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Catanzaro: l’effetto delle due sconfitte consecutive

Scritto da Redazione

Dalla condizione fisica alla motivazione, analisi di una crisi che va oltre il gioco

Posizione in classifica e obiettivi stagionali

Il Catanzaro non aveva ancora vissuto l’amarezza delle due sconfitte consecutive in questo torneo. Gli zero punti ottenuti in due giornate mancavano esattamente dalle ultime due gare della scorsa stagione, quando i giallorossi persero l’intera posta in trasferta contro la Ternana e in casa contro il Sampdoria. Quelle partite furono giocate senza particolari obiettivi di classifica, poiché la squadra allora guidata da Vivarini era già certa del quinto posto nella griglia playoff.

La sconfitta casalinga contro il Palermo e quella di ieri a Castellammare segnano un nuovo record: si ripetono esattamente a distanza di un anno, con le sconfitte arrivate il 5 e il 10 maggio dello scorso anno. Questi risultati minacciano sia la possibilità di migliorare la posizione – fino a non molto tempo fa si puntava addirittura al quarto posto – sia il rischio che il Catanzaro possa uscire dalla zona playoff, cancellando di fatto il possibile obiettivo di migliorare quello della salvezza raggiunta con largo anticipo.

Per comprendere meglio questa crisi di risultati, che ha visto i giallorossi balbettare subito dopo la vittoria roboante nel derby, è utile analizzare alcuni fattori chiave: approfondendo potremo ipotizzare le cause di questa involuzione e immaginare le strategie per tornare sulla retta via.

Il supporto dei tifosi

Contro la Juve Stabia, il Catanzaro non è stato lasciato solo dai suoi tifosi. I posti disponibili nel settore ospiti dello stadio Menti erano 300, tanti quanti i tifosi delle Aquile che lo hanno colorato di giallorosso. Sono stati presenti durante tutta la partita, incitando la squadra con passione e cori, e al termine dell’incontro, con il classico incitamento “Fuori gli attributi!“, hanno accompagnato i calciatori sotto la curva prima di entrare negli spogliatoi. La loro vicinanza rappresenta un sostegno fondamentale in momenti come questi e ne parleremo più avanti.

Stanchezza fisica e mentale della squadra

Il momento che sta attraversando il Catanzaro va ben oltre una semplice questione tecnica ed è necessario adottare una prospettiva più ampia. La partita di ieri ha messo in luce aspetti che non possono essere attribuiti esclusivamente agli uomini in campo, alle scelte tattiche o alla formazione. Piuttosto, emergono problemi più strutturali, in particolare una carenza fisica e atletica complessiva della squadra, accomunata da un denominatore comune: la stanchezza mentale.

Approccio sbagliato alla gara, corsa poco incisiva e minore aggressività rispetto agli avversari: la sensazione di appagamento, la mancanza di obiettivi chiari e il fatto di aver già dato molto, si riflettono in errori individuali e di reparto. Quando la mente è stanca o disattenta, anche se ci si impegna in allenamento, le gambe non rispondono come dovrebbero. È quindi necessario un intervento complessivo, che coinvolga non solo la tecnica, ma anche la forza mentale e la motivazione della squadra.

A conferma di quanto detto, basta analizzare le ultime due partite giocate. Contro il Palermo, il Catanzaro non brilla nei primi 45 minuti e gioca meglio solo dopo i cambi, con l’uscita di un Petriccione appannato e in balia della mediana avversaria. Ieri, invece, il primo tempo si è giocato senza il regista goriziano, e nella ripresa il suo ingresso ha elevato il livello qualitativo della squadra.

Il fallo su Biasci

Se vogliamo analizzare questa partita dal punto di vista tecnico, possiamo dire che la sconfitta è ampiamente meritata. L’unico rammarico per i giallorossi è aver mostrato, almeno nella ripresa, una certa voglia di riaprire il match, ma purtroppo ciò non si è concretizzato con dei gol. Sappiamo bene che un episodio favorevole, anche se fortuito, può cambiare l’inerzia di una partita, perché quando si ha fiducia tutto può succedere: è incredibile che il rigore a favore del Catanzaro non sia stato concesso (e ne parleremo approfonditamente nella rubrica del nostro Danilo Petrolino). Sarebbe stata un’opportunità che avrebbe potuto ridurre le distanze e dare ai giallorossi una spinta di fiducia per il forcing finale.

Il valore della fede nei momenti di difficoltà

Una Sampdoria affamata di punti, ancora invischiata nella lotta per non retrocedere, sarà tra due giorni al Ceravolo: per riprendere il cammino, servirà di nuovo un Catanzaro determinato e soprattutto il supporto del nostro pubblico, che deve dimostrare tutta la sua maturità e passione.

Sarebbe sciocco non essere delusi da questo momento, ma sarebbe ancora peggio non capire che la squadra ha bisogno del sostegno di tutti. Le difficoltà esistenti devono essere affrontate e superate insieme, perché giocatori, staff, tifoseria e società sono un’unica famiglia.

Ma dobbiamo ricordarci di una cosa, presente nei nostri cuori e testimoniata dall’esperienza di uscatanzaro.net, che c’è sempre stata, dai campi più “sperduti” e polverosi d’Italia, fino al Ferraris di Genova: la fede del vero tifoso si misura anche nei momenti difficili. È facile sostenere quando si vince, ma il vero tifoso si riconosce e si mostra nei frangenti di difficoltà e nei momenti bui: è lì che deve emergere il nostro amore per il Catanzaro.

Ci attendono ancora tre partite, dopodiché si tireranno le somme anche in vista del prossimo torneo. La società, rappresentata dai suoi massimi dirigenti ieri, sta già valutando attentamente la situazione e progetta la prossima stagione.

Redazione 24

Foto US Catanzaro 1929

 

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