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Catanzaro, il cuore oltre l’ostacolo: il Ceravolo torna a sognare

Scritto da Redazione

Dopo la settimana più difficile, Aquilani ritrova squadra e identità. Vittoria di grinta, idee e compattezza contro il Palermo dei giganti

La magia del Ceravolo

La partita tra Catanzaro e Palermo, disputata ieri sera sotto le luci del Nicola Ceravolo, è stata perfetta dal punto di vista climatico. Ma quanto sia bello questo sport possono raccontarlo soltanto coloro che hanno vissuto dal vivo la straordinaria serie di emozioni che si sono susseguite per tutti i novanta minuti (e lunghi recuperi).

Gli 8.400 spettatori presenti hanno davvero vissuto di tutto, a partire dal prepartita, con l’emozionante accoglienza riservata al piccolo Francesco, accompagnato in braccio da capitan Iemmello sotto la Curva, che gli ha dedicato uno struggente striscione e un applauso commosso da parte di tutto lo stadio. Della sua storia abbiamo già parlato e scritto anche ieri (vedi articolo) ma l’augurio più grande è che, alla gioia provata ieri sera, si aggiunga presto quella più importante per lui.

Poi c’è l’altro aspetto, quello prettamente calcistico. Alla vigilia, per tutti, sembrava una sfida tra Davide e Golia. E non si può non essere d’accordo: da una parte una corazzata costruita per vincere, sostenuta dal City Group dello sceicco Mansour degli Emirati Arabi; dall’altra una squadra di provincia, con una proprietà locale il cui obiettivo è consolidare la permanenza in Serie B.

Da un lato una formazione imbattuta, dall’altro una che non aveva ancora trovato la vittoria. Contro simili differenze non basta giocare bene: serve altro. Serve grinta, serve cuore, servono i propri tifosi, ma soprattutto serve quello spirito che contraddistingue chi vuole emergere gettando il cuore oltre l’ostacolo.

E ieri il Catanzaro lo ha fatto. E non era affatto scontato.

Cuore, idee e umiltà

Dopo la settimana più difficile vissuta nell’ambiente giallorosso in questa stagione, seguita alla debacle interna con il Padova, serviva cambiare. E Aquilani, con umiltà e intelligenza, lo ha fatto.

Non ci piace soffermarci troppo sui moduli — perché nel calcio, durante una partita, se ne giocano tante — ma è giusto riconoscere che ieri il Catanzaro ha scelto una base tattica diversa, un 3-5-2 dinamico e flessibile, capace di adattarsi alle diverse situazioni di gioco. Più che i numeri, però, ciò che ha davvero contato è stata la chiara identità di squadra che i giallorossi hanno mostrato: solidità difensiva, compattezza tra i reparti e una rinnovata capacità di creare pericoli in avanti.

A prescindere dall’uomo in più a centrocampo, la squadra ha saputo difendersi con ordine e, allo stesso tempo, attaccare con idee, costruendo diverse palle gol nitide, più dei propri avversari. E, a conti fatti, l’1-0 finale sta persino stretto al Catanzaro. Ieri si è avuta la certezza che nel calcio a volte conta più di tutti l’atteggiamento che il modulo.

Meno possesso palla, meno passaggi, ma più ordine, più compattezza e maggiore velocità nell’attaccare spazi e profondità.

Con questi ingredienti — indispensabili in questa fase — e con l’autostima, la fiducia e la consapevolezza nei propri mezzi che cresceranno insieme ai risultati, si potrà poi pensare anche al “bello”: a quel calcio per palati fini che diverte e incanta, ma che non si può interpretare se prima non si consolidano le basi fondamentali appena ritrovate.

Molte più palle gol per i giallorossi

Le occasioni non sono mancate: Di Chiara, di testa, ha sfiorato la traversa; Iemmello ha colpito l’esterno della rete nel primo tempo; Pontisso ha sciupato un’occasione d’oro a tu per tu con il portiere; e ancora, un altro colpo di testa del capitano (che sfiora il palo) ha preceduto di poco la rete di Cisse, arrivata nel recupero della prima frazione.

Nella ripresa, altre due opportunità clamorose — sempre con uno straordinario Iemmello protagonista — hanno fatto tremare la porta rosanero, prima un colpo di testa terminato sulla traversa, poi c’è voluto un miracolo di Joronen per mandare fuori un pallone destinato in rete.

Sia chiaro: il Palermo non è stato a guardare. Con la qualità che aveva in campo, la giocata pericolosa poteva arrivare in qualsiasi momento. Ma dall’altra parte ha trovato un Catanzaro concentrato e organizzato, con un Favasuli che ha annullato Augello (il miglior crossatore mancino della Serie B), una difesa superlativa formata da Cassandro, Brighenti e Antonini, impeccabili nel contenere attaccanti del calibro di Pohjanpalo, Le Douaron, Brunori e Corona — quest’ultimo figlio d’arte del nostro indimenticato Re Giorgio.

E poi c’è stato Rispoli, che ha lottato su ogni pallone, limitando la verve dei vari Palumbo e Segre, contribuendo a mantenere alto il livello d’intensità per tutti i novanta minuti.

Non è possibile citare tutti gli interpreti in maglia giallorossa, ma un plauso va a tutta la squadra, che ha saputo reagire con orgoglio e unità. Da segnalare, infine, una direzione arbitrale di Pairetto che, nel complesso, ha lasciato più di qualche perplessità: in particolare, la gestione dei ripetuti falli su Cisse non è apparsa del tutto lineare.

Un segnale forte

Il Catanzaro, dopo giorni difficili, ha mandato un segnale forte: la squadra c’è, ha reagito e ha ritrovato la propria identità. Sostenuta da un pubblico meraviglioso e guidata da un allenatore che non ha avuto paura di mettersi in discussione, ha mostrato che si può ripartire dalle proprie certezze, dalla compattezza e dal cuore.

Va anche sottolineato il commovente abbraccio di tutta la squadra al proprio tecnico, visibilmente emozionato, che a fine partita si è recato sotto la Curva per raccogliere, insieme ai suoi ragazzi, il lungo applauso di tutto lo stadio. Applausi meritatissimi, perché — come spesso accade nel mondo del calcio — nei momenti difficili il primo a essere messo in discussione è sempre l’allenatore.

Questi tre punti di platino servono a indirizzare il percorso e a restituire fiducia all’ambiente, ma dovranno essere subito archiviati, perché tra soli tre giorni il Catanzaro sarà di nuovo in campo per l’impegnativo turno infrasettimanale di Mantova.

Una sfida che vedrà ancora una volta il sostegno del pubblico giallorosso: fino a ieri erano già 220 i tifosi delle Aquile a essersi assicurati un posto nel settore ospiti, ma il numero è destinato a crescere fino alla chiusura della vendita dei tagliandi martedì sera.

Supporter che, sull’onda dell’entusiasmo per la prestazione vista ieri al Ceravolo, continueranno a rappresentare quel dodicesimo uomo in campo, pronti a sostenere una squadra che suda, corre e lotta — esattamente come ha fatto ieri sera.

Redazione 24

Foto US Catanzaro 1929

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