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Analisi tecnico-tattica della stagione giallorossa

Scritto da Paolo Carnuccio

La lavagna di Paolo Carnuccio

E’ stata una gran bella stagione calcistica, di quelle che entrano nei ricordi del cuore di tutti i tifosi giallorossi.

Eppure non era certamente iniziata bene se si pensa al grande problema dell’estate scorsa causato dalla mancata riconferma di tutto lo staff tecnico Vivarini-Magalini.

Il ritardo accumulato sulla scelta del nuovo binomio Caserta-Polito e conseguenti scelte di mercato, che avevano praticamente rivoluzionato gran parte dell’organico, mettevano in seria difficoltà la programmazione e gli obiettivi del campionato.

Sul versante strettamente tattico, la questione era molto complicata perché lo straordinario gioco espresso dalla squadra di Vivarini si sarebbe inevitabilmente perso con l’arrivo di un nuovo tecnico dalle idee decisamente diverse.

I primi mesi di Caserta non sono stati facili, il suo sistema di gioco 4-2-3-1 ha stentato a trovare le sue giuste codifiche proprio a causa di un palese ritardo nella preparazione estiva e dalla scarsa condizione fisica dei nuovi calciatori arrivati a Catanzaro in funzione del suo credo calcistico.

Sia gli esterni difensivi, ma specie quelli di centrocampo, non sono mai riusciti a trovare il giusto equilibrio nella fase di possesso per creare pericoli all’avversario.

E così il Catanzaro ha vissuto un momento di crisi tattica importante perché le rotazioni di Caserta su questo sistema di gioco non hanno mai avuto alcun effetto, hanno prodotto risultati negativi ed in aggiunta innervosito buona parte del vecchio gruppo dei calciatori che, insieme, in due anni aveva praticamente battuto ogni record di punti.

La difesa fortemente penetrabile, il centrocampo decisamente sbilanciato in avanti con esterni votati solo ad attaccare, la sottopunta fuori dal gioco, ed i due attaccanti spesso mal serviti con Iemmello a retrocedere in una zona di campo molto trafficata dalla presenza di una linea in più.

Non solo ma la ricerca della verticalità con i lanci lunghi di Pigliacelli avevano snaturato completamente le dinamiche di possesso che con pazienza si erano codificate negli ultimi due anni.

Quando tutto lasciava presagire un possibile cambio tecnico ecco che è avvenuto quello che potremmo definire il punto di svolta dell’intera stagione: la modifica del sistema di gioco dal 4-2-3-1 al 3-5-2.

Caserta decide di passare ad una difesa di tre con Scognamillo al centro dei due difensori Brighenti e Bonini, recuperando in mezzo al campo in cabina di regia Petriccione con ai lati Pontisso e Pompetti, e lasciando gli esterni a rotazione, mentre Iemmello ora trova spazio per allargare le sue giocate.

La società, e soprattutto i calciatori rimasti dalla scorsa stagione, accompagnano con favore questo cambiamento perché in buona sostanza si rimette al centro uno sviluppo già conosciuto dagli stessi e foriero di tantissime soddisfazioni.

La squadra recupera equilibrio proprio a centrocampo e cominciano a venire fuori le individualità.

Bonini dimostra di essere un difensore affidabilissimo e un goleador all’occorrenza, Pompetti diventa uno dei migliori centrocampisti dell’intera categoria per il suo rendimento crescente, Iemmello riprende sui suoi piedi tutte le dinamiche offensive del Catanzaro.

Ma la vera sorpresa si rivela Pigliacelli che ricomincia a giocare la palla con i compagni dal basso superando la pressione dell’avversario, e soprattutto sfodera degli interventi prodigiosi decisivi per l’andamento della gara.

Arrivano i risultati, il Catanzaro si compatta, ridiventa una difesa impenetrabile nonostante Scognamillo a volte si adatti nel mezzo perché il forte Antonini, a causa di alcuni problemi fisici, non trova continuità.

La crisi è alle spalle, Caserta sorride anche perché in campo il capitano Pietro Iemmello praticamente segna talmente tanti di quei gol pesanti che addirittura fanno schizzare il Catanzaro nelle zone alte della classifica.

Basta far giocare almeno sette/otto undicesimi dello scorso campionato per garantire continuità nelle prestazioni e nei risultati.

Il resto sono continue rotazioni, a) la batteria dei centrocampisti: da Koutsoupias, titolare a riserva poi ceduto; da Pagano, interno e poi sul lato; da Coulibaly anche lui a volte utilizzato come ricambio, insomma il trio Pompetti-Petriccione-Pontisso l’unico indiscutibilmente affidabile; b) gli esterni: Compagnon e D’alessandro, considerati sempre meno perché sui lati nella linea ci vanno Situm e Cassandro, mentre Buso viene considerato un attaccante.

Il Catanzaro cambia volto ed in attacco segna sempre lui Pietro Iemmello perché Pittarello si sforza tanto ma produce meno di quanto ci si aspetti, Biasci senza una manovra precisa appare a volte privo di spunti, e Lamantia è spesso infortunato.

La formazione di Caserta veleggia con il vento in poppa ed arriva al mercato invernale con una sua precisa fisionomia tanto che mette a segno due colpi fondamentali che rinforzano ancora di più la squadra: Quagliata ed Ilie.

Nel sistema del 3-5-2, Quagliata va a ricoprire il ruolo di esterno sinistro mentre Ilie (fortissimo) dà un cambio (finalmente efficace) ai tre del centrocampo.

Le prestazioni migliorano sempre più, arrivano risultati importanti ed il Catanzaro si proietta decisamente verso la posizione play off.

Caserta alza gli esterni difensivi fino alla linea di centrocampo, Situm e Quagliata (e Cassandro quando li sostituisce) vanno a fare superiorità numerica sui lati quando la palla supera la metà campo avversaria creando scompiglio ma soprattutto servendo i compagni di attacco.

A questo punto scatta un altro elemento fondamentale di questa splendida annata: l’entusiasmo di tutto l’ambiente.

L’alchimia tra Caserta-Squadra-Società è strutturata, ora ci pensano i meravigliosi tifosi a spingere verso l’alto il Catanzaro che arriva addirittura alla soglia delle prime tre posizioni.

Il derby con il Cosenza è una pura formalità in una splendida cornice di gioia per il tripudio dei colori giallorossi.

Il mister dimostra sempre di più le sue abili capacità gestionali di tenere insieme un gruppo fantastico che si diverte e macina punti partita dopo partita.

Caserta si diverte, è uno di loro, scherza e gioca con i suoi giocatori, li ascolta e li mette nelle condizioni di rendere al meglio.

Ma pensando ai play off ormai acquisiti arriva un inaspettato calo di tensione.

La squadra accusa stanchezza fisica ed un leggero appagamento mentale tanto che ricomincia a non essere più invulnerabile.

I tre Bonini-Scognamillo-Brighenti del muro difensivo cedono un pochino, a centrocampo si rifiata, in attacco se Iemmello non gira il Catanzaro non segna.

Mister Caserta capisce la situazione ed inizia la girandola di rotazioni provando a riattivare la spina mettendo in campo gente fresca mentalmente che aveva giocato poco.

Si rivedono Pagano, Koulibaly, Compagnon e persino Buso ma con scarsi risultati perché la squadra ormai ha letteralmente incarnato le sue dinamiche di gioco con i suoi giocatori.

Nonostante la buona volontà del mister e l’abnegazione dei calciatori (Pittarello e Biasci su tutti) non si combina granché e si soffre sino alla fine, anche perché in alcune partite il cambiamento di modulo voluto da Caserta non offre alcun risultato.

Si arriva quasi cotti alla fine del campionato ma i play off vengono raggiunti e costituiscono il giusto premio per aver saputo superare le difficoltà tutti insieme.

Il turno preliminare contro il Cesena è una vera ed autentica festa con il Ceravolo gremito per acclamare i suoi beniamini.

Ci pensa la premiata ditta Piglia-Iemme a stendere i volenterosi avversari e regalare ancora la semifinale.

Con lo Spezia, però, è tutta un’altra storia, la formazione ligure è fisicamente superiore e nulla può un Catanzaro comunque generoso.

Finisce tutto con una degna conclusione: la splendida cartolina dell’abbraccio commovente del mister, della squadra, e del Presidente Noto, sotto la curva dei tifosi del Catanzaro.

Perché sì, in fin dei conti, alla fine i veri protagonisti di questa stagione sono stati proprio loro gli ultras e la splendida tifoseria del Catanzaro.

Paolo Carnuccio

 

 

 

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Paolo Carnuccio

2 Commenti

  • Bell’articolo,dettagliato ed esaustivo.Andare da neopromossa per due anni di fila ai play off è notevole. Peccato per la pessima partenza di questa stagione,che ha finito per pregiudicare(parzialmente)il piazzamento in classifica.I problemi nella preparazione sono stati evidenti,sarà necessario farne tesoro per il prossimo torneo.Io comunque Biasci lo vorrei titolare,e non ne capisco l’utilizzo a singhiozzo che Caserta ha voluto per lui.È un giocatore importante,tatticamente intelligente,non va limitato.

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