Ponte Bisantis

Un anno, una vita

Le riflessioni di Giuseppe Bisantis in un nuovo angolo di Puntonet

Parte il campionato, parte una nuova rubrica che porta il nome del simbolo di Catanzaro. Ponte Bisantis è il nuovo spazio che Puntonet ha pensato per le incursioni della sua firma più prestigiosa. Giuseppe Bisantis, radiocronista di Tutto il Calcio e tifoso giallorosso, ci aveva fatto riflettere nella scorsa stagione con i suoi pezzi al vetriolo e ci aveva emozionato con . L’esperimento è riuscito, i tifosi e i lettori hanno apprezzato e Giuseppe ci ha preso gusto. Quando sentirà l’esigenza di fuggire per un attimo dal dorato mondo della serie A, delle trasferte europee e dei gol della Nazionale, potrà venire a rifugiarsi qui, in questo piccolo angolo di mondo giallorosso. Questa è casa sua. E per noi Giuseppe è anche un ponte che unisce il Catanzaro al calcio che conta. Quello in cui tutti sognamo di tornare.

Red

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Un anno può volare. Ma se ci fermiamo e torniamo indietro con la mente ci rendiamo conto che in un anno può succedere qualsiasi cosa. Un anno fa Roma si bloccava. Spazi aerei chiusi, vie d’accesso presidiate, per chi, come me, ci abita il consiglio era quello di limitare le uscite allo stretto necessario. Arrivava un capo di stato. Politici, imprenditori, divetti dello spettacolo e piccoli boss locali facevano a pugni per avere un posto in prima fila. Preceduto da uno stuolo di amazzoni nel ruolo di guardie del corpo ecco spuntare il più potente, il più corteggiato tra i capi di stato. Chi? Ebbene sì, lui: Muhammar Gheddafi, oggi il nemico numero uno dell’intera umanità. Ora molti tra quegli invitanti e invitati si affrettano a inventare scuse, a dimenticare. C’e’ anche chi controlla se il suo labbro si sia infettato o meno…

Un anno fa. Nel nostro piccolo (ma il Catanzaro non è mai piccolo) anche noi abbiamo vissuto una rivoluzione. Lo so che fa male ma torniamo esattamente a un anno fa. Una società senza capo né coda che annuncia un anno di gestione spartana. Un nugolo di ragazzini mandati in campo neanche fossimo alla Corrida…quella di Corrado, ovvio. Un presunto minisponsor che porta in città un sedicente allenatore ed un altrettanto sedicente direttore sportivo: Ze Maria e Malù. Una giunta comunale che stanzia soldi a fondo perduto ed un gruppetto di imprenditori locali che versa un obolo con lo stesso entusiamo di quando si paga lo sporca vetri al semaforo…

E poi i dirigenti del club. C’era di tutto. Quello che ha richiuso la valigia di cartone ed è tornato a spalmare calcina sui mattoni, quello che è rimasto un anno presidente “In Pectore” senza mai diventare effettivo. Un record. Quell’altro che doveva finire l’opera iniziata qualche anno prima e si autoproclamava “Rappresentante ufficiale in Lega”. E poi c’era chi si svegliava la mattina, indossava il cappotto del nonno ed un borsello di pelle ultima moda Autunno-Inverno 1973 e decideva di fare l’amministratore con tanto di foto sorridente. Chiaro che di fronte a questo scenario aleggiassero gli avvoltoi, tra cui anche un picchiatello nordestino forse burlone forse no… Ma soprattutto c’era una città rassegnata, sfiduciata che stava abbandonando il suo giocattolo più bello. Era la situazione ideale per i suddetti elementi. Continuare a vivacchiare e racimolare contributi pubblici elargiti con disarmante facilità.

Un anno passato così butterebbe giù chiunque. Campionato disastroso, un ultimo posto poi diventato penultimo grazie ad una fidejussione che il Pomezia aveva scritto sulla carta del pane. Salvi sì, ma come? I rubinetti pubblici esauriti, gli imprenditori locali che si rimangiano clamorosamente la parola, una nuova giunta che si dà da fare ma la prospettiva non è nera, di più. Inizia la solita estate di tormenti. A proposito, ma a quando risale l’ultima estate in cui si compra il giornale per sapere degli acquisti, dei calendari e non di fidejussioni, iscirizioni, debiti, penalizzazioni, esclusioni, ripescaggi? A occhio e croce ai primi anni della gestione Albano. Mi sbaglierò…

Poi il miracolo. Un reggino di nome Cosentino che si prende il Catanzaro. Ma è uno scherzo o cosa? No, è un imprenditore di livello internazionale che si prende a cuore la situazione e paga i debiti contratti da quelli di prima. Ah, dimenticavo. Alcuni di loro hanno avuto il coraggio di vantarsi sotto l’ombrellone di aver salvato il Catanzaro…Ma mettiamoli da parte. Definitivamente.

Non conosco personalmente Giuseppe Cosentino. Me ne hanno parlato bene ma le impressioni sono per forza di cose emotive e parziali. Non nascondo di aver accolto con una certa preoccupazione alcune sue mosse iniziali. La prima documentazione di iscrizione incompleta, la rottura con Romeo, la squadra a Cittanova, il “Faccio tutto io”, la campagna abbonamenti che mi ha fatto pensare a un Lotito de NoantriMa poi ritornavo ad un anno, una vita fa e dicevo: siamo dei miracolati! Almeno c’e’ uno con cui prendersela, un punto di riferimento. Poi ho visto l’entusiasmo nei suoi occhi dopo le prime uscite di coppa Italia, ho saputo che si è appoggiato a uomini di calcio. Utili in un mondo di squali. Ha fatto anche qualche passo indietro, insomma, dopo anni e anni abbiamo un presidente. Il ricorso vinto contro la rigida Figc è stato un capolavoro di volontà e dedizione. Ciliegina sulla torta il ritorno della U.S.

L’unico giudice ora sarà il campo ma i presupposti per fare bene ci sono tutti. L’entusiamo è tornato, il Ceravolo quasi. Se tutti noi dimentichiamo la serie A e ci concentriamo su questa realtà possiamo avere le nostre soddisfazioni. I prezzi dei biglietti non sono proprio popolari e in questo periodo è difficile chiedere uno sforzo a chi deve far quadrare il bilancio familiare. C’e’ un allenatore ambizioso che può giocarsi la carta della vita e ci sono giovani motivati. Anche i bistrattati Ferrara e Santaguida. Certo, bastano i nomi per tornare all’anno maledetto ma le colpe dei padri non dovrebbero mai ricadere sui figli. Se i papà volessero vederli giocare dovrebbe pagare il biglietto, senza accrediti o tessere omaggio. Almeno questo….

Ripartiamo da Melfi. È un po’ di anni che ci tocca. Con tutti il rispetto per l’interessante cittadina lucana sarebbe ora di lasciarci lo svincolo alle spalle. Così come quelli di tante altre cittadine che ci faranno compagnia in questo girone.

Buon campionato a tutti! Di cuore.

Giuseppe Bisantis

Autore

Redazione

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