Fabio Caserta
Prima di entrare nel merito della valutazione del mister, è doveroso sottolineare che il suo giudizio positivo, alla luce dei risultati conseguiti, vale doppio, perché, come è noto, il suo arrivo a Catanzaro è stato accolto con molto scetticismo. Le difficoltà iniziali sono state quasi come una montagna da scalare, e per affrontarle al meglio il mister ha dimostrato tutta quella umiltà e quella volontà di mettersi in gioco che nessuno può negargli. A metà stagione, quando il Catanzaro ha inserito la quinta marcia, si è vista chiaramente la mano del tecnico: la sua bravura è stata quella di dare una fisionomia alla squadra, attingendo da quanto di buono si era costruito l’anno precedente – come il possesso palla, la costruzione dal basso e la gestione della partita – e integrando il suo credo calcistico, basato sulla praticità, appena si superava la linea mediana.
La riconferma del ruolo fondamentale della vecchia guardia, con in testa Iemmello, l’inserimento dei nuovi (con alcune perle scovate da Polito) e la crescita di due giocatori che l’anno scorso erano comprimari (parliamo di Pompetti e Pontisso), sono da ascrivere alle capacità del tecnico melitese. Un sesto posto in campionato e una semifinale di playoff arricchiscono il curriculum del mister, che si è rilanciato dopo le delusioni culminate con il licenziamento nella stagione precedente. Infine, al tecnico va riconosciuta anche quella pacatezza nelle conferenze stampa, sia nei momenti difficili, quando i risultati tardavano ad arrivare, sia nei momenti di successo. Vederlo sotto la curva a esultare con i suoi ragazzi, in particolare nel derby del poker, è stata per lui e per noi una grande gioia. Voto 8
Ciro Polito
Per valutare il ruolo di un Direttore Sportivo, è fondamentale analizzare innanzitutto i risultati sul campo. Dal punto di vista del campionato del Catanzaro, si può affermare che Polito, nel suo primo anno, abbia svolto un buon lavoro.
Il suo incarico non è stato affatto semplice: gestire i vecchi atleti e trovare nuovi giocatori in grado di inserirsi in un contesto vincente rappresentava una sfida complessa, anche per chi ha esperienza nel settore. È evidente che nel mercato non sempre tutti gli obiettivi prefissati vengano raggiunti, e raramente si riesce a inserire tutte le pedine ideali in un nuovo progetto. L’aver trovato un sostituto di Fulignati, ovvero Pigliacelli, che ha egregiamente preso il posto del toscano andato a Cremona, rappresenta un grande merito. La scoperta di Bonini, inoltre, si configura come un’altra sua perla, un risultato positivo che giova a una società di provincia come il Catanzaro. Inoltre, nel mercato di gennaio sono stati portati altri due elementi di indubbio valore, Quagliata e Ilie, entrambi fondamentali nel contribuire alla buona stagione della squadra.
È chiaro che alcuni giocatori, per vari motivi, non hanno reso come ci si aspettava, ma questo fa parte del gioco e dei rischi che chi svolge questa professione si assume. Il lavoro più importante è stato comunque svolto all’inizio del campionato, quando il Catanzaro faticava a trovare la quadratura. Grazie anche al suo rapporto costante con tecnico e calciatori, il problema è stato superato. Polito si è confermato come una figura di riferimento, e dopo i primi due anni positivi a Bari, seguiti da un torneo sofferto, possiamo dire che il DS è tornato in auge. In sintesi, il suo operato si può definire positivo, caratterizzato da scelte oculate e da una capacità di intervento strategico in momenti cruciali. Voto 8
Paolo Morganti
Quella del Direttore Generale è una delle nuove figure introdotte dall’avvento della proprietà Noto, per gestire i numerosi aspetti che circondano una società di calcio, che per definizione si distingue dalle altre imprese. Morganti, già da subito, si è inserito perfettamente nel contesto cittadino: se l’anno scorso gli interventi allo stadio sono stati realizzati con una certa rapidità, ciò è stato possibile anche grazie alla sua opera e ai buoni rapporti istituzionali, intrapresi in una città che ancora non conosceva.
Il suo lavoro non riguarda la parte tecnica, ma l’organizzazione della società, sia dal punto di vista gestionale, sia strutturale. In particolare, si occupa della cura e della progettazione di strutture idonee alla causa del Catanzaro, con una visione a lungo termine. Durante le partite, sia in casa, sia in trasferta, si può notare il suo fitto dialogare con dirigenti avversari e addetti ai lavori. La Juventus, da cui proviene, aveva tra le caratteristiche principali quella di imprimere un’impronta distintiva al proprio stile, e questo atteggiamento Morganti sta riuscendo a trasmetterlo anche all’attuale gestione del Catanzaro. Voto 8
La famiglia Noto
La storia della famiglia Noto alla guida dell’US Catanzaro è stata già raccontata nel nostro recente approfondimento, Il Catanzaro e la famiglia Noto: una storia di amore e successo. In questa sede ci concentriamo su chi, all’interno del nucleo familiare, rappresenta oggi un riferimento attivo nella gestione del club, sotto il profilo organizzativo e dirigenziale.
Floriano Noto, il volto della rinascita
Floriano Noto è, da anni, la figura più esposta e rappresentativa della società. Imprenditore affermato e uomo di equilibrio, ha saputo applicare al mondo del calcio la stessa visione strategica che ne ha contraddistinto il percorso professionale. La sua gestione ha ridato credibilità a una piazza storica come Catanzaro, riportando ordine e solidità.
La sua presenza è costante, sia in casa, sia in trasferta. Non si limita a un ruolo formale, ma partecipa con passione e compostezza, condividendo le emozioni con il pubblico.
Desiderio Noto, la discrezione operosa
Desiderio Noto, fratello maggiore di Floriano, è una presenza più defilata ma altrettanto significativa. In passato poco interessato al calcio, oggi è spesso presente allo stadio e segue attivamente la squadra. Il suo coinvolgimento è cresciuto con il tempo, manifestandosi anche con interventi pubblici semplici ma sentiti, soprattutto sui social. La sua figura rappresenta un esempio di dedizione sincera, che si è sviluppata in parallelo con l’evoluzione positiva del club.
Luca Leone Noto, il presente che guarda al futuro
Luca Leone Noto incarna il naturale passaggio generazionale all’interno della proprietà. Giovane, riservato, ma già pienamente inserito nel contesto societario, rappresenta un punto di contatto tra tradizione e innovazione. La sua formazione e la sua attitudine manageriale lasciano intravedere un futuro in cui la continuità sarà garantita da una visione moderna e competente.
La sua presenza è tangibile soprattutto nei processi organizzativi interni. Non cerca visibilità, ma lavora per strutturare un modello di gestione sostenibile e al passo con le nuove esigenze del calcio professionistico. Un percorso silenzioso, ma già ben tracciato, che lascia presagire un ruolo sempre più centrale nei prossimi anni.
In un’epoca in cui la stabilità è merce rara nel mondo del calcio, la famiglia Noto continua a rappresentare un punto fermo per il Catanzaro. Lo fa con sobrietà, senso del dovere e legame autentico con la città: un patrimonio prezioso, da preservare e valorizzare.
Le puntate precedenti del nostro pagellone: retroguardia, centrocampo e attacco.
Redazione 24
Foto uscatanzaro.net

