Catanzaro News

La voce del Forum – 11ª giornata

Scritto da Redazione

Questa settimana il Totoforum fa tappa a Bologna

L’intervista al vincitore dell’undicesimo turno non è un classico botta e risposta. Nick_Bo, preferisce soffermarsi sulla sua prima volta in giallorosso. Un’immersione nei ricordi giovanili, in un passato comune a tanti tifosi del Catanzaro. Quei ricordi che non raccontano soltanto di una passione sportiva ma di un attaccamento alle proprie radici dalle quali ci si allontana per scelta di vita o per necessità.

La memoria come ponte tra le distanze nello scorrere del tempo e con un unico comune denominatore.

Allora, Nick_Bo racconta la tua storia

La mia prima volta al Ceravolo fu contro il Chieti, era il 1997 e avevo 12 anni. All’epoca in classe erano diversi i compagni che andavano già allo stadio e anche chi di noi non lo frequentava conosceva praticamente tutti i cori a memoria. In televisione all’epoca passava una pubblicità della Sidis piena di immagini della curva e nel quartiere San Leonardo dove sono cresciuto capeggiavano ancora due scritte a caratteri cubitali contro la Lazio. Se non avevi una famiglia “tifosa” i racconti li ascoltavi dal barbiere – Totò di via De Gasperi indimenticabile – il quale nei momenti di quiete prendeva da un cassetto dei bellissimi album pieni di foto della serie A e se non andavi allo stadio la domenica, mentre calciavi il pallone, ogni tanto sentivi il boato da lontano.

Alla prima partita ci andai grazie alla scuola che ci portò con diverse scolaresche nella curva est. Non ricordo con precisione quanto preavviso venne dato ma nei miei ricordi è come se ci fossimo preparati un mese per quella partita. Iniziò a girare la voce di dover creare dei coriandoli da utilizzare all’ingresso delle squadre e il mio compagno di banco di Cavorà prese davvero sul serio questo compito. Il giorno prima della partita andai a casa sua e aveva preparato almeno due bustoni di plastica pieni di coriandoli divisi addirittura in sacchetti. Passammo da un ragazzo più grande di noi che stava finendo uno striscione che sarebbe poi diventato “UC Cavorà”. Quella scena fu folgorante. Con la stoffa rossa e le strisce tirate con il nastro carta. Ancora oggi quando mi capita di realizzare in prima persona degli allestimenti (compresi striscioni o altro) mi capita di ripensare a quei momenti. Tornammo a casa a tagliare altri quaderni e poi la sera lo striscione finito venne esibito a mo’ di sfottò alla stazione delle Calabro-Lucane verso i binari che risalivano per Cosenza. Chissà mai che qualcuno lo notasse.

Ricordi stampati nella memoria

Della partita ricordo questa visione lontana della curva pienissima di striscioni, il boato all’ingresso dei giocatori, i coriandoli che poi nessuno voleva tirare e il Catanzaro che stravinse. Rimasi un po’ deluso dal contesto. A parte un gruppetto carichissimo mi sentii quasi in imbarazzo esultando al terzo gol da solo con i miei amichetti a fianco seduti. Più guardavo la curva difronte a me più capivo che quello sarebbe stato il mio settore.

Ora che il Catanzaro va forte non sono più riuscito a rientrare al Ceravolo per via della curva sempre sold out. Ci ho provato una volta ad andare in tribuna ovest ma non è stato lo stesso. Alla società dico solo grazie. Poi, certo, non tutto può uscire perfetto e vedendo alcune società attrezzate economicamente è ancora più difficile fare miracoli.

Penso l’importante sia investire come si sta facendo nelle strutture e nello stadio. Avere un posto un minimo al passo con i tempi, permette di attirare pubblico e investitori e se la società trova alleati è anche facile sognare un po’ di più.

Spero anche vedendo la mia storia si insista con le scuole per far crescere i giallorossi che verranno. Anzi sarebbe bello che la società iniziasse a regalare una maglia ad ogni nascita come avviene ora anche a Bologna, città dove vivo.

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Redazione

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