Il suo percorso con le Aquile ci riporta ad una delle ultime stagioni in cui il nostro idolo assoluto, Massimo Palanca, ha vestito la maglia giallorossa; stiamo parlando della stagione ’88-’89 in cui il Catanzaro si è classificato undicesimo in Serie B, rimasta nel cuore di tutti i tifosi per la tripletta che O’Rey ha rifilato agli eterni rivali del Cosenza.
Mettendo in moto con lui la macchina del tempo, abbiamo scoperto un uomo che parla della sua città come Gino Paoli parla della donna di cui è innamorato nella sua famosa “lunga storia d’amore” e ripercorrere le tappe della sua carriera è stato come fare un tuffo in un calcio romantico, che tutti vorremmo rivivere ma che ora fatichiamo a ritrovare.
«Ricordo ancora le emozioni che ho provato la prima volta che ho vestito la maglia del Catanzaro- ci racconta il catanzaresissimo Gaetano Fontana, protagonista di questo nostro terzo appuntamento con la rubrica “Mi ritorni in mente”-. È stata un’emozione unica per me che, fino a quel momento grazie al mio papà che lavorava allo stadio, avevo visto i miei campioni sfilare davanti a me negli spogliatoi. Io sono cresciuto negli anni della Serie A e al “Ceravolo” sono passati giocatori del calibro di Maradona, Platini, Zico e pensare che io avrei giocato su quel campo mi ha emozionato. Non ti nascondo che anche ora, raccontandolo, sto rivivendo le stesse sensazioni, sento anche gli stessi profumi di allora come l’odore della canfora che veniva usata…ho i brividi nel raccontarlo!».
La sua storia sportiva inizia grazie alla Kennedy, gloriosa società dilettantistica catanzarese, e prosegue nelle giovanili del Catanzaro fino a quando il tecnico della prima squadra, Tarcisio Burgnich (vecchia gloria nerazzurra a cui è subentrato Gianni Di Marzo a campionato in corso), non decide di aggregarlo alla prima squadra: «Ricordo che la settimana prima del mio esordio ho avuto per tutto il tempo una strana sensazione, mi allenavo con la prima squadra e credevo che sarei stato convocato fino a quando giovedì il mister mi disse che sarei partito con la Primavera. Durante la riunione tecnica – prosegue nel suo racconto Gaetano Fontana- prima di scendere in campo, mister Fausto Silipo (allora alla guida degli Aquilotti) lesse la formazione e mi disse ridendo “tu oggi non scendi in campo perché sei scarso”… A fine riunione, invece, la sorpresa.. mister Silipo mi disse che sarei dovuto rientrare a Catanzaro perché ero stato convocato in prima squadra. Quella sera rientrammo tardi e mi consigliarono di presentarmi all’allora Motel Agip alle 10:00 del giorno dopo per evitare di disturbare, quando arrivai Burgnich mi disse che avrei giocato titolare e fu per me una grande emozione. Mister Burgnich non era un tipo espansivo ma ricordo che a fine gara mi disse: “Sapevo che avresti fatto una buona partita, se non fossi stato convinto di questo non ti avrei mica fatto giocare”». Quell’esordio coincise con una prestazione di grande spessore che non venne notata solo dal tecnico ma anche dagli addetti ai lavori che lo vollero intervistare: «Dopo la partita, sono stato intervistato e ricordo che tornai a casa e con tutta la mia famiglia abbiamo aspettato di poter vedere in tv il filmato, perché sai- continua a raccontare- allora si doveva aspettare le 19:30 per vedere tutto in video, non è mica come ora..! Mi sono rivisto e mentre i miei genitori, felici per quanto era successo, si complimentavano e gioivano per me, io….avevo le mani nei capelli perché durante l’intervista ero stato parco di parole e non ero riuscito a esprimere la gioia che sentivo dentro! Da allora- prosegue lasciando trasparire il suo lato perfezionista- ho deciso di studiare per essere sempre all’altezza di ogni situazione».
Nonostante viva da anni lontano da Catanzaro, il suo rapporto con la città rimane un punto fermo della sua vita: «Quando penso a Catanzaro mi sento come un innamorato rispettoso, non amo eccedere in manifestazioni di affetto che ricadono nel melenso perché credo che, quando si prova un amore vero come quello che provo io per la mia città e la mia squadra, si debba cercare di essere vero e fare cose senza artifizi. Quando la società, allora presieduta da un uomo profondamente innamorato di questi colori come lo era Pino Albano, scelse di mandarmi al Padova per concretizzare un utile, filosofia che era in uso allora quando si programmava e si investiva nei settori giovanili per creare giocatori da cedere, ho vissuto questa situazione come un grande atto d’amore per questi colori e per la società che dalla mia cessione avrebbe potuto trarre profitto e andare avanti».
La sua carriera ha preso il volo dopo Catanzaro, tante le soddisfazioni che Gaetano Fontana si è tolto da giocatore, mentre, nella sua carriera di allenatore, qualche rischio ha deciso di correrlo quando da catanzarese doc scelse di allenare il Cosenza e, ispirandosi alla nascita del bluetooth tecnologia nata per fare da ponte fra diversi dispositivi, ci racconta: «Sapevo che per me non sarebbe stato facile ma amo le sfide e penso che lo sport debba avere anche una funzione sociale. Non mi sarebbe dispiaciuto da catanzarese sedere sulla panchina del C
osenza e riuscire a creare un ponte fra le due città per superare i limiti dettati dalla differenza fra le due piazze, tenendo ben presente, però, che Cosenza è Cosenza ma Catanzaro è mamma. Non ci sono riuscito…pazienza, però ci ho provato!».
Prima di lasciarlo tornare alla sua quotidianità, chiediamo a mister Fontana di salutare i tifosi giallorossi: «Vivo, ormai, nelle Marche e quando il Catanzaro gioca da queste parti io sono sempre sugli spalti a fare il tifo e a sostenere la mia squadra. Ho un rapporto bellissimo con i tifosi con i quali sono anche in contatto. A loro dico di continuare a fare quello che stanno facendo, ovvero seguire e sostenere sempre, come si dice in Chiesa, nella gioia e nel dolore, perché uniti si superano i momenti di difficoltà. In questi tre anni in cui hanno girato l’Italia sono stato esemplari e mi hanno reso davvero orgoglioso di essere catanzarese. Mando a tutti loro- conclude Fontana- un grandissimo abbraccio e sempre forza Catanzaro».


Grande Gaetano! ❤️