Dopo la sconfitta al Ceravolo contro il Padova, il Catanzaro torna a giocare di nuovo tra le mura amiche, in evidente crisi di risultati e con due zero punti consecutivi in classifica. L’avversario di turno è di quelli “tosti”, forse il più tosto che poteva capitare: il Palermo di Pippo Inzaghi.
Il DS Polito, nella recente conferenza stampa, lo ha definito “il migliore avversario che potesse capitarci” in questo momento. Resta da capire se intendesse dire il più forte oppure che, vista la sua caratura, i ragazzi di Aquilani saranno maggiormente spronati a una prova di orgoglio e dignità.
Gli arabi conquistano di nuovo la Sicilia
Nella lunga e gloriosa storia del Palermo una data resterà impressa in modo indelebile come pietra angolare: il primo luglio 2022. La società rosanero, a un passo dal tracollo finanziario e con un indebitamento non più sostenibile, viene acquisita dal City Football Group, il gruppo societario di proprietà dello sceicco Manṣūr bin Zāyed Āl Nahyān. Uno dei gruppi più influenti nel mondo del calcio, se non il più influente, che detiene il controllo di dodici società calcistiche, tra le quali la corazzata Manchester City.
Dopo l’ingresso in società, oltre a investimenti per decine di milioni di euro, ma senza un ritorno tangibile in successi sportivi, il primo risultato visibile è stato certamente il Palermo CFA, il nuovo centro sportivo costato più di 7 milioni di euro e inaugurato ad aprile 2024, situato nel comune di Torretta, a circa 20 km dal capoluogo siciliano. All’interno del “Palermo City Football Academy”, che occupa un’area di circa 50.000 metri quadrati, sono presenti due campi regolamentari in erba naturale oltre ad una serie di strutture dedicate ai professionisti che lavorano per il club siciliano.
Una progettualità a lungo termine del City Football Group, non solo in termini economici e sportivi, ma anche dal punto di vista sociale e ambientale: il centro possiede 30.000 metri quadrati di aree verdi ed è stato istituito anche un orto sociale con attività destinate alle associazioni benefiche del territorio.
Un unico obiettivo
È chiaro che il target principale della società rosanero è quello di tornare in serie A. Nelle scorse stagioni lo sforzo economico ha prodotto dei risultati ben lontani da questo proposito. Tanti giocatori di assoluto livello arrivati nel capoluogo siciliano, forse mai guidati da allenatori all’altezza del obiettivo.
Quest’anno si è puntato a sopperire a questa carenza chiamando quel Pippo Inzaghi vero specialista nel campo delle promozioni, con l’ultima fresca al Pisa.
A ogni modo non si è badato a spese per offrire al tecnico piacentino dei rinforzi che alzassero il livello di quella asticella già altissima.
Tra gli arrivi: Antonio Palumbo, esperto trequartista dal Modena, Bartosz Bereszyński, svincolato dalla Sampdoria, i difensori Mattia Bani (acquistato dal Genoa), Tommaso Augello e Davide Veroli provenienti dal Cagliari, oltre a Emmanuel Gyasi in prestito dall’Empoli e il portiere finlandese Jesse Joronen ex Venezia. Si aggiungono a Pohjanpalo, pagato 4,7 milioni di euro nello scorso mercato invernale, ma anche ai vari Brunori, Segre, Ranocchia, Diakite e Pierozzi.
Insomma una corazzata che mister Inzaghi sembra aver da subito indirizzato nella giusta direzione: 16 punti in 8 partite, frutto di 4 vittorie e 4 pareggi.
Idee chiare in campo
Il Mister è noto per la sua capacità di adattare il modulo alle caratteristiche dei giocatori e alle esigenze della partita. Il Palermo di Dionisi nella scorsa stagione adottava un modulo 3-4-2-1 come il Pisa di Inzaghi.
Però il modo di interpretarlo è profondamente diverso. Rara la costruzione dal basso, il maniacale possesso della palla e il sistematico utilizzo delle catene laterali. Gli uomini sono messi in campo in maniera più compatta e aggressiva, con il modulo che si avvicina per certi versi ad un 3-5-2 già adottato in partenza in qualche partita di questa stagione.
Palumbo supporta Pohjanpalo e Brunori o Le Douaron che devono avere la qualità e il dinamismo necessario nello svolgere le due fasi. Comunque l’atteggiamento della squadra tende a essere incentrato sempre sul recupero palla e sulla verticalità nel gioco. Forza fisica e doti di palleggio per una squadra pronta a suonare qualsiasi spartito gli chieda di eseguire il suo allenatore, che con cura maniacale studia ogni aspetto dell’avversario che va ad affrontare.
Il segreto sta nel ritmo, rock non lento
Una corazzata che sembra non avere dei punti deboli, forse dei cali di ritmo nel corso della partita, come avvenuto nel secondo tempo al Barbera contro il Modena. È apparsa una squadra un po’ stanca e nervosa, che ha perso le giuste distanze tra i reparti e si è scomposta a volte in modo evidente.
Vero che aveva di fronte un avversario ostico, ma è da quello che bisogna partire. Interpretare una partita a ritmi sostenuti, riuscire ad aggredire l’avversario e cercare di ottimizzare al massimo quelle poche occasioni che la difesa palermitana (solo 4 gol al passivo) concede.
L’ostacolo è posto in alto, ma il cuore da gettare oltre a esso c’è: quello dei tifosi giallorossi che meritano una prestazione maiuscola dai propri beniamini. Serve anche il cuore dei giocatori, oltre che la testa e le gambe. Ci devono credere, bisogna crederci tutti.
Foto US Catanzaro 1929


Inzaghi ha la CAPACITÀ DI ADATTARE IL MODULO IN BASE ALLE CARATTERISTICHE DEI GIOCATORI..esatto.Una capacità che hai,oppure ti attacchi al tram.Noi magari ne sappiamo qualcosa,ma è solo un piccolo,insignificante particolare…