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Aquilani arriva, la gente annuisce: ‘Ve l’avevamo detto, no?’

Scritto da Redazione

E il mare di Soverato lo sapeva già

In attesa dell’ufficialità ufficiale che certifichi Alberto Aquilani come nuovo allenatore del Catanzaro, in città la notizia ha già fatto il giro più veloce di un contropiede ben riuscito. Eppure, per chi sa ascoltare, c’erano segnali nell’aria già da giorni.

A Soverato, ad esempio, qualcosa si era mosso. La brezza che scivola sul lungomare verso l’alba, il modo in cui le onde si infrangevano con più ritmo nelle spiagge dei più noti stabilimenti, sembravano voler dire qualcosa. E qualcuno, giurano, giù al Lido di Pietragrande, avrebbe sentito persino il rumore lieve di un pallone che rimbalza… sulla sabbia.

A Catanzaro, intanto, è scattata la classica frenesia del “ve l’avevo detto io”. Al Bar Mignon, tavoli spostati e sedie girate per improvvisare talk show tecnici. A Piazza Grimaldi, chi fuma fuori dalle attività già snocciola statistiche, mentre su Corso Mazzini è tutto un “modulo fluido”, “verticalizzazioni rapide”, “preparatore atletico di fiducia”.

E i teorici del “Totopanchina” adesso si leccano le ferite. Chi aveva puntato su Abate deve incassare la sconfitta, mentre il tizio del Bar Centrale – quello che da lunedì ripeteva “fidati, è Aquilani” – oggi cammina a petto in fuori, ordinando granite come se fossero brindisi da Champions League.

Aquilani arriva con stile e idee. Ma soprattutto, con quel carico di attese che Catanzaro riserva solo a chi ama e rispetta il pallone. La città – che ha visto di tutto, dai piedi educati ai lanci da 60 metri – non fa sconti, ma sa riconoscere chi lavora sul serio.

E lui, fin dai primi passi, sembra parlare la lingua giusta: quella del gioco e del sacrificio.

Su al Ceravolo, intanto, le tribune vuote già si immaginano piene, in un pomeriggio d’autunno, col sole basso e i cori che si mischiano al vento.

Nel Parco della Biodiversità, qualcuno guarda l’orizzonte e pensa: “Chissà se questo è l’anno buono”.

E giù sulla costa, tra Soverato e Caminia, il mare continua a osservare, silenzioso e lucido. Come se sapesse già tutto. Come se, in fondo, fosse sempre stato d’accordo.

Benvenuto, mister!

Catanzaro ti aspetta. E il mare – quello vero – ha già fatto il tifo per te.

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Harp

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