Era il 6 luglio del 2017 quando la famiglia Noto, con piccole quote di minoranza per altri imprenditori, diventava proprietaria della società calcistica giallorossa: Floriano Noto è da quel giorno il presidente del Catanzaro. Terminava la gestione di Giuseppe Cosentino, che aveva salvato dal baratro il club nel 2011, portandolo subito in Serie C (allora Lega Pro Prima Divisione) e che lasciava dopo lo spavento dei playout per non retrocedere nei dilettanti, vinti contro la Vibonese.
Una stagione di assestamento
I Noto confermano l’allenatore della salvezza, Erra, che però sarà esonerato dopo otto giornate. Arriva Dionigi, che non farà meglio del predecessore (praticamente la stessa media punti) e che sarà a sua volta sostituito da Pancaro dalla 29a giornata. Il cosentino farà praticamente lo stesso degli altri due, e porterà in salvo i giallorossi al 13° posto (su 19 partecipanti) con 42 punti in 36 gare.
Torna la cara vecchia denominazione
Esattamente sette anni fa la società giallorossa torna al suo nome, a cui viene aggiunto l’anno della presunta nascita: da allora abbiamo l’US Catanzaro 1929.
L’era dei playoff di C
La stagione 2018-19 segna il ritorno di Gaetano Auteri, allenatore della controversa finale contro la Cisco del giugno 2010: le Aquile arrivano terze in campionato e torna il grande classico dell’eliminazione casalinga ai playoff, con la Feralpisalò che segna il gol decisivo ad un minuto dalla fine nel ritorno al Ceravolo.
Nel campionato successivo si ricomincia con Auteri, che viene sostituito a fine ottobre con Grassadonia, ma richiamato a fine gennaio: siamo nel primo anno di pandemia Covid e il campionato si chiude a marzo, “congelato” a otto giornate dal termine. A giugno è omologata la classifica, con i giallorossi che concludono al settimo posto, venendo eliminati al secondo turno playoff con il pari di Potenza.
Il 2020-21 inizia con l’arrivo di Foresti come direttore generale e di Calabro sulla panchina. La squadra disputa un ottimo campionato, anche oltre le aspettative, e conclude seconda alle spalle della Ternana (che fa quello che si rivelerà un effimero record di punti). C’è molta speranza per i playoff, ma arriva la solita delusione casalinga: ai quarti è un’altra “piccola” lombarda, l’Albinoleffe, a festeggiare al Ceravolo, con una rete nel finale di gara.
L’era Vivarini e dei record
Si ricomincia con Calabro, ma a fine novembre, con la squadra settima, arriva il cambio che segnerà una svolta per la storia recente delle Aquile: approda in giallorosso Vincenzo Vivarini, reduce dall’esonero in B da parte dell’Entella, ma autore di ottimi campionati in C (Bari, con sconfitta in finale playoff e Teramo, primo, ma poi sanzionato). Ma è anche, e forse soprattutto, il mercato invernale il vero booster: arrivano Sounas, Biasci e il bomber catanzarese, tifosissimo giallorosso, Re Pietro Iemmello. In campionato la rincorsa sul Bari non termina positivamente, ma il secondo posto è un buon trampolino per i playoff. Purtroppo i sogni s’infrangono a Padova, nel ritorno della semifinale dopo il pari al Ceravolo: i giallorossi vengono rimontati e superati, anche grazie alle decisioni di arbitro e VAR.
Arriva la stagione indimenticabile: il 2022-23 è l’anno dei record del Catanzaro in Serie C. L’apoteosi si raggiunge il 19 marzo 2023 a Salerno: nell’Arechi colmo di oltre 10000 tifosi giallorossi, arriva la vittoria che riporta le Aquile in Serie B dopo 17 anni. E il Catanzaro diventa anche la prima società professionistica italiana dal dopoguerra a vincere un campionato in inverno.
Serie B!
L’ossatura della squadra è confermata e anche Vivarini, dopo alcuni tentennamenti, resta alla guida nel primo anno di B: un campionato bellissimo, concluso al quinto posto, con tante vittorie di prestigio e la certezza dell’amore infinito della tifoseria giallorossa – che supera le mille presenze di media nei settori ospiti dello stivale – che dà un esempio di amore e maturità a tutto il mondo sportivo: i cori d’incitamento sullo 0-5 contro il Parma in casa rimarranno indelebili nella storia del Catanzaro.
Ai playoff le Aquile arrivano un po’ spompate ma, grazie a dei comprimari, riescono a giungere in semifinale, battendo prima il Brescia ai supplementari, col pari all’ultimo secondo dei regolamentari. Poi la rimonta al Ceravolo contro la Cremonese, sfiorando anche la vittoria, che fa da preludio al crollo in Lombardia, con i tifosi che cantano sempre e comunque.
E poi, il resto è attualità: rivoluzione estiva tecnica (non cercata) con l’arrivo del calabrese Caserta e dirigenziale (con Polito e Morganti), ritiro in ritardo, amalgama da ritrovare, ma con pazienza, cuore e tenacia arrivano i risultati, con la stagione regolare conclusa al sesto posto. Poi la bella e difficile vittoria casalinga col Cesena e le due sfortunate gare contro la corazzata Spezia. E i tifosi giallorossi diventano i primi in trasferta di tutta la Serie B.
In Noto we trust!
Tutti questi anni hanno mostrato la capacità di raggiungere, e superare, gli obiettivi da parte della società della famiglia Noto: possono cambiare i protagonisti, ma loro restano il punto di riferimento per il Catanzaro e la tifoseria giallorossa. Ai Noto va la fiducia di tutti i sostenitori delle Aquile.
Foto web


Il trend della storia recente dipinge una società in salute,ed il percorso a venire pare luminoso,sotto la lucida dirigenza di Noto,assolutamente sul pezzo.Bellissima l’epoca Vivarini,si è visto un gran calcio, mentre con Caserta cé un cambio struttarale nell’idea di gioco,che forse non ha trovato ancora un pieno equilibrio per rendere al meglio ma buoni spunti ha prodotto.Non può che splendere il sole all’orizzonte,nel cielo dell’aquila.