Avversario di turno

Colomba ricomincia dal ”Ceravolo”…ma con l’Avellino!

Gli irpini si affidano all’ex tecnico della Reggina, vicino alla panchina del Catanzaro prima dell’avvento di Buso

CATANZARO – Mentre a Catanzaro si consuma un’inedita
guerra tra soci, con inevitabili riflessi sul campo, ad Avellino non si respira
un’aria più salubre. Dopo sette partite è saltata la
panchina di Francesco Oddo, “padre d’arte”, esonerato ieri
sera dai fratelli Pugliese che hanno soddisfatto una piazza insofferente per
una classifica deficitaria. Via anche il DS Pavarese,
artefice della promozione dello scorso anno e dimessosi subito dopo
l’esonero del tecnico che aveva sempre difeso.

COLOMBA DI RITORNO – Al posto di Oddo ha firmato un biennale Franco
Colomba, ex tecnico della Reggina ma soprattutto capitano irpino
negli anni della serie A. Prima dell’avvento di Buso
Colomba era stato indicato come possibile allenatore del Catanzaro per il suo
legame con il DS giallo-rosso Martino: un binomio di successo per la prima Reggina
di Foti. Il suo compito non sarà semplice
vista la situazione di classifica: l’esordio contro il Catanzaro ha
già il sapore di uno spareggio.

ODDO DI PASSAGGIO – Si conclude così senza gloria
l’avventura di Oddo, capace di guidare l’Avellino alla promozione
nella scorsa stagione. I tifosi bianco-verdi lo hanno stimato per la
serietà ma non lo hanno mai amato. Forse perché non ne hanno
avuto il tempo o forse perché assegnano gran parte dei meriti per la
promozione al predecessore Cuccureddu. L’ex
mediano della Juve aveva guidato la rifondazione irpina dopo la fallimentare gestione Casillo-Zeman
e l’avvento alla guida della società della famiglia Pugliese. La
vittoria nella finale play-off contro il Napoli, in un “Partenio” gremito, rimane comunque un successo
personale che Oddo difficilmente dimenticherà.

UN INIZIO DIFFICILE – Che cosa ha impedito nelle prime giornate
all’Avellino di proseguire col calcio-champagne della scorsa stagione?
Difficile trovare una risposta univoca quando si collezionano due punti in
sette partite: un pari a Verona alla prima di campionato e uno in casa con il
Bari. Eppure la squadra sembrava costruita con raziocinio. Pochi ma mirati
innesti. In difesa il promettente giovane juventino Masiello,
già impiegato da Capello lo scorso anno sulla fascia destra, e
l’ex napoletano Panarelli, proveniente dal
Teramo. A centrocampo sembrava interessante la forte iniezione di
qualità: il motorino ucraino Boudianski,
scuola Juve e spaventosa somiglianza fisica e tecnica
con Nedved (ancora non ha esordito), Allegretti e Leon dovevano garantire insieme a Millesi
e a Rastelli una discreta dose di fantasia. Quando la
loro forma non è perfetta, però, troppi piedi buoni rischiano di
indebolire l’ossatura della squadra.

FRAGILITÀ OFFENSIVA – Soprattutto se gli uomini-gol non la buttano
dentro. Uno solo dei cinque gol segnati dall’Avellino porta la firma di
un attaccante, il lituano Danilevicius, arrivato dal Livorno. I giovani Altobelli (figlio
di Spillo) e Belleri, il “vecchio” Rastelli, il talento mai esploso di Docente (in prestito
dal Rimini) non possono sopperire alla mancanza di Biancolino,
ancora fuori per infortunio. Urge trovare un rimedio, anche perché la
difesa appare troppo tenera per gli smaliziati attaccanti cadetti.

DAL 4-4-2 AL 3-5-2? – Il modulo prescelto da Oddo era un classico 4-4-2
con Cecere in porta, la grinta di Ametrano
e la spinta del rigorista Moretti sulle fasce, con Puleo
e Masiello al centro della difesa. A centrocampo,
Leone o Fusco sull’ala destra, il talento di Millesi
a sinistra, la quantità di Riccio e la qualità di Allegretti in
mezzo. In attacco Danilevicius e Rastelli
sono stati finora titolari, ma scalpitano Altobelli, Leon e Docente. Con Colomba il modulo potrebbe essere un
3-5-2: in questo caso dovrebbe essere inserito un terzo difensore centrale (Criaco), reparto però abbastanza povero di alternative.
Ametrano dovrebbe occupare tutta la fascia,
così come Moretti sulla sinistra che sarebbe più libero di
offendere. Al centro potrebbe esserci spazio per Allegretti più un
fantasista (Leon o Docente), con Millesi
riportato al ruolo di seconda punta accanto a Danilevicius.

INFERMERIA AFFOLLATA – Per ora, solo ipotesi, mentre nel ritiro di Messina
l’Avellino prepara la sfida col Catanzaro con molti acciaccati. Fuori Biancolino, Millesi lamenta un
risentimento all’adduttore, mentre Ametrano
è fuori causa per un altro problema muscolare. Problemi per Colomba
sulla fascia destra dove mancano anche Panarelli e
D’Andrea. Se fosse momentaneamente confermato, com’è
probabile, il 4-4-2 di Oddo, potrebbe scalare a destra Masiello,
posizione ricoperta con Capello alla Juve, con
l’inserimento al centro di Criaco. A
centrocampo, dubbio tra Allegretti e Cinelli al
fianco di Riccio, con Leone (o Fusco) a destra e Leon
che potrebbe sostituire Millesi a sinistra. Probabile
conferma per Danilevicius e Rastelli,
anche se scalpita Docente.

OCCHIO ALL’EX – Prima di ogni partita, sempre meglio dare
un’occhiata agli ex giallo-rossi avversari di turno, soprattutto se col
dente avvelenato. Uno di questi potrebbe essere Leon,
precocemente etichettato a Catanzaro come un “pacco” dono del “reggino”
Princi e ripetutamente fischiato durante le sue sette
apparizioni con la maglia giallo-rossa prima di finire a gennaio alla Samb. Altri ex, più di vecchia data, il 37enne Rastelli, che mosse i primi passi a Catanzaro sotto
l’ala protettiva di Palanca nell’anno di Burgnich
e Di Marzio, e Carmine Leone, calabrese di Isola Capo Rizzuto,
che visse sei stagioni a Catanzaro collezionando 69 presenze e segnando il suo
unico gol, undici anni fa, in un 3-0 di fine stagione al Trani,
con Improta in panchina.

OCCHIO AL PAREGGIO – A sedici anni di distanza dall’ultimo scialbo
0-0 in serie B, torna Catanzaro-Avellino, un
“classica” degli anni ’70-80. La situazione di classifica
costringerà le due squadre a puntare al successo. Un risultato che manca
però dal febbraio 1978, quando Banelli
siglò il gol della vittoria giallo-rossa nell’anno della
promozione di Avellino e Catanzaro nella massima serie. Da quel momento 5
pareggi in serie A e due in B. Prima il bilancio pendeva nettamente a favore
del Catanzaro, grazie a sei vittorie e a una sola sconfitta. L’unico
successo irpino risale a 32 anni fa, proprio nel mese di ottobre: una doppietta
di Petrini non bastò per evitare il 2-3
finale. Una curiosità interessante è rappresentata da Palanca che
segnò all’Avellino due volte a distanza di quasi 14 anni: nel 1975
stese l’Avellino (3-1) con una doppietta, nel 1989 realizzò la
rete del pareggio (1-1), ultimo gol giallo-rosso nella storia di questa sfida.

PROBABILE FORMAZIONE (4-4-2): Cecere; Masiello (Leone), Criaco (Masiello), Puleo, Moretti; Fusco, Allegretti (Cinelli),
Riccio, Leon; Danilevicius,
Rastelli. All.: Colomba.

Ivan Pugliese

ivan@uscatanzaro.net  

Autore

Redazione

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