude l’ospedale militare? In un futuro prossimo, questi militari d’istanza a Cutro, dove si recheranno a Bari o Messina? Ed ancora, con la rimodulazione della leva, ci dovrà essere un solo comando militare per regione. Nei mesi scorsi il presidente del consiglio regionale (per noi, del consiglio comunale reggino) Fedele si auspicava che venisse collocato a Reggio Calabria, ma non è che la chiusura dell’ospedale a Catanzaro ed il potenziamento di quello di Messina, potrebbe servire a questa logica? Perché il ministro ha sorvolato sul fatto che la chiusura comporterebbe per molti cittadini disagi enormi? Infatti per le visite di controllo (tipo pensioni per malattie o causa di servizio) i calabresi dovrebbero spostarsi in un altra regione. Ed inoltre, come mai non si dice che l’ospedale militare si occupa di dare servizi anche alle forze dell’ordine in generale? Per esempio: un carabiniere che lavora presso la caserma di Soverato o di Guardavalle o di Cosenza, dove si dovrà recare per avere assistenza ospedaliera? Se poi ci fermiamo a pensare, che poco meno di un anno fa, sono stati messi a bando due posti di psicologo per l’ospedale militare di Catanzaro, e che uno di questi ha già preso servizio, mentre l’altro per l’assunzione attende (o meglio attendeva) le autorizzazioni dalla finanziaria di quest’anno, allora possiamo dire che questa vicenda sa veramente di pasticcio istituzionale. Così come lo è stata la vicenda relativa alla scuola di polizia penitenziaria. Pertanto invitiamo tutta la classe dirigente catanzarese e calabrese, per una volta a mettere da parte le tessere di partito e scendere in piazza per Catanzaro e per la Calabria. Vittime sacrificali di uno Stato decisamente poco attento alle esigenze dei cittadini calabresi. Giorno 30 aspettiamo tutti i catanzaresi in piazza. Per una volta a Catanzaro, “teatro” delle grandi manifestazioni calabresi, si manifesterà per qualcosa che riguarda la città capoluogo. Per una volta, almeno in questa occasiona, bisogna mettere da parte le elezioni e le correnti politiche, e sostenere questa battaglia a difesa dei nostri sacrosanti diritti di essere cittadini italiani e soprattutto cittadini “Veri”.

ASSOCIAZIONE CULTURALE
PETRUSINU OGNI MINESTRA

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Redazione

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