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Un finale già visto, ma questa volta non c’è il Sora

L’editoriale di Francesco Ceniti

Non lo scriviamo per esorcizzare il diavolo, ma soltanto per le molte coincidenze: questo finale di campionato è molto simile a quello del 2001. Come allora a due giornate dalla fine c’è una squadra già promossa, una sicura del secondo posto, una terza forza in netta difficoltà, la quarta che punta al sorpasso, mentre il Catanzaro viaggia in quinta posizione un po’ a fari spenti. Due anni fu il Sora ad arrivare alla fase finale senza nessun favore del pronostico per poi sorprendere tutti. Insomma, spesso i valori sono sovvertiti nelle gare ad eliminazione, ma prima bisogna arrivarci. E nonostante un girone di ritorno da primato, i giallorossi non hanno questa certezza. Tutta colpa di alcuni incroci non proprio felici, non ultimo l’incredibile serie di squalifiche che hanno indebolito fino all’inverosimile Frosinone e Latina.
Fatto sta che al Catanzaro potrebbero non bastare quattro punti per giocarsi poi la promozione, ma nello stesso tempo lo stesso score potrebbe far balzare Ciardiello e compagni persino al terzo posto.
L’incertezza, dunque, regna sovrana. Per evitare qualsiasi scherzetto c’è solo una via d’uscita: vincere a Olbia. Detta così sembra una cosa da niente, ma purtroppo la squadra sarda è un osso molto duro. Nel girone di ritorno, infatti, ha marciato con un ritmo da grande (24 punti, tre in meno del Catanzaro), ma è stata anche capace di perdere a Pozzuoli. Proprio quest’ultimo aspetto va preso come un insegnamento: mai sottovalutare i rivali. Siamo sicuri che non è il caso del Catanzaro, almeno questo Catanzaro.
Dellisanti ha preparato la sfida nel migliore dei modi: allenamenti mirati e studio dell’avversario. Non solo, dopo mesi il tecnico giallorossi potrà finalmente contare sull’intera rosa, se si eccettua lo squalificato Bertuccelli. Un’assenza, con tutto il rispetto per l’attaccante, non comparabile con i vari Alfieri, Gentili, Falco, Ciardiello.
Quindi il Catanzaro andrà in Sardegna per giocarsi la gara, magari sfruttando le ripartente grazie agli scatenati esterni (Ferrigno e Toledo sono gli alfieri della rinascita giallorossa, tanto è vero che nella prima parte del campionato non hanno giocato).
In ogni caso da qui fino alla fine del campionato ogni partita sarà una finale: quindi iniziamo ad abituarci a queste fasi palpitanti. E’ il caso di affermare: allacciamo le cinture e godiamoci il viaggio.

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Redazione

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