C’è un momento, in ogni stagione, in cui le gambe tremano e la testa si riempie di domande. Per il Catanzaro quel momento è arrivato. Due sconfitte consecutive — prima il Palermo al “Ceravolo”, poi la Juve Stabia a Castellammare — hanno acceso un campanello d’allarme che ormai suona da settimane. Ma il calcio, come la vita, non perdona chi si lascia travolgere dai dubbi. Pretende coraggio. E il Catanzaro, ora più che mai, è chiamato a dimostrare di averne.
Non è facile spiegare questo crollo. Non bastano le energie che calano, il calendario che si fa stretto. Questo Catanzaro sembra aver perso un po’ di sé: la brillantezza, la fame, la voglia di stupire che aveva acceso una stagione intera. La decisione di andare in ritiro è il segnale che qualcosa va ricostruito. Dentro lo spogliatoio, prima che fuori.
Eppure, la classifica non condanna. I risultati delle altre tengono in vita le speranze playoff. Tre partite, nove punti in palio, un’occasione ancora intatta. È tutto lì, a portata di cuore.
E a proposito di cuore, impossibile non rivolgere lo sguardo a chi c’è sempre stato. I tifosi. Pazienti, presenti, fedeli. Anche a Castellammare, anche dopo l’ennesima delusione. Loro non fischiano, aspettano. Non si illudono, ma ci credono. Comprendono le difficoltà, ma non accettano il disimpegno. E fanno bene. Perché chi indossa la maglia del Catanzaro sa — o dovrebbe sapere — che quella maglia non è un indumento da gioco, è una seconda pelle. È memoria, identità, storia.
Rispetto. È questa la parola chiave. Rispetto per chi ama questi colori da una vita. Rispetto per chi ha fatto sacrifici per esserci. Rispetto per chi, ogni domenica, riempie gli spalti con la voce, anche quando il cuore è pieno di amarezza.
Il tempo per cambiare le cose c’è. Ma serve qualcosa che non si allena: serve orgoglio. Serve una scossa. Serve tornare a essere il Catanzaro che tutti conoscono: quello che non molla, che non si arrende, che lotta fino all’ultimo pallone.
Il finale di stagione è ancora tutto da scrivere. E chissà, forse proprio da questo momento difficile potrà nascere la scintilla di una nuova impresa. Ma a una condizione: che il Catanzaro torni a essere squadra. E che quella maglia torni a pesare. Come deve.
Harp
Foto US Catanzaro 1929