Nella quinta giornata di campionato i ragazzi di Aquilani si troveranno ad affrontare un avversario impegnativo, la Juve Stabia.
La partita contro le vespe rappresenta un test importante per il percorso di crescita della squadra, che si è chiaramente percepita a Reggio Emilia sabato scorso.
Il club di Castellamare, che nello scorso campionato ha vestito al meglio i panni della matricola terribile, con un quinto posto in campionato, dovrà cercare una complicata conferma nel secondo anno di permanenza in cadetteria.
Un lungo calciomercato
Il giovane e talentuoso DS Matteo Lovisa è stato messo a dura prova nel calciomercato estivo, tanto da far credere che fosse sul punto di mollare, dopo aver costruito una squadra perfetta, che in due anni aveva conseguito la promozione e l’ottimo piazzamento in B a cui facevamo riferimento.
Il proposito di confermarsi per la seconda stagione in B presenta una serie di insidie per una società di provincia. Le sirene di mercato puntualmente si intensificano dopo una stagione sotto i riflettori e, come logica conseguenza, la cessione di pezzi pregiati della squadra.
Folino era già andato via a gennaio, e in estate ci sono state soprattutto le partenze di Adorante e del tecnico Guido Pagliuca, che è stato l’artefice della gloriosa cavalcata dell’ultimo biennio, ma pesano anche gli addi di Thiam – svincolato per la mancata ammissione della SPAL in Serie C – e Fortini per fine prestito, e pure di Floriani Mussolini per il contro riscatto esercitato dalla Lazio e Davide Buglio, ceduto in prestito proprio al Catanzaro, che hanno costretto la società a un massiccio intervento sul mercato.
A complicare ancor di più le cose, il cambiamento ai vertici societari, avvenuto proprio in estate, con la cessione da parte di Langella del 52% delle quote alla Brera Holding, appartenente al fondo americano a cui fa capo il banchiere Daniel McClory: ciò ha rallentato le operazioni di mercato e Lovisa si è visto costretto a chiudere molte trattative solo negli ultimi giorni disponibili.
Alzare l’asticella ma senza farsi male
La strategia è stata quella di reinvestire parte di ciò che si è guadagnato con le cessioni, il fine è quello di continuare a crescere, ricreare plusvalenze e ulteriore patrimonio. Tenere la barra dritta e i piedi per terra: il DS ha dichiarato che se si alza troppo l’asticella il rischio è quello di farsi molto male.
La rosa attuale è composta da 28 elementi, di cui 18 a titolo definitivo (inclusi due prestiti con obbligo di riscatto) e 10 in prestito.
Una scelta, quella dei prestiti, dettata spesso dalla volontà dei grandi club di non privarsi di giovani di alto livello: su questi è difficile spuntarla con un diritto di riscatto, ma per molti c’è una bella valorizzazione legata a presenze e gol, che a livello economico è comparabile al premio di valorizzazione e comporta meno rischi, e questo è il pensiero di Lovisa.
Si riparte con Abate
Il necessario turnover, dovuto alle uscite, è partito con la scelta del nuovo tecnico, che è ricaduta su Ignazio Abate, a un passo dalla promozione la scorsa stagione con la Ternana, prima dell’esonero nelle ultime giornate per “divergenze” con la proprietà. Questa estate, per qualche giorno, l’ex calciatore del Milan (e allenatore della primavera rossonera fino al 2024) era stato accostato anche al Catanzaro, a riprova del suo potenziale e della riconosciuta capacità di conoscenza e valorizzazione dei giovani, caratteristiche simili al suo collega giallorosso (peraltro suo buon amico).
Alla corte del tecnico è arrivato Correia, a segno nell’ultima partita giocata a La Spezia: un giocatore che secondo la società può far fare il salto di qualità in mezzo al campo. Con un contratto triennale, si punta a generare una plusvalenza importante.
Un altro colpo significativo è stato quello di Gabrielloni, attaccante di 31 anni prelevato dal Como, una scelta in controtendenza rispetto alla linea verde, ma voluta per aggiungere “personalità e spessore” a un reparto offensivo giovane, che conta sul talento del 2004 Burnete.
La Juve Stabia aveva cercato di riportare in terra campana anche Luca Pandolfi che poi, come sappiamo, gli è stato soffiato da Polito sul gong del calciomercato.
Ampiezza e aggressione
Abate sviluppa la sua idea di gioco, che si basa su un calcio verticale, attraverso uno schema con difesa a 3 (3 4 2 1, 3 5 2 o 3 5 1 1), l’aggressione sulle seconde palle e l’uno contro uno, che sono il suo marchio di fabbrica.
Importante è il ruolo degli esterni offensivi che fissano l’ampiezza della manovra: se infatti l’idea di Pagliuca nella scorsa stagione era quella di prendere le zone laterali tramite gli esterni e i canali centrali grazie ai tre giocatori offensivi del 3 4 1 2, con l’arrivo del tecnico avellinese la musica è cambiata.
L’ampiezza è sviluppata da esterni abili nell’uno contro uno, i braccetti partecipano molto più alla costruzione del gioco e gli spazi sono occupati dal trequartista o dalle mezze ali, in base alle caratteristiche degli uomini scelti e alle peculiarità degli avversari.
Il tecnico ha già dichiarato di non essere un’integralista, ma di avere dei principi solidi su cui lavorare in settimana, principi poi da tarare in base al gioco degli avversari.
Il segreto è continuare ad avere fame
Dopo tre pareggi consecutivi, in cui i gialloblù avevano raccolto meno di quanto seminato, nella partita contro lo Spezia, oltre l’attenzione nelle preventive e la pressione feroce, interessanti sono stati i movimenti che hanno fatto le tre punte a disposizione di Abate, ripulendo palloni e andando a duello in ogni zona del campo. La capacità di venire a legare e decentrarsi sulle fasce hanno creato gli spazi per le incursioni di Maistro, Correia e Carissoni, con questi ultimi entrambi in gol.
Una partita quindi che palesa delle insidie: un avversario sulle ali dell’entusiasmo e consapevole che per vincere, oltre la qualità, è necessario non perdere la fame, quella che ha permesso alla Juve Stabia di conseguire il successo delle ultime due stagioni. La piazza lo ha capito ed è accanto alla squadra a prescindere dai risultati, come fu l’anno scorso paziente e fiduciosa anche dopo sette partite senza vittorie.

