Campanelli d’allarme da non ignorare
La partita di ieri del Catanzaro a Monza, che si può quasi definire in trasferta per modo di dire, considerando che l’U-Power Stadium era quasi equamente diviso tra tifosi delle due squadre (con 7.599 presenze, almeno la metà delle quali con fede giallorossa), ha evidenziato segnali di criticità sia dal punto di vista tecnico che ambientale. Pur riconoscendo che è ancora presto per formulare giudizi drastici e definitivi, questi segnali devono essere analizzati con urgenza. A prescindere dai pochi punti in classifica e dal fatto che la casella delle vittorie resta ancora a zero, e considerando che la trasferta di Monza era tra le più difficili del campionato, i campanelli d’allarme di ieri non possono essere ignorati.
Questioni tecniche
Dal punto di vista tecnico, va sottolineato che Aquilani ha affrontato la seconda trasferta consecutiva schierando l’identica formazione vista tre giorni prima contro la Sampdoria. Già questo rappresenta una stranezza, poiché quella di Monza era la terza gara in soli nove giorni, ma almeno nel primo tempo, di fronte a un Monza che non sembrava trascendentale, a eccezione di Azzi, la squadra aveva retto bene e non aveva affatto deluso. Un primo tempo equilibrato, in cui i giallorossi, senza alcune disattenzioni – sia in chiave offensiva, sia difensiva – avrebbero potuto chiudere in vantaggio, anche con una superiorità numerica per il rosso non dato a Birindelli.
La ripresa, invece, non c’è stata partita: il Catanzaro è letteralmente sparito dal campo. È su questo che bisogna concentrarsi per le prime riflessioni tecniche. Aver lasciato senza raddoppi la corsia di sinistra, dove Azzi aveva fatto il bello e il cattivo tempo per un’intera partita, e aver ritardato i cambi, effettuati solo dopo che il Monza aveva ribaltato il risultato, lasciando il Catanzaro in evidente balia dell’avversario: questi errori sono da evidenziare, perché sono costati la sconfitta.
È stato inspiegabile, e ancora più grave, il fatto di aver tolto Iemmello, il capitano, in una fase cruciale della partita, considerando che il suo ruolo è fondamentale nel recupero e nell’incutere timore all’avversario con le sue giocate di classe. È evidente che queste criticità richiedono interventi immediati. Non sappiamo se la sosta arriverà al momento opportuno, ma le prossime due settimane saranno dure, con un morale non alle stelle e un ambiente, in particolare la tifoseria, alquanto preoccupato.
Una situazione particolare
Se i problemi tecnici potranno essere risolti, non possiamo ancora saperlo, ma certamente l’entourage giallorosso, società e staff tecnico, dovrà fare quadrato per uscire da questa situazione di pericolo. Anche la tifoseria avrà il suo ruolo: sono noti l’attaccamento e l’amore viscerale per i colori della squadra, ma oggi si trova di fronte a una realtà nuova (come la società), che finora non aveva mai affrontato, tranne all’inizio del ciclo con l’allenatore dello scorso anno.
Domenica 19, contro il Padova, il Catanzaro si troverà in una situazione di classifica delicatissima, poiché sarà l’ultima gara dell’ottava giornata e la posizione attuale potrebbe peggiorare ancora di più prima del fischio d’inizio. È quindi fondamentale che tutti gli attori coinvolti facciano la propria parte, a partire dai vertici societari fino allo staff tecnico. In questi momenti bisogna guardarsi negli occhi e remare tutti nella stessa direzione, anche rivedendo alcune convinzioni che non sono più quelle di inizio stagione. Non è il momento dei processi, ma l’ambiente, inteso come tifoseria, deve avere un ruolo importante.
Le giuste preoccupazioni non devono generare ansia: abituarsi a lottare per obiettivi diversi, dopo tre stagioni splendide, deve diventare una priorità, come è sempre stato nella storia della tifoseria giallorossa. Non sarà facile, ma non esistono altre soluzioni o cure: creare un clima ostile sarebbe deleterio. Al contrario, un sostegno deciso, che vada oltre le questioni tecniche, è fondamentale per superare con il cuore le difficoltà che si presentano. Questa deve essere l’unica priorità, per non buttare via tutto il patrimonio di passione e di identità che contraddistingue il tifo giallorosso.
Adesso basta alibi
Sappiamo che anche la società è fatta di persone che amano visceralmente il Catanzaro, che come i tifosi vivono ogni sconfitta come una ferita. Ma l’amore da solo non basta più. Al Direttore sportivo Polito, alla proprietà, ieri presente in Tribuna a Monza, diciamo che questo è il momento delle scelte, è il momento di guardarsi dentro e soprattutto è il momento di agire.
Chi guida deve decidere, chi allena deve incidere, chi scende in campo deve lottare fino all’ultimo respiro. Serve una scossa, immediata e profonda. È ora di chiamare tecnico e squadra alle proprie responsabilità, di pretendere risposte, di restituire identità e orgoglio a un gruppo che ieri sembrava averli smarriti.
Perché questa maglia non si porta, si onora. Perché chi la rappresenta deve sentire addosso il peso e il privilegio di un Popolo intero. Tutelare e rilanciare il Catanzaro è un dovere e da oggi nessuno può più tirarsi indietro.
Redazione 24
Foto uscatanzaro.net


Noi siamo abituati a lottare, da anni, bisogna vedere se sono capaci gli attuali calciatori.
Ci manca molto Scognamillo che metteva in fila tutti quanti.
Aquilani guardati i mondiali U 20 gioca un certo Liberali non so se lo conosci gioca bene Sempre FORZA Catanzaro