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Il Catanzaro lotta in Serie B e il Ceravolo si sta spegnendo?

Scritto da Redazione

Tifo in calo, stadio mezzo vuoto e atteggiamento da salotto: la passione sugli spalti perde intensità

Al Nicola Ceravolo si sta verificando un paradosso che non può passare inosservato. Esclusa la Curva “Massimo Capraro”, che continua a rappresentare il cuore pulsante del tifo giallorosso, negli altri settori sembra essersi diffusa una nuova – e poco salutare – tendenza: quella di assistere alla partita con il distacco tipico di uno spettatore da teatro, più attento alle sfumature tattiche che al sostegno alla squadra. In alcune sezioni del pubblico, sembra mancare quella passione per il tifo negli stadi.

Un atteggiamento che stride con la storia, con l’identità e soprattutto con il momento che vive il Catanzaro. La Serie B non è una categoria qualunque: va difesa, protetta e vissuta con il trasporto che l’ha resa possibile. Eppure, a tratti, sembra che qualcuno lo abbia dimenticato, come se gli anni di anonimato che hanno segnato il recente passato non avessero lasciato alcuna lezione.

Il primo imperativo: sostenere la squadra

È giusto pretendere impegno, corsa e sacrificio dai calciatori. È legittimo analizzare schemi, scelte tecniche e rendimento dei singoli. Ma c’è un principio che allo stadio dovrebbe valere più di ogni altro: sostenere la squadra fino all’ultimo istante e oltre. Infatti, il sostegno viscerale è parte del vero tifo negli stadi.

Il Ceravolo, storicamente, è stato un fortino grazie al suo pubblico. Quando spinge, lo stadio può portare punti; quando resta in silenzio, rischia di “toglierli”. La differenza, spesso, la fa proprio l’ambiente: rumore, calore, appartenenza.

La lezione dei tifosi giallorossi in trasferta

Forse, per capire cosa significhi davvero sostenere una squadra, basterebbe guardare a chi affronta chilometri di autostrada, trasferte massacranti, pioggia, freddo e orari improbabili.

Tifosi che partono da Catanzaro e dal resto della Calabria. Supporter emigrati o figli di emigrati, che ritrovano nei colori giallorossi un pezzo di casa.

Ovunque si giochi, loro ci sono. Cantano, incitano, si fanno sentire. E lo fanno perché sanno che se si vuole una squadra che lotta, i primi a lottare devono essere proprio loro. Questo spirito è essenziale per il tifo che anima gli stadi.

Ritrovare lo spirito delle Aquile

Questo non significa rinunciare a discutere di calcio, ma serve a ricordare che il Ceravolo non è un salotto vip, né un’aula universitaria in cui analizzare moduli e diagonali. È uno stadio. Il luogo in cui il pubblico può diventare il dodicesimo uomo, oppure un semplice spettatore passivo.

È tempo di ritrovare quello spirito che ha reso Catanzaro rara rispetto alle altre piazze: orgogliosa, passionale, presente.

Perché la Serie B va onorata non solo dai giocatori, ma dal pubblico intero. E perché nulla, davvero nulla, è più prezioso di quel legame che unisce una squadra al suo popolo, soprattutto quando la gente sa far sentire la propria voce.

Il calo degli spettatori al Ceravolo

Eppure, c’è un altro dato che merita una riflessione profonda: il calo costante degli spettatori. Un paradosso difficile da spiegare se si guarda la classifica, perché il Catanzaro non sta affatto disputando un campionato al di sotto delle aspettative. Anzi, continua a lottare con dignità e ambizione in un torneo complesso come la Serie B.

Eppure i seggiolini vuoti raccontano una storia diversa da quella del campo. E fanno ancora più rumore se si pensa che, parallelamente e per motivi logistici, c’è chi continua a chiedere un nuovo stadio, più grande, moderno, confortevole.

Un desiderio legittimo, certo, ma che stride con l’evidenza di un Ceravolo che spesso fa fatica a riempirsi pure nella sua configurazione attuale, a parte le questioni dell’ubicazione.

Ecco perché è il momento di guardarsi allo specchio come comunità sportiva. Il Catanzaro, oggi più che mai, merita il calore e la presenza del suo popolo almeno quanto negli anni più difficili.

Merita un Ceravolo vivo, partecipe, appassionato. Merita tifosi che non si limitino a guardare la partita, ma che la vivano, la sostengano, la interpretino come parte dello stesso agone.

Anche l’US Catanzaro 1929 può fare la sua parte, magari ripensando la politica dei prezzi, che vede mettere sullo stesso piano ogni gara, e anche immaginando che un certo numero di tifosi potrebbe essere attirato verso lo stadio da forme di fidelizzazione diverse, come mini-abbonamenti per alcuni cicli di gare. Questo potrebbe incentivare il tifo nello stadio.

Perché il futuro del Catanzaro passa anche da qui: dalla capacità di ritrovare un tifo compatto, presente e rumoroso. Solo così questo club potrà continuare a crescere.

Soltanto in questo modo si potrà dimostrare, ancora una volta, che qui a Catanzaro il calcio non è semplicemente uno sport, ma un atto d’amore collettivo che si rinnova a ogni partita.

Redazione 24

Foto Lorenzo Costa per uscatanzaro.net

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Redazione

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6 Commenti

  • Se si fosse costruito un impianto nuovo e moderno con facile accesso e con vie di fuga (vedi quello di Frosinone) nella parte bassa di Catanzaro vicino alla nuova ss 106 in località Germaneto o Barone, i tifosi ci sarebbero stati eccome. Invece, l’ostinazione da parte della amministrazione comunale e di una parte dei cittadini a volere sprecare milioni di euro su rattoppi per uno stadio brutto, vecchio e fatiscente in mezzo a casupole e palazzi senza vie di accesso e senza vie di fuga in uno dei posti più alti del già montuoso borgo con vista sul cimitero porta a tutto questo.

  • Personalmente non condivido questo articolo di parte e fazioso, tendente al lecchinaggio societario.
    Detto questo, vorrei rilevare (premesso che vado a tutte le partite in casa in tribuna) che chi va allo stadio anche con 9 gradi vedi la partita con l’entella, pretende di vedere una squadra che lotta e sopratutto una squadra che da l’anima per la maglia!!!
    Da quando c’è questo allenatore non c’è un benché minimo schema di gioco neanche sui calci piazzati..
    l’allenatore mette in campo i ragazzi e tranne le ripartenza forzatamente dal basso delle rimesse.. per il resto la squadra è lasciata all’abilità e voglia dei singoli giocatori (emblematiche sono le dichiarazioni di Cisse e di Favasuli in cui affermano che il mister li lascia liberi di fare ciò che vogliono come anche Iemmello per cui di che parliamo???)
    Abbiamo lasciato punti con il sud Tirol con la Reggiana con la Sampdoria per non dire le partite regalate al Padova al Monza all’empoli!!
    I tifosi si sentono umiliati poiché il Catanzaro fa parte di loro e già la presenza in casa o in trasferta vuol dire tanto!!!
    Chi scrive questo articolo dovrebbe essere il primo ad andare e gridare per 90 minuti e oltre invece che scrivere ste quattro fesserie e mancare di rispetto a chi fa sacrifici per andare allo stadio e soprattutto in trasferta!
    Se i giocatori sudano la maglia invece che fiorate ad intermittenza, Se l’allenatore da schemi e identità di gioco ad un gruppo che è lasciato a se stesso nelle partite vedi caro giornalista come si riempie il Ceravolo!!!
    Ma tu dai quanti anche io compreso ancora stiamo male per i punti lasciati agli altri e per le partite orribili e vergognose disputate dal Catanzaro per via di giocatori superficiali e scelte di “principio” sbagliate????
    UMILTÀ ci vuole umiltà e rispetto perché il catanza è sopratutto la gente gli lutare e i tifosi e non quattro mercenari e un allenatore che prima di tutto si vedono i fatti loro ( vedi minuta gigi, e obbedienza agli ordini si scuderia)…
    Abbiamo una difesa che fa acqua con ex giocatori avete visto la partita?? Entra bertela e ogni giocatore a sua portata in aerea era ciclicamente bloccato da lui, meno male che l’arbitro non ha visto altrimenti dava altri rigori!! E questo è dimostrato negli highlight di DAZN all’ultima azione dell..‘entella ( tra altro bravissimi a buttarsi a terra e simulare non appena sfiorati in area perché sapevano che tremolata ha il fischietto facile) non a caso nell’azione del rigore tre giocatori dell’ente la so sono buttati a terra non appena toccati..
    Comunque quando si parla dei tifosi del Catanzaro sciacquatevi la bocca senza arrogarvi pensieri e parole che non siete degni di ponunciare.
    Forza sempre Catanzaro…
    E non dimenticate che vestire la maglia giallorossa è un onore ma soprattutto in onere di dare il massimo sempre
    In primisi l’allenatore per cui non deve venire qui e fare gavetta lui con tentativi ma dare stimoli forza e carattere.

  • ….appunto l’articolo incita a sostenere la squadra, anche quando le cose non riescono. Essere iper critici in modo negativo e dare per scontato che si debbano fare risultati significa non guardarsi intorno. Ci sono 20 squadre che lottano….se non sbagliasse nessuno, o tutti fossero perfetti, non ci sarebbe il campionato. Sosteniamo, sosteniamo. Godiamoci la B

  • Siamo in serie B dopo decenni di sofferenza, basterebbe questo per avere lo stadio semipieno, inoltre abbiamo una società fantastica, certo lo stadio non è un salotto, ma alcune squadre hanno uno stadio bello e sono sotto di noi.
    Forza ragazzi ❤️💛🦅

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