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Catanzaro: il possesso palla non paga, anzi …

Scritto da Danilo Petrolino

L’analisi dei dati conferma la percezione: per ora la squadra di Aquilani vince solo se gioca di rimessa

Ne abbiamo parlato esattamente un mese fa, in corrispondenza della precedente sosta per le nazionali (vedi Catanzaro: tanto lavoro in campo, ma pochi gol), puntando il focus sul rapporto, rispetto agli avversari, di possesso palla, tiri totali e tiri nello specchio.

Allora erano state disputate 7 gare e l’analisi indicava che la “produttività” era bassa: il Catanzaro teneva il pallone il 62,5% più dei propri avversari, e tirava il 32,9% di volte in più, col 31,6% di tiri nello specchio più dei contendenti, ma creava meno chiare occasioni da gol (12 contro 17: il 29,4% in meno) e segnava meno di quanto subiva (anche se non di molto: 7 contro 8, il 12,5%).

La continuità dei dati tra le due soste

Ora si sono giocate altre 5 partite, con due sconfitte (nella prima e nell’ultima della serie) e le tre vittorie consecutive nell’arco di otto giorni. E il dato che emerge chiarissimo, confermando quanto visto nei primi 7 incontri, è che il Catanzaro di Aquilani non riesce a vincere quando tiene il pallino del gioco.

Ieri a Empoli tutto ciò è stato palese dopo l’espulsione di Popov: in superiorità numerica, i giallorossi hanno tenuto palla per larghissimi tratti e, nonostante questo, non sono stati in grado di creare alcun pericolo a Fulignati, subendo per giunta un contropiede che ha portato al rigore e al gol decisivo degli azzurri.

Nelle tre gare vittoriose, il possesso palla è stato per la maggior parte nei piedi degli avversari: per il Catanzaro si è registrato il 42,7% col Palermo, il 42,1% col Mantova e, addirittura, il 27,4% col Venezia.

In tutte le altre nove partite, che hanno “fruttato” i 6 pareggi consecutivi iniziali e 3 sconfitte, i giallorossi di Aquilani hanno sempre avuto la predominanza del possesso: in casa si va dal massimo del 73,4% col Sudtirol, al minimo del 57,2% col Padova; in trasferta dal 67,8% proprio a Empoli, al 55,5% a La Spezia.

Il lavoro in questa sosta

Questi numeri, almeno per ora, indicano chiaramente che le Aquile non sono in grado di incidere positivamente sul risultato se non quando accettano di attendere gli avversari, ripartendo e sfruttando le caratteristiche dei propri giocatori, abili in campo aperto e nell’uno contro uno contro difese non adeguatamente schierate.

Durante la sosta per le nazionali, Alberto Aquilani e il suo staff avranno tanto da riflettere e studiare, insieme alla squadra, su questi dati.

Elaborazione in proprio di dati forniti dalla Lega B

Foto uscatanzaro.net

Autore

Danilo Petrolino

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