Partiamo dall’episodio arbitrale più grave della gara: al 25° scambio prolungato sulla trequarti offensiva dei giallorossi, palla a Oudin che trova il suo unico lampo del match mettendo in area un cross tagliato sul secondo palo. Iemmello prende il tempo a Gravillon, che continua a trattenerlo anche mentre il capitano giallorosso sta calciando dal limite dell’area piccola.
Re Pietro, sbilanciato e col corpo all’indietro, tira alto sulla traversa. L’immagine di copertina fa solo vedere ciò che è talmente palese, che non si capisce quali possano essere stati i dubbi di Massimi sulla trattenuta: Iemmello non è in fuorigioco sul cross (tant’è che si riprende con una rimessa dal fondo), un vantaggio si sarebbe concretizzato solo con il gol e non c’è sicuramente alcun fallo del capitano delle Aquile.
Eppure, Massimi è a soli dieci metri dal duo e ha la visuale libera (vedi la controcopertina). Il direttore di gara molisano, non riceve nemmeno aiuto dalla sala VAR, in cui operano l’arbitro genovese Ghersini e l’assistente nativo di Pescara, ed ex arbitro, Camplone. Un rigore forse non avrebbe cambiato del tutto la gara, ma se realizzato avrebbe portato in vantaggio i giallorossi, spostando l’inerzia del match dalla loro parte.

Il resto del primo tempo
Prima solo un intervento arbitrale da ricordare: al 19° angolo infruttuoso per il Pescara, pallone messo fuori dall’area e Rispoli innesca il turbo per la ripartenza, bloccato però fallosamente da Dagasso, che prende un meritato giallo.
Al 30° bella azione giallorossa tutta in linea centrale: Pigliacelli, poco fuori il limite della sua area, trova un filtrante rasoterra di oltre 25 metri per Iemmello, vicino al cerchio di centrocampo. Il capitano, di spalle alla porta, protegge il pallone per Cisse, che avanza e sulla trequarti offensiva serve in linea Favasuli.
Già in quel momento sembra palese il fuorigioco, ma l’azione prosegue e il ragazzo di Calabria entra in area e infila Desplanches in uscita. Si alza subito la bandierina dell’assistente sotto i Distinti e, per chi guarda dagli schermi, il replay evidenzia la posizione irregolare.
Poi ci sono due mancati gialli: al 33° Tonin commette un fallaccio su Brighenti in area giallorossa e due minuti dopo Di Chiara arriva da dietro in ritardo, scalciando Di Nardo davanti alla panchina di Aquilani.
Al 37° il primo gol di Corazza: sul tiro dai 30 metri di Dagasso, l’esterno sinistro è tenuto in gioco da Antonini che è in zona centrale al limite dell’area.
Fioccano cartellini
Due gialli a inizio ripresa: al 54° Corbo ferma con una trattenuta da dietro una ripartenza di Favasuli dall’area giallorossa e cinque minuti dopo Brighenti fa un fallo di gioco pericoloso, entrando in scivolata su Squizzato (prendendo pallone e piede), davanti all’area del Pescara.
Altre due ammonizioni: al 74° Caligara trattiene da dietro Iemmello all’altezza della lunetta davanti all’area biancazzurra; sei minuti dopo Frosinini scalcia Meazzi da dietro nella trequarti abruzzese.
All’82° Buso trova la perla che porta in vantaggio il Catanzaro: la punta si toglie la maglia per festeggiare il ritorno al gol quasi un anno dopo la sua ultima gioia. Il regolamento non ha cuore e scatta il giallo.
Si chiude con due ammonizioni per le Aquile: all’87° Pittarello trattiene Letizia appena entrato nella metà campo giallorossa e poi, durante il secondo minuto di recupero, uno stremato Antonini è costretto a una diagonale sulla sua sinistra, commettendo un fallaccio in gioco pericoloso nel tentativo di anticipare Gravillon. Da quella punizione nasce il gol del definitivo pari.

