Per un curioso gioco del destino il calendario, nel girone d’andata, ha messo di fronte al Catanzaro tutte le quattro neopromosse al Ceravolo, addirittura tre di esse consecutivamente.
Dopo Padova, Pescara e Virtus Entella, è la volta dell’Avellino. Il bilancio per ora è in perfetto equilibrio – una vittoria, un pareggio e una sconfitta – per i ragazzi di Aquilani.
Gli irpini arrivano in Calabria con l’entusiasmo della matricola e il sostegno della sua tifoseria che ha bruciato in poche ore tutti i tagliandi messi a disposizione nella Curva Mammì.
Largo ai giovani, gli over latitano
La squadra è stata puntellata adeguatamente nel mercato estivo e per il torneo di B non si può non tenere conto del valore, anche economico, dato dall’apporto degli under. Sono arrivati il portiere Giovanni Daffara, i difensori Fontanarosa e Missori, i centrocampisti Palumbo, Besaggio e Kumi, e per l’attacco una conoscenza dei tifosi giallorossi, Luca D’Andrea, e Crespi. Quasi tutti hanno trovato spazio nel corso del campionato, addirittura conquistando il posto da titolare, in alcuni casi.
Anche con gli over si è cercato di rafforzare i reparti, soprattutto quello offensivo. L’arrivo di Tommaso Biasci – uno shock ancora non del tutto assorbito dalla tifoseria giallorossa – con 4 gol all’attivo in questo campionato, Gennaro Tutino, Andrea Favilli, Roberto Insigne e il riscatto di Lescano, non hanno però ancora dato i frutti sperati: l’Avellino è solo dodicesimo nella classifica delle marcature.
La morsa del Pitone
Al timone della squadra irpina c’è Raffaele Biancolino. La storia del calcio è satura di luoghi comuni, di appellativi spesso esagerati, ma quando si dice che l’allenatore napoletano del quartiere di Capodichino rappresenti la bandiera dell’Avellino, mai affermazione fu più veritiera per l’uomo soprannominato il Pitone, per la sua passione per il rettile che risale a quando era ragazzo.
Secondo marcatore della storia del club campano, quattro promozioni in serie B da giocatore e una, l’anno scorso da allenatore raccontano una storia d’amore che inizia nel 2003 e continua fino a oggi tra abbandoni e ritorni come in tutte le storie romanzesche.
Biancolino, lasciata l’attività agonistica, è team manager del club irpino quando mister Novellino chiede alla società per quale motivo un elemento che doveva stare sul terreno di gioco invece rimaneva a prendere appunti seduto in tribuna. Comincia così a coadiuvare il team e i suoi suggerimenti diventano preziosi per l’allenatore che li fa suoi. Da lì in poi è un crescendo, prima a dirigere la squadra primavera, poi la grande occasione per farsi valere in prima squadra.
Li vuole tutti versatili
In serie C il suo modulo era il 4-3-3, ma per la serie B è stato molto chiaro con la società sul fatto che volesse giocatori versatili nella zona nevralgica del campo, vale a dire il centrocampo.
Palumbo, ad esempio, di ruolo regista ma che sa anche ricoprire abilmente il ruolo di mezz’ala di sinistra o addirittura trequartista, Sounas, che conosciamo, uomo ovunque, mezz’ala di destra o trequartista o anche esterno di centrocampo. E un apporto di versatilità lo danno anche Kumi e Besaggio schierati fino ad ora come mezze ali o trequartisti.
Il dilemma del modulo
È difficile capire come l’Avellino si schiererà contro i giallorossi. Nelle ultime quattro partite il mister ha cambiato svariate volte il modulo, passando da un 4-3-1-2 a un 3-5-2, proponendo un 3-4-1-2 nella vittoriosa trasferta di Bolzano per ritornare alla difesa a quattro e a un 4-3-1-2 in casa contro il Venezia.
La difficoltà di decifrare le intenzioni del mister si accentuano anche perché è dal 23 novembre scorso, dopo la pesante sconfitta in casa contro l’Empoli, che la società ha imposto un silenzio stampa e lo svolgimento degli allenamenti a porte chiuse. Un provvedimento dovuto a tutela dei ragazzi e dello stesso mister – ingiustamente preso come capro espiatorio per i risultati altalenanti – ma che ha portato i frutti nelle ultime prestazioni della squadra.
I problemi difensivi tra inesperienza e fuori rosa
Biancolino non ha risolto tutti i problemi, l’Avellino rimane la seconda difesa più battuta del campionato con 26 gol al passivo. Messo praticamente fuori rosa tutto l’esperto reparto difensivo – Manzi, Cagnano e Rigione – fatto sedere in panca il portiere titolare Iannarilli, la società ha puntato sulla linea verde che pecca d’esperienza ma che sta producendo i primi frutti: il portiere 2004 Daffara ha conquistato il posto da titolare e addirittura è stato eletto Player of the Week la settimana scorsa dopo aver sfoderato una prestazione eccezionale contro i lagunari.
Infermeria soul out, si punta sullo spirito
In attesa della lista dei convocati, rimane affollata l’infermeria irpina. L’attacco non si presenta come il più prolifico però ha uno dei coefficienti più alti nel rapporto tra i tiri in porta e le realizzazioni, indice che dimostra la concretezza e il cinismo sotto porta.
Sicuramente lo spirito è il punto di forza di questa squadra che va colpita nei suoi punti deboli come la scarsa creatività nella costruzione – ultima in classifica nei passaggi chiave – e la conseguente produzione offensiva tra le più basse della categoria.
Insomma non concedere nulla agli avversari, se non una calorosa accoglienza al loro magnifico pubblico e ai figliol prodighi Biasci e Sounas che hanno lasciato un pezzo del loro cuore qui in città.
Foto copertina tratta da un video sulla pagina del canale ufficiale youtube di uscatanzaro1929

