Non lo scriviamo per esorcizzare il diavolo, ma soltanto per le molte coincidenze: questo finale di campionato è molto simile a quello del 2001. Come allora a due giornate dalla fine c’è una squadra già promossa, una sicura del secondo posto, una terza forza in netta difficoltà , la quarta che punta al sorpasso, mentre il Catanzaro viaggia in quinta posizione un po’ a fari spenti. Due anni fu il Sora ad arrivare alla fase finale senza nessun favore del pronostico per poi sorprendere tutti. Insomma, spesso i valori sono sovvertiti nelle gare ad eliminazione, ma prima bisogna arrivarci. E nonostante un girone di ritorno da primato, i giallorossi non hanno questa certezza. Tutta colpa di alcuni incroci non proprio felici, non ultimo l’incredibile serie di squalifiche che hanno indebolito fino all’inverosimile Frosinone e Latina.
Fatto sta che al Catanzaro potrebbero non bastare quattro punti per giocarsi poi la promozione, ma nello stesso tempo lo stesso score potrebbe far balzare Ciardiello e compagni persino al terzo posto.
L’incertezza, dunque, regna sovrana. Per evitare qualsiasi scherzetto c’è solo una via d’uscita: vincere a Olbia. Detta così sembra una cosa da niente, ma purtroppo la squadra sarda è un osso molto duro. Nel girone di ritorno, infatti, ha marciato con un ritmo da grande (24 punti, tre in meno del Catanzaro), ma è stata anche capace di perdere a Pozzuoli. Proprio quest’ultimo aspetto va preso come un insegnamento: mai sottovalutare i rivali. Siamo sicuri che non è il caso del Catanzaro, almeno questo Catanzaro.
Dellisanti ha preparato la sfida nel migliore dei modi: allenamenti mirati e studio dell’avversario. Non solo, dopo mesi il tecnico giallorossi potrà finalmente contare sull’intera rosa, se si eccettua lo squalificato Bertuccelli. Un’assenza, con tutto il rispetto per l’attaccante, non comparabile con i vari Alfieri, Gentili, Falco, Ciardiello.
Quindi il Catanzaro andrà in Sardegna per giocarsi la gara, magari sfruttando le ripartente grazie agli scatenati esterni (Ferrigno e Toledo sono gli alfieri della rinascita giallorossa, tanto è vero che nella prima parte del campionato non hanno giocato).
In ogni caso da qui fino alla fine del campionato ogni partita sarà una finale: quindi iniziamo ad abituarci a queste fasi palpitanti. E’ il caso di affermare: allacciamo le cinture e godiamoci il viaggio.
Un finale già visto, ma questa volta non c’è il Sora
L’editoriale di Francesco Ceniti