C’è un filo sottile, resistente come l’amore vero, che unisce le generazioni dei tifosi del Catanzaro: un filo fatto di carta, di odore di colla e piccole immagini lucide. Le figurine Panini, negli anni Settanta, non erano soltanto un passatempo. Erano un rito, un linguaggio comune, un modo per sentirsi parte di qualcosa più grande: la favola giallorossa in Serie A.

Per chi è nato in quegli anni, il ricordo ha il colore del pomeriggio dopo scuola e il profumo dell’edicola sotto casa. Bastavano 50 lire, messe da parte con pazienza, grazie a qualche monetina custodita gelosamente nel taschino, per acquistare una bustina. E dentro ogni bustina c’era un pezzo di magia.
La figurina di Palanca col sinistro fatato, di Banelli, di Nicolini, di Ranieri e Silipo, di Improta… erano eroi veri, accessibili, incorniciati in cartoncini di pochi centimetri.
Poi iniziava il gioco più serio del campionato: lo scambio. “Ce l’ho, ce l’ho… mi manca!” Un mantra che risuonava nei cortili, nelle piazzette, nelle case. Ogni doppione era una possibilità, ogni figurina mancante una missione. Compilare l’album significava crescere, imparare la pazienza, la condivisione, l’amicizia. E significava soprattutto amare il Catanzaro, quasi senza rendersene conto.

Oggi, a distanza di decenni, la Panini ha riportato il Catanzaro protagonista, lo fa con un prodotto sulla Serie B, un album dedicato esclusivamente alla cadetteria. Per molti può sembrare un semplice dettaglio. Ma per noi — quelli cresciuti quando il Catanzaro sfidava le grandi del calcio italiano — è una vertigine di emozioni.
È aprire una bustina e ritrovarsi bambini. È rivedere i nostri idoli di allora riflessi nei volti di oggi: Iemmello, Petriccione, Pigliacelli e Brighenti. È sentire che il tempo passa, ma la passione resta la stessa.
C’è qualcosa di profondamente romantico in queste figurine che tornano dopo anni di assenza. È come se la Panini ci avesse restituito una parte di noi, un frammento di un’epoca in cui tutto era più semplice e più vero. Perché il calcio, quello che ti entra nel cuore da bambino, non invecchia mai. Rimane lì, intatto, come una figurina perfettamente incollata al suo posto.
E allora, mentre ci apprendiamo a sfogliare il nuovo album, non possiamo fare a meno di sorridere. Perché in quelle pagine ritroveremo il Catanzaro di oggi, ma anche quello di ieri. E ritroviamo noi stessi: bambini con le tasche piene di sogni e le mani sporche, pronti a correre ancora una volta verso l’edicola.
Il passato non torna, è vero. Ma a volte, basta una figurina giallorossa per sentirlo vicino. E per ricordarci che, nel nostro cuore, siamo ancora quei bambini degli anni ’70 che aspettavano il lunedì per incollare un altro pezzo di felicità.
Harp

