Mister, ben trovato. Le sensazioni di questo momento inevitabilmente aiutano nel lavoro, sebbene fare un allenamento vero e proprio sia stato impossibile passando in poche ore da scarico a rifinitura. Come hai vissuto questi due giorni sostanzialmente dopo Mantova?
Quando vinci le partite, come abbiamo detto anche in passato, sicuramente lavori meglio perché hai l’autostima della gara fatta, però inevitabilmente in questa settimana non c’è stato tempo, non c’è stato modo. Finiamo una settimana impegnativa, affrontiamo un’altra squadra molto impegnativa. Io credo che i ragazzi abbiano recuperato e mi auguro che questa percezione, che abbiamo messo dentro appunto in queste ultime partite, prosegua perché il campionato è lungo.
Arriva un avversario che mi sembra, dati alla mano, sia il secondo attacco del campionato, ringalluzzito da una vittoria convincente dopo due mezzi passi falsi, un pareggio in due trasferte. Ci sono similitudini nella gara preparata tra Palermo e Venezia? Ci sono punti in comune tra questi avversari?
Il punto in comune è la forza della squadra perché credo che sia di valore simile al Palermo e quindi una rosa competitiva, una squadra che l’altro anno faceva la Serie A, una squadra che lotterà per andare in Serie A senza alcun dubbio, una squadra allenata bene, una squadra che prova a giocare a calcio e quindi sicuramente sarà per noi un test impegnativo.
Detto questo noi stiamo bene, noi abbiamo fatto dei miglioramenti, noi abbiamo fatto due vittorie consecutive, quindi mi auguro che questo ci porti appunto a aver tolto delle scorie di dosso e essere più consapevoli poi delle nostre qualità, a migliorare le cose che abbiamo detto di migliorare, che si sono viste e domani sicuramente affrontiamo una partita diversa da quella di Mantova, sicuramente più simile a quella col Palermo e bisogna dimostrarlo, perché poi le partite sono fatte per dimostrare appunto tutto questo, non a chiacchiere.
È vero che ha avuto poco tempo, però abbiamo visto due Catanzaro diversi fra Palermo e Mantova anche come atteggiamento difensivo, col Palermo aspettavate più bassi, gli avete tolto la profondità, col Mantova invece soprattutto nel primo tempo andavate a pressare più alti, c’era pure una disposizione diversa nel centrocampo, con Rispoli che era un po’ più alto rispetto a Buglio e Petriccione e quindi comunque il lavoro che avete fatto prima adesso sta portando i suoi frutti, abbiamo visto anche inseriti altri giocatori che prima non avevano avuto spazio.
Il Palermo è una squadra che giocava col 3-5-2, il Mantova è una squadra che giocava con quattro difensori e quindi è ovvio che le pressioni devono essere diverse con le posizioni che potevano essere simili ma poi negli adattamenti agli avversari erano diverse, quindi due partite sicuramente diverse. Il Mantova è una squadra che se non gli vai forte magari rischi che la palla non te la dà più perché sono molto bravi a far quello, magari il Palermo è una squadra più verticale.
Domani invece affrontiamo una squadra molto brava a fare entrambe le cose e quindi noi dobbiamo saperlo, dobbiamo però anche sapere che stiamo bene, che stiamo facendo le cose in modo giusto e che è una partita che dobbiamo affrontare con quel piglio, perché senza quel piglio se no torniamo a dove eravamo e quindi quel piglio lo voglio vedere, lo pretendo e quindi io sono sicuramente convinto che i ragazzi anche loro sanno che è una componente determinante.
Ricordo le tue parole immediatamente dopo la gara con il Palermo. Dicevi è vero un nuovo abito, una nuova impostazione tattica, un nuovo modulo chiamiamolo come vogliamo, però è cambiato anche l’approccio, l’impatto e lo avete dimostrato anche a Mantova. Riscontri, noti effettivamente un cambio, una svolta da questo punto di vista?
Sì, credo che a parte il modulo, a parte i numeri, è sempre l’atteggiamento che fa la differenza, quindi sicuramente in queste due gare si è visto, ma non perché prima l’atteggiamento era sbagliato, ma un atteggiamento un po’ più consapevole soprattutto all’interno della partita per andare a determinare alcuni fattori. Poi gli episodi sicuramente cambiano l’inerzia della partita da una parte dall’altra e noi dobbiamo essere bravi affinché questi episodi vengono dalla nostra parte, però io credo che poi questa è una squadra che nel tempo è cresciuta e oggi sta raccogliendo magari dei frutti che all’inizio non raccoglieva.
Poi volevo chiederti, è vero probabilmente in queste ultime due partite c’è stato più equilibrio, specie in mezzo al campo, però sei stato costretto a lasciare fuori ben 7-8 calciatori offensivi, tra punte, trequartisti e mezzali, quindi diventa anche un po’ più difficile la tua gestione da questo punto di vista?
Questo io lo dico dal primo giorno che è la parte più difficile perché tanti giocatori meriterebbero di giocare, tanti giocatori stanno fuori e quindi questo è un discorso che faccio dal primo giorno, però si può giocare in undici e quindi poi ci sono gli equilibri, ci sono i momenti, magari tu pensi che va in un modo e va nell’altro, la partita la devi recuperare o la devi cercare di contenere, sono tante dinamiche che mi portano poi a fare delle scelte, ma sono scelte che io faccio per il bene della squadra, con l’augurio che poi, più andiamo avanti, più abbiano possibilità tutti i ragazzi di dimostrare, perché ci sono tanti ragazzi bravi.
Tra le squadre allestite per fare il salto di categoria proprio il Venezia è quello che soffre di più fuori casa: quattro pareggi e una sconfitta. Questo può in qualche modo agevolare il Catanzaro?
Secondo me speriamo, nel senso che è una squadra forte, è una squadra che come hai detto tu è una corazzata, sono giocatori di peso, di motore, allenatore bravo, è ovvio che magari anche loro hanno avuto qualche battuta d’arresto in trasferta. Noi stiamo bene, giochiamo in casa, abbiamo un pubblico eccezionale che ci spinge e noi dobbiamo fare in modo di trascinarli, perché questo deve essere un valore aggiunto così come è stato contro il Palermo.
Sui singoli. Favasuli a destra, Cassandro braccetto: Favasuli faceva bene pure a sinistra, ma mi sembra che la destra sia forse la sua corsia naturale; Cassandro un po’ più arretrato, forse anche meglio che da esterno. È solo una mia impressione oppure sono state solo queste due partite, poi comunque loro li potremo rivedere anche negli altri ruoli con cui avevano iniziato la stagione?
Credo che siano calciatori duttili, credo che la vera qualità di alcuni calciatori è proprio la duttilità: possono giocare in diversi ruoli. Noi Cassandro l’abbiamo preso come braccetto, poi è stato impiegato più avanti per esigenza; Favasuli con me ha sempre giocato a sinistra, invece quest’anno sta giocando a destra e sta facendo bene: sono calciatori polivalenti, possono giocare da una parte e dall’altra, poi è sempre il momento, adesso dietro siamo un po’ corti, però io credo che lo stanno interpretando veramente bene.
Ma soprattutto come dicevo prima, non è tanto dove giocano, ma è questa percezione del fare le cose nel modo giusto che deve fare la differenza, queste due partite che ci hanno detto che se siamo dentro la partita, se siamo attenti, se percepiamo il pericolo, siamo una squadra tosta da affrontare, se invece questa cosa non la percepiamo con quell’intensità che abbiamo visto, diventiamo una squadra magari più vulnerabile, io quindi pretendo questa cosa dai giocatori perché me l’hanno dimostrato, perché ce l’hanno e perché poi i risultati dicono che ci vuole quello per vincere le partite.
Fonte US Catanzaro 1929, trascritto tramite IA

