BOLOGNA-CATANZARO 3-0: LA CRONACA

Finalmente si conclude la via Crucis giallorossa con un’altra umiliante sconfitta, resa meno amara dall’ottima prestazione degli Aquilotti schierati da Cittadino, in particolare di Mangiacasale, quasi un incubo per la difesa felsinea.

BOLOGNA – Ah, che liberazione, è FINITA!!! Finalmente, non ne potevamo più. Com’era ampiamente nelle previsioni si conclude mestamente la seconda stagione fallimentare consecutiva del Catanzaro nella serie cadetta. 3-0 per il Bologna, in un “Dall’Ara” che ha sfiorato il tutto esaurito e che ha manifestato tutta la sua rabbia e nello stesso tempo soddisfazione per i fatti delle ultime settimane, che hanno fatto emergere tutti i mali del calcio nostrano che la vecchia proprietà aveva già da tempo denunciato senza avere credito da nessuno.
Ma prima di raccontare l’ultima stazione della via Crucis giallorossa è doveroso fare un plauso agli Aquilotti scesi in campo, che ci hanno destato un’ottima impressione (rispetto, diciamolo, ad altri “nomi illustri” che hanno calcato con davvero poco successo il glorioso manto del “Ceravolo”) al cospetto della più quotata formazione di Ulivieri: bravissimo Mangiacasale, un incubo sulla destra per i difensori rossoblu, idem Radi e Ruben Mancuso, che ha confermato la bella prestazione di una settimana fa contro il Catania, quando costrinse agli straordinari un “motorino” del centrocampo come Baiocco. Esordio in B anche per De Franco, Pironaci e De Pascali.

LE FORMAZIONI

Confermate le indiscrezioni della vigilia. Bologna con il decano Pagliuca tra i pali; da destra verso sinistra linea difensiva composta da Nastase, Terzi, Mezzano e Captano con Amoroso e Mingazzini a supporto; Antonazzo, Zauli e Bellucci in appoggio all’ariete Marazzina. Per il Catanzaro, falcidiato da infortuni e squalifiche, tocca alla linea verde della squadra, imperniata da mister Cittadino sul classico 4-4-2: Anania; Adami, Ceccarelli, Venturelli, Radi in difesa; Cordone, Mancuso, Gissi e Mangicasale a centrocampo; i cugini Corona e Cocuzza in avanti. In panchina anche i giovani Nicodemo Caroleo, Pironaci, De Pascali e Scalercio.

LA CRONACA

Partono bene i padroni di casa, che cercano di conquistare gli ultimi 3 punti della stagione e sperano di agganciarsi al fotofinish al treno dei play-off, senza comunque grandi illusioni.

All’11’ sul filo del fuori gioco Mingazzini serve Zauli che da solo davanti ad Anania manca l’aggancio pulito sprecando una ghiotta occasione. Al 13’ risponde subito il Catanzaro con un incredibile siluro su calcio piazzato di Radi che si stampa dritto dritto all’incrocio dei pali. Se la cavicchiano le Aquile, o meglio gli Aquilotti, contro una delle formazioni che è arrivata con più birra nelle gambe in questo finale di stagione, ma al 14’ una decisione alquanto esagerata, se non errata del signor Pantana, spezza loro le gambe: Bellucci fugge via, con Adami che lo atterra al limite dell’area. Legittima la punizione, ma il fischietto marchigiano espelle ingiustamente il numero 2 giallorosso per fallo da ultimo uomo, costringendo così Cittadino a sostituire Cocuzza con De Franco per ripristinare la difesa a quattro. Il Bologna passa così in vantaggio: lancio col contagiri di Mingazzini che taglia tutta la difesa giallorossa e giunge al solissimo Bellucci che beffa Anania con uno splendido pallonetto. Al 38’ è bravo Anania a salvare la propria porta su una “legnata” di Zauli. Nulla può però fare l’ex estremo difensore del Lecce sul missile “terra-aria” di Mingazzini che si infila sotto l’incrocio dei pali e manda in visibilio il popolo rossoblu, autore come scritto, durante tutta la partita di cori anti-Juve e contro i poteri forti (ormai ex?) del calcio italiano.

Nella ripresa i giallorossi non pungono, se non con qualche solita serpentina di Corona e con i numeri di Mangiacasale e i padroni di casa arrotondano il risultato con un gran gol di Marazzina, che fa fuori con un movimento da bomber di razza la difesa giallorossa e infila Anania. Poi più nulla di importante, se non la standing ovation riservata dai 35.000 del “Dall’Ara” a Gianluca Pagliuca, che lascia il posto al suo secondo Manitta (toh, chi si rivede!).

Pier Santo Gallo

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Pier Santo Gallo

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