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Aquila-sì!

Scritto da Francesco Ceniti

L’editoriale di Francesco Ceniti, direttore di UsCatanzaro.net

Come Alberto Aquilani nessuno mai nella storia del Catanzaro.

Speravamo di scrivere un titolo così a maggio, alla fine di un campionato entusiasmante e di un sogno diventato realtà. E invece ci ritroviamo dentro un incubo, reale e carico di nuvoloni neri.

Inutile girarci intorno: in Serie B dopo otto giornate non era ancora accaduto di ritrovare la squadra giallorossa senza vittorie. Neppure nelle due disastrose e sciagurate stagioni del Terzo Millennio, concluse con altrettante retrocessioni e l’onta del fallimento. Neppure andando indietro nel tempo, fino a un calcio in bianco e nero, con l’Italia appena uscita dalla Seconda guerra mondiale.

Un record negativo che arriva quando al comando della nave c’è una proprietà solida, capace di restituire fiducia e orgoglio al popolo catanzarese. E questa è l’unica notizia buona e anche l’ossimoro di una situazione preoccupante: la crisi tecnica della squadra è evidente, la sconfitta con il Padova ha certificato la “malattia”, rendendo endemici i problemi palesati fin dalle prime uscite.

Si pensava, si sperava, che il tempo avrebbe aiutato Aquilani a trovare l’equilibrio giusto. Nel modulo e anche negli uomini. E invece i guai sono aumentati al pari della confusione tattica.

Una confusione totale che ha portato il Catanzaro in zona playout e soprattutto ha messo a nudo i limiti del tecnico, incapace di strambare e arroccato con la sua idea di calcio, evidentemente non compatibile con le caratteristiche dei giocatori a disposizione.

Sembra un film già visto, sembra di essere ritornati a un anno fa, quando con Fabio Caserta in panchina le aquile non volavano, zavorrate da un modulo indigesto. Ma allora la sosta del campionato portò una ventata di novità, la squadra si compattò e l’allenatore si adattò alle richieste, dimostrando di essere l’esatto contrario del soprannome (“capu ‘e muntuna”) affibbiatogli dai cugini cosentini. Proprio quella sensibilità mostrata fu l’inizio di una esaltante rimonta che ci ha portato a rigiocare la semifinale playoff.

Insomma, volendo c’è lo spazio per l’ennesimo ribaltone, ma rispetto al 2025 i segnali sono diversi. Aquilani ha rivendicato la scelta di mandare in campo la stessa formazione di Monza, spiegando: “Avevo visto un’ora di ottimo calcio”, dimenticandosi che la buona prova (di rimessa) era durata solo mezz’ora e soprattutto cancellando un secondo tempo comatoso e senza reazione una volta passati in svantaggio che avrebbe consigliato dei cambi nell’undici titolare.

Non solo, il tecnico continua a riproporre un centrocampo a due deleterio per l’intero assetto, una difesa a tre in perenne difficoltà, due mezze punte che alimentano la frustrazione dell’unica punta (Iemmello, che non vuole fare più quel ruolo). Tutto questo senza avere ritmo e con un giro palla da bradipi con continui passaggi orizzontali, inutili.

Oltre a non mutare modulo, Aquilani ha mostrato una strana idiosincrasia con diversi giocatori, relegati in panchina a guardare i compagni. I vari Buglio, Buso, Alesi, Bashi, il tanto decantato Liberali, lo stesso Rispoli (uno dei migliori nelle prime uscite, poi finito nel dimenticatoio), Nuamah e Seha sono così indietro da non meritare spazio?

Per non parlare di Pandolfi, l’attaccante che serviva come il pane e scelto alla fine del calciomercato: è arrivato fuori condizione, mentre altri giocatori molto più in palla (tipo Gabrielloni oppure Lasagna) sono andati a rinforzare la concorrenza.

Questo per dire che errori evidenti sono stati commessi anche da chi ha allestito la squadra, cercando di alzare la asticella. Ma l’asticella per restare in piedi deve poggiare su basi solide: quelle del Catanzaro sono state smembrate, con le cessioni di quasi tutto il gruppo storico, e rifondate con numerosi prestiti secchi. E anche le buone intuizioni di mercato (tipo Bonini), sono state sacrificate sul piatto della plusvalenza.

Ci voleva forse più attenzione in questo percorso accidentato, perché la B non perdona. Cambiare tre allenatori in altrettante stagioni non è il massimo. Aquilani, poi, era un quasi debuttante e veniva da un anno sabbatico. Insomma, una bella scommessa, ma sempre una scommessa.

E la società, che tanto ha faticato per riportarci nel calcio che conta, non può permettersi di perderla. Ci vuole coraggio e lucidità anche nell’ammettere gli errori, anche nel dover dire addio a un’idea che sembrava giusta.

Si può forse concedere una ultima occasione al tecnico, il ballo contro il Palermo, per vedere se c’è una minima risposta. Ma andare oltre sarebbe molto rischioso: perché sbagliare è umano, ma perseverare potrebbe diventare sinonimo di retrocessione.

Serve uno choc, serve qualcosa che “svegli” la squadra come chiesto dagli ultras dopo Monza. Serve una vittoria. Contro il Palermo, la più forte, serve un’impresa da dentro o fuori.

Magari Aquilani riuscirà a svoltare proprio nella gara più difficile, diventando all’improvviso Aquila-sì. Lo speriamo, come speriamo che la dirigenza non si faccia trovare impreparata in caso contrario.

Insomma, è un obbligo pensare anche al piano B, come la categoria da salvare e preservare.

Francesco Ceniti 

Foto Lorenzo Costa per uscatanzaro.net

 

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Francesco Ceniti

7 Commenti

  • Sono daccordo totalmente con questo editoriale.Negare il disastro fin qui palesato,la supponenza tattica(e umana dico io)del tecnico,la pazienza(8 partite,e non son poche)nell’attesa di un qualche flebile miglioramento(e invece si và peggiorando),la necessità di una svolta che non può attendere oltre,tutto ciò equivale a scontare la stessa ottusità di Aquilani nel negare l’indifendibile.La svolta DEVE arrivare col Palermo,anche perchè superare una Big ingigantirebbe l’effetto Autostima e ne abbiamo disperatamente bisogno.A luglio dissi che speravo Aquilani non si sarebbe rivelato un Profeta Dell’Apocalisse,e mi ritrovai in una ShitStorm.Bene..adesso vediamo come ne uscite fuori,fenomeni. Speriamo nel buon Dio,per il bene della squadra..

  • Aquilani in conferenza continua a non rispondere sul non impiego di giocatori mai visti come Liberali, Buglio e Pandolfi, giustificandosi dicendo che la squadra gli era piaciuta a Monza.
    Glielo spiegate che a Monza abbiamo perso e che i titolari si confermano dopo le vittorie e le buone prestazioni.
    Mister riprenditi che spari solo cazzate
    Comunque non mi sento di condannarti, sono del parere che la rosa non sia all’altezza e che abbiamo delle grosse lacune, in primis in difesa, dove non è stato preso un sostituto di Scogamillo, sul piano caratteriale più che su quello tecnico. e a centrocampo facciamo voragini che compromettono la tenuta difensiva.
    Qui non mi sento di dare colpa il mister
    Se Iemmello si mangia il 3° rigore di fila, se non tiriamo in porta, se Cassandro a Genova si è mangiato l’impossibile, la colpa non è del mister

    • Cmq quando quasi tutti vedono delle problematiche e chi sta a 2 metri non le vede, ti viene da pensare che non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere.
      Uno abituato a stare a Roma, Firenze, Milano, già ricco di suo a Catanzaro arriva affamato ?
      Non dimentichiamoci che lo scorso anno non volle venire. E se l’obiettivo è farsi esonerare , pagato per allontanarsi dalla triste routine catanzarese ? In questo caso l’arma perdente sono i vari Cassandro all’ala Di Chiara terzino , mettere Favasuli dalla parte sbagliata, far tirare il terzo rigore a Iemmello , restaurare Pontisso e Brighenti, per carità quest’ultimo fa tutto il possibile ma ha tre volte l’età di Liberali , Cisse, Rispoli, Paura, nascondere Pandolfi e Buso che magari non ci salveranno il campionato ma certo non sono peggio dell’accozzaglia messa in campo. Non ci manca l’amalgama forse c’è malafede. E nella storia del Catanzaro un altro in malafede lo abbiamo già avuto, tale Luigi Cagni che individuò nei 14 goal di Corona il problema

  • La mia domanda è sempre la stessa, ma questi giocatori scarsi rotti relegati dalle altre società ai margini e non ultimo cassandro del quale, più dei pregi si conoscevano gli infiniti limiti, chi li ha voluti. E’ dallo scorso torneo che si sono gettate le basi per un ritorno in C, vi ricordate caserta allenatore scarsissimo che solo ritornando a furor di popolo all’impianto della squadra del torneo precedente ed ai goal di Iemmello e bonini ci hanno evitato l’umiliazione della C, e la società con tutti i disastri combinati da caserta e polito zitta. Come zitta vuole stare anche stavolta.

  • Nelle pagelle ho messo la formazione che può battere il Palermo. Se ci ripropone Pontisso, Di Chiara Brighenti e Cassandro all’ala vuol farsi esonerare. Allora dobbiamo essere noi a pretendere le sue dimissioni senza compenso . Troppo comodo tornare a Roma pagati.

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