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Catanzaro, gestione totale e pazienza: il racconto del mister dopo Bari

Scritto da Redazione

La trascrizione delle dichiarazioni del tecnico

Una vittoria importante, costruita con lucidità e maturità. Il Catanzaro espugna il San Nicola e lo fa con una prestazione che il tecnico definisce senza esitazioni “una delle partite meglio interpretate finora”.

La squadra giallorossa ha avuto il controllo della gara fin dall’inizio, mantenendo ordine e gestione anche nei momenti in cui il risultato restava fermo sullo 0-0: “È stato importante mantenere la pazienza nel fraseggio quando, entro la prima mezz’ora, la partita sembrava incagliarsi, ma non è mai stata fondamentalmente in discussione”. L’unico rammarico riguarda il finale: “Peccato forse per quel calo di attenzione nei concitati minuti finali”.

Pazienza quando serve, verticalità quando è il momento

Il mister sottolinea la maturità mostrata dalla squadra nell’interpretare i diversi momenti del match: “Forse si poteva accelerare un po’ di più il ritmo della palla, fare qualche corsa in più a vuoto per creare spazi che loro non lasciavano, ma la maturità di questa squadra oggi è proprio questa: avere pazienza quando serve ed essere più verticali quando è il momento”.

Un aspetto, quello degli ultimi minuti, su cui lavorare: “Una partita del genere non la devi mai mettere in discussione. Il calcio può far succedere qualsiasi cosa, quindi questo è l’unico appunto se vogliamo essere una squadra competitiva”.

Tutti dentro la prestazione, Pittarello compreso

Alla domanda sulla catena di sinistra e sulla crescita di Pittarello come perno offensivo, la risposta è netta: “Credo che oggi abbiano fatto tutti bene, a sinistra, a destra, in mezzo. Non ci sono stati punti deboli”.

Su Pittarello: “È un giocatore che si sta meritando di giocare con le prestazioni, non con le chiacchiere. Mi auguro che continui così e che non abbassi di un centimetro, perché questa categoria non lo permette”.

Liberali e i giovani: entrare per incidere

Positivo anche l’impatto di Liberali: “Mi è piaciuto molto, è entrato bene. Peccato per l’episodio finale, ma in quel momento avevamo tanti ragazzi giovani”.

Il concetto è chiaro: “In queste categorie chi entra non deve far vedere che è bravo o che deve fare gol per forza. Devi entrare per incidere, per gestire. E lui l’ha fatto nel modo giusto”.

Consapevolezza sì, voli no

Dal 1988 il Catanzaro non vinceva a Bari. All’epoca ci fu la doppietta di Palanca e Guerini in panchina. Oggi è un altro Catanzaro, che “sta prendendo consapevolezza nei propri mezzi”.

Sugli obiettivi, il tecnico resta coerente: “Bisogna continuare sulla scia di cui parliamo da settimane, anche quando i risultati non arrivavano. Questa squadra deve crescere, ha cambiato tanto, ha iniziato un percorso nuovo e ha bisogno di tempo”.

I punti arrivano ora perché “abbiamo messo dentro una maturità tale da rendere produttivo tutto quello che proponiamo”. Ma l’invito è chiaro: “Campionato difficile, equilibrato. Niente voli, piedi per terra e continuiamo a lavorare: la strada è ancora molto lunga”.

Orgoglio, equilibrio e rispetto

Sulla soddisfazione personale: “Mi rende orgoglioso vedere calciatori che si prendono i meriti che devono prendersi, dai più grandi ai più giovani”. Ma lo sguardo è già avanti: “La testa è già alla partita col Cesena”.

Infine, un pensiero su Vivarini: “Mi ha fatto piacere rivederlo, è un allenatore che stimo”.

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