Nuovo capitolo della vicenda che vede contrapposte Atalanta e Catanzaro per il caso Andrea Ceresoli. La società bergamasca ha infatti presentato ricorso al Collegio di Garanzia del CONI contro la decisione della Corte Federale d’Appello che, a luglio, aveva dato ragione ai giallorossi.
La clausola contestata
Il nodo è un accordo firmato l’8 agosto 2024: se il centrocampista avesse disputato meno di 19 presenze con il Catanzaro, l’Atalanta avrebbe incassato un premio da 100.000 euro più IVA. Ma il prestito si è interrotto a febbraio 2025, con un’intesa diversa: 50.000 euro invece dei 100.000 previsti.
La battaglia legale
A maggio 2025 il Tribunale Federale aveva dato ragione all’Atalanta, confermando i 100.000 euro.
A luglio la Corte d’Appello FIGC ha ribaltato tutto, accogliendo il ricorso del Catanzaro e annullando il premio.
Ora l’Atalanta ha deciso di portare la questione davanti al massimo grado della giustizia sportiva.
Due visioni opposte
Per i nerazzurri, il premio va comunque riconosciuto perché la soglia delle 19 presenze non è stata raggiunta.
Per il Catanzaro, invece, la clausola non si può applicare: con il prestito interrotto a metà stagione, la condizione non si è mai verificata.
La parola al Collegio di Garanzia
Spetterà quindi al CONI mettere la parola fine alla vicenda e stabilire chi, tra Atalanta e Catanzaro, avrà ragione.
L’attualità
Il contenzioso sul premio di rendimento, sommato a un mercato senza affari tra i club, ha raffreddato i rapporti tra Atalanta e Catanzaro.
Redazione 24
Foto Us Catanzaro 1929

