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Un campionato a distanza

Scritto da Redazione

Il Catanzaro spiegato a una turista scandinava — Capitolo VIII

Ingrid era partita da giorni, e per Salvatore il tempo sembrava correre e fermarsi insieme. Le giornate scorrevano tra allenamenti seguiti su UsCatanzaro.net, chiacchiere al bar con gli amici, le prime due partite del campionato. Ma dentro aveva un vuoto, lo stesso che sentiva ogni sera quando tornava a casa e trovava la stanza silenziosa, con il braccialetto giallorosso lasciato lì come un ricordo che bruciava.

Si sentivano: messaggi e qualche videochiamata. Lei sorrideva dallo schermo con quella luce che nemmeno i chilometri potevano spegnere. E lui le raccontava del Catanzaro, dei cori della curva, della trasferta di La Spezia. Lei ascoltava, rideva, e un po’ alla volta aveva iniziato a seguirlo davvero il Catanzaro: leggeva articoli, apriva siti italiani, si era iscritta al forum di UsCatanzaro.net e si incuriosiva di calciomercato. «You made me curious… now Catanzaro is also mine

Un giorno, però, arrivò un messaggio diverso dagli altri. «I’ll be in Milan the first weekend of October.» Salvatore rimase in silenzio, con il telefono in mano. Milano? Perché? Poi lo sguardo cadde sul calendario appeso in cucina. E gli mancò il fiato: sabato 4 ottobre il Catanzaro avrebbe giocato a Monza.

Gli parve un segno del destino, un filo invisibile che univa due vite lontane, due culture diverse, due mondi opposti che il calcio stava cucendo insieme. Ingrid non veniva solo a rivederlo: veniva a toccare con mano quella passione che lo teneva vivo, che lo aveva formato, che lui le aveva consegnato pezzo dopo pezzo in quelle notti d’estate sul golfo.

In quel momento capì che non era più un amore estivo. Era qualcosa di più grande, qualcosa che correva parallelo al campionato appena iniziato: un percorso fatto di attese, ritorni e sogni.

E mentre pensava a Monza, al viaggio, agli amici, gli venne la pelle d’oca: perché sapeva che lì, tra la curva giallorossa e il campo, avrebbe rivisto Ingrid. E allora il calcio, la vita e l’amore avrebbero cantato la stessa canzone.

Harp

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