Slow Foodball

Serie B…evute per Modena–Catanzaro

Prosegue la rubrica di Nicolò Ditta

Se la raffinatezza, l’eleganza, la formalità, il rispetto del protocollo o del galateo,sono i punti cardini essenziali ed irrinunciabili di una cena fprmaleâ€, Modena e l’Emilia Romagna tutta sono l’esatto opposto e in senso tutt’altro che negativo, anzi.
Una visita in quelle città, in quella regione, ti mette subito di buon umore.

Provate a trovare un palazzo alto più di tre piani nel centro storico di questa deliziosa cittadina, e vi offro un caffè al bar!
Emilia Romagna, il crocevia dell’Italia, l’anello che congiunge il nord con il centro-sud, sarà la nostra prossima meta. Andiamo a Modena, città che contrappone la velocità dei suoi bolidi rossi, alla tipica “lentezza†della vita di una cittadina di provincia.
Città da vivere in bicicletta o a passeggio tra le viuzze del centro o sotto i portici.
Città che ti mette a tuo agio con la sua semplice e genuina ospitalità.

Il nostro spuntino sarà altrettanto semplice schietto e spontaneo da gustare in maniera assolutamente informale.
Ecco che, seduti in piazza, di fronte a un’immancabile bottiglia di lambrusco, assaggiamo le tigelle. Piatto tipico della zona che si prepara sciogliendo il lievito di birra in acqua tiepida, si impastano la farina il lievito, strutto e sale.
Una volta amalgamati si aggiunge la panna continuando a lavorare l’impasto fino a renderlo morbido.
Lo si lascia coperto per 1 ora poi si tira la pasta fino a uno spessore di 4-5 mm., e si fanno dei dischi con il bordo di un bicchiere o di una tazza.
Si stendono i dischi su un panno di cotone coprendoli con un’altro e si lasciano riposare per un’altra ora. Si cuociono quindi nell’apposita padella oppure in forno su una placca.

Si servono ovviamente calde con salumi affettati e/o formaggi. Il “dolce†(in senso lato) vino frizzante simbolo della città a quasi sinonimo del patrimonio enologico dell’intera regione.

In questo come in altri casi, non è sempre il più famoso a dettar legge o a garantire la migliore qualità.
Ottimi piccoli produttori li troviamo tra quanti producono tanti altri vini a tante altre varietà.
Possiamo allora spaziare dal lambrusco rosato frizzante che ben si accompagna ai tortellini, a quello non frizzante che regge qualche pasta “importante†ad esempio i cannelloni, o qualche formaggio, o a una sorta di versione “intermedia†tra le due che si sposa bene a minestre o zuppe.
Fino al lambrusco di santa croce che può reggere paste rosse o piatti di carne rigorosamente alla griglia.

Qualunque sia il vino che voi sceglierete, mi sento di darvi un solo consiglio, il lambrusco è uno dei vini che in Italia ha una tra le più basse reputazioni e che ha un libello medio tra i più bassi. E’ purtroppo è vero, spesso si prendono enormi “cantonateâ€.
Ci sono però dei produttori artigianali che lo fanno in maniera più che dignitosa e onesta. Il brutto è che molti tra questi non vendono il loro vino ma lo consumano in famiglia. Qualcuno lo vende ma a livello locale. Si deve avere la fortuna di scovarlo.
Accanto a questi pochi produttori tra i più grossi, fanno un buon lambrusco, ma anche li bisogna stare molto attenti.

Chiudiamo con la “Buonissimaâ€, pasta frolla: miele; gherigli di noci e rum bianco; il tutto ricoperto da cioccolato.
Dolce sicuramente non dietetico, ma dopo l’amara partita di ieri è quello che ci vuole!!!
Servito con un bel calice a tulipano di Albana di Romagna nella versione Passito (che volendo lo si può anche abbinare ai dolci, vista la sua peculiarità. Lo so, sto offrendo un vino di un’altra regione, ma sono costretto essendo il più rappresentativo dell’intera regione.

Ma ora è tardi, Brindiamo!

Ina alto i cuori e buona Serie B…evute!

Nicolò Ditta

Per informazioni critiche richieste o suggerimenti, tranne soldi o bottiglie di vino, scrivetemi pure a trapani@uscatanzaro.net

Autore

Redazione

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