Avversario di turno

Il Genoa vede a fatica una promozione annunciata

Calendario favorevole per la squadra di Cosmi che inizia col Catanzaro la volata per la serie A

Una
storia gloriosa. Nove scudetti quando il calcio a Catanzaro neppure esisteva,
una Coppa Italia. Uno stadio splendido, il “Ferraris”,
primo in Italia in puro stile anglosassone. Proprio come le radici di un club,
nato alla fine del XIX secolo, che importò il football nel nostro paese.
Il Genoa cerca un ritorno nella massima serie con una
squadra costruita per stravincere il campionato da un presidente a caccia di
riscatto dopo i precedenti fallimenti in altre piazze. Investimenti pesanti
quelli di Preziosi, messi a rischio da un girone di ritorno folle, a ritmo
salvezza, dopo una prima parte di campionato assolutamente consona alle attese
estive. Alla fine il Genoa ce la farà, grazie
anche a un calendario favorevole, proprio nell’anno in cui i cugini doriani hanno disputato il miglior campionato della storia
(periodo Mantovani a parte), cullando fino all’ultima giornata il sogno Champions League.

IL CAMPIONATO – Una macchina da guerra, costruita da
Preziosi per non soffrire. I piccoli problemi estivi, risolti subito con l’esonero
di De Canio e l’arrivo di un fuoriclasse della panchina, Serse Cosmi. Un ottimo portiere, una difesa solida, un
centrocampo da far invidia a molte squadre di serie A, un attacco stellare con
la perla Milito e i vari Stellone, Caccia e Makinwa
come comprimari di lusso. Ma la sofferenza, evidentemente, abita anche a Genova. Dopo un girone d’andata pirotecnico, chiuso
con un largo vantaggio sulle inseguitrici e con una sola sconfitta al
“Delle Alpi” contro il Torino, il Genoa
ha iniziato a rilassarsi credendo di essere già in serie A. Le prime
avvisaglie erano arrivate proprio a Catanzaro. Una partita dominata dai
derelitti giallo-rossi di Cagni, davanti alla folla
incredula del “Ceravolo”, ma pareggiata
dai rosso-blu in pieno recupero. Un po’ di maquillage alla rosa, durante
il mercato di gennaio, con le partenze di Della Morte, Cozza, Nocerino (mandato a fare esperienza a Catanzaro) e Makinwa e gli arrivi di Sartor
(direttamente dalla Champions League),
Italiano e Carparelli. E via, verso un girone di
ritorno da vivere tutto d’un fiato, in discesa fino al traguardo della
promozione. Macchè. Nemmeno una vittoria nelle prime sei partite,
quattro pareggi nelle ultime quattro gare. Cappotti pesanti a Salerno e
Treviso, “Marassi” violato dal Perugia di Del Vecchio. Una squadra
allo sbando, impaurita, nonostante i campioni e gli urlacci
di Cosmi. Alla fine, dovrebbe bastare lo stesso, visto che le ultime due gare
casalinghe propongono Catanzaro e Venezia, intervallate da una trasferta soft
contro un Piacenza senza stimoli.

LA SQUADRA – Partito con una rosa da UEFA, il Genoa ha operato una serie di cessioni indolori durante il
mercato di riparazione. In compenso l’innesto di Sartor
è stato importante, soprattutto se si considera l’infortunio di Lamacchi. Poco spazio hanno invece trovato Italiano,
complice un infortunio, e Carparelli. La formazione
tipo è rimasta sostanzialmente invariata rispetto al girone
d’andata. Lo schema è il 4-4-2, utilizzato da Cosmi per sfruttare
Marco Rossi e Zanini, le due ali offensive, armi
importanti per sfornare cross a ripetizione per i bomber Milito e Stellone (33
gol in due). In porta gioca Scarpi, rientrato sabato
scorso in squadra, dopo che Cosmi gli aveva preferito Gazzoli
per qualche partita. In difesa, i due terzini sono gli ex piacentini Lamacchi e Tosto, con ampio spazio anche per Sartor a destra. Al centro giostrano Gargo
e Stellini, con un discreto minutaggio per Sottil e Baldini. A centrocampo,
le due fasce sono presidiate da Rossi e Zanini, con Lazetic primo rincalzo. In regia, inamovibili Lamouchi, dopo il rientro dall’infortunio, e capitan
Tedesco (sette gol finora), con Brevi pronto a subentrare. In attacco Stellone
e Milito sono i titolari. L’argentino non segna da otto partite (rigore
contro l’Albinoleffe), mentre l’ex
napoletano lo sta insidiando come bomber della squadra, dopo un avvio
difficile. Pronti a fare la loro parte Carparelli e
Caccia (autore di una doppietta nel 3-3 col Cesena). Contro il Catanzaro non ci
sarà Gargo per squalifica, e non sono ancora
pronti Lamacchi e il brasiliano Thiago.
In porta ci sarà Scarpi, mentre in difesa
dovrebbe rientrare Sartor a destra, con Sottil confermato al centro al posto di Gargo.
Accanto a lui Stellini con Tosto a sinistra. A
centrocampo prevedibile il rientro Tedesco al posto di Brevi, mentre potrebbe
riposare uno tra Rossi e Zanini, entrambi acciaccati,
con l’inserimento di Lazetic. In attacco Milito
e Stellone.

Probabile formazione (4-4-2): Scarpi; Sartor, Sottil, Stellini, Tosto; Lazetic (Rossi), Tedesco, Lamouchi,
Zanini; Milito, Stellone.

I PRECEDENTI – Sarà il 17° confronto a
“Marassi” tra le due squadre, 14° in serie B. Il bilancio vede
in vantaggio il Genoa con sette vittorie (tre su tre
in A), sette pareggi e due sole sconfitte. Le due vittorie del Catanzaro,
entrambe di misura,  risalgono alla
metà degli anni ’70: nel ’75 decise Arbitrio, l’anno
successivo un autogol di Conti. Le prime due sfide negli anni ’60 furono
due pareggi (per 1-1), con i gol giallo-rossi di Susan e Maccacaro,
così come le ultime due partite (0-0) a fine anni ’80. In serie A
un dominio ligure con tre nette vittorie: un doppio 2-0 (’76-77 e
’81-82) e un 4-1 (’82-83), con le firme celebri di Pruzzo, Arcoleo, Iachini e Briaschi
(capocannoniere della sfida con due gol). L’unico gol giallo-rosso a
“Marassi” in serie A è targato Bivi. Il conto delle
segnature vede il Genoa nettamente in vantaggio: 17 a
6.

L’ANDATA – Doveva essere la partita del rilancio.
L’inizio di un nuovo corso, con l’innesto di alcuni acquisti
invernali. Il Catanzaro gioca una gara tutto cuore, il Genoa
è ancora in vacanza. I giallo-rossi dominano a tratti, creando un paio
di occasioni nel primo tempo e punendo a cinque minuti dalla fine un clamoroso
errore di Tedesco sotto porta. Miceli, all’esordio con la maglia
giallo-rossa, raccoglie una respinta corta e infila Gazzoli
con un gran tiro al volo. Nella ripresa i giallo-rossi proseguono ad attaccare,
sfiorando un paio di volte il raddoppio con Corona, contengono grazie a Miceli
e all’ex Nocerino le sterili puntate rosso-blu,
correndo qualche rischio solo per le uscite da brivido di Manitta.
Il Genoa resta anche in dieci per l’espulsione
di Sottil a una ventina di minuti dalla fine, ma il
Catanzaro perde Corona (infortunato) e la capacità di far male in
contropiede. Cammarata avrebbe la possibilità
di raddoppiare, ma si fa ipnotizzare a tu per tu con Gazzoli.
E il Genoa punisce l’ennesima uscita temeraria
di Manitta, che regala a Stellini
il pareggio al secondo minuto di recupero. Rimane la beffa per i tifosi giallo-rossi
che però, dopo la splendida prestazione, sperano in un futuro più
roseo. Sarà invece l’ultima scossa di un encefalogramma
sempre più piatto.

I TIFOSI – Colorati e rumorosi in casa, numerosi ma
deludenti in trasferta. Quasi 15.000 abbonati, più di 20.000 presenze
medie a “Marassi” ed esodi di massa in una stagione dalle grandi
soddisfazioni. Questa, in sintesi la radiografia di un pubblico straordinario
numericamente, un po’ meno qualitativamente, almeno nella trasferta
dell’Epifania al “Ceravolo”. Oltre
quattrocento tifosi rosso-blu giunsero a Catanzaro per la gara d’andata. Più
o meno quanti saranno, nonostante la classifica, i sostenitori giallo-rossi
domani sera, in un “Ferraris” vestito a
festa che dovrebbe contare almeno 30.000 spettatori, visti anche i prezzi stracciati
per l’occasione dalla società ligure.

Ivan Pugliese

ivan@uscatanzaro.net

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